Nel corso delle ultime ore, il mondo della zoologia è stato leggermente sconvolto dalla scoperta di un comportamento alquanto particolare assunto da alcuni pesci appartenenti alla famiglia delle gallinelle di mare. Il loro nome è Prionotus carolinus e Prionotus evolans, due specie note alla scienza dalla fine del Settecento (sono stati descritti da Linneo), la cui particolare evoluzione è stata sviscerata da due articoli scientifici, pubblicati lo scorso 26 settembre su Currunt Biology.
Questi articoli stanno destando parecchio scalpore all'interno degli ambienti accademici e sui social, poiché hanno dimostrato come questi due pesci sanno "camminare" sul fondale, tramite delle appendici carnose che emergono dalle loro pinne pettorali in modo simile a dei rastrelli. Gli autori degli articoli – un team di zoologi, guidato da Nicholas Bellono, Corey Allard, Amy Herbert e David Kingsley – hanno anche diffuso dei video, che hanno permesso a tutti i curiosi di vedere questi pesci in azione, mentre sfruttano le appendici per la caccia e altre attività quotidiane.
Questi organi permettono alle due specie di Prionotus di muoversi sul fondale con una certa velocità, consentendo ai loro possessori di correre sopra la sabbia o i fondali rocciosi, ma anche di scavare e setacciare i sedimenti organici, alla ricerca di qualche bottino.
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Gli autori di questi articoli sono venuti a conoscenza di queste due specie solo nel 2019, mentre stavano visitando l'acquario del Marine Biological Laboratory di Cape Cod, nello Stato del Massachusetts, a sud di Boston. All'epoca gli scienziati non erano però interessati al loro comportamento, ma ad attrarli fu più che altro la loro evoluzione, ancora parzialmente avvolta dal mistero. Quando hanno però notato che erano in grado di compiere dei movimenti straordinari per dei pesci, hanno cambiato l'argomento della loro ricerca, cercando di capire le ragioni che possano aver indotto un pesce a sviluppare questi organi locomotori .
Durante le indagini, gli scienziati hanno anche capito che le "zampe" aggiuntive di questi animali sono in realtà delle estensioni delle loro pinne pettorali, che svolgono un molteplice scopo: muoversi o percepire cosa si nasconde sotto la sabbia.
Per trovare prede sepolte, infatti, queste specie – conosciute anche come pettirossi di mare – grattano via i sedimenti superficiali del fondale, in modo tale da individuare ciò che si nasconde sotto. Il tesoro nascosto può essere una cozza, il corpo putrescente di un altro pesce o un mollusco, ma nella maggioranza dei casi si tratta di organismi marini che abitano direttamente il fondale.
Confrontando le due specie, tra l'altro il team si è anche reso conto come Prionotus carolinus è più abituato a scavare sulla sabbia rispetto l'altra specie, con l'obiettivo di trovare le prede e avendo perfezionato la propria capacità di percepire gli oggetti estranei tramite il tatto e altri segnali chimici , mentre P. evolans non ha grandi capacità sensoriali e usa le sue piccole zampette per muoversi velocemente o per scappare sul fondale.
Gli scienziati hanno cominciato a studiare l'anatomia delle appendici carnose solo dopo la fine della pandemia, scoprendo che la tipologia che consente lo scavo presenta una forma simile ad una pala ed è ricoperta da protuberanze simili alle nostre papille gustative. L'altra appendice è invece a forma di bastoncino ed è priva delle protuberanze sensitive.
Per definire infine le caratteristiche principali delle due specie, i ricercatori hanno effettuato diverse ricerche di editing genetico e trascrittomico, con lo scopo d'identificare quali fattori di trascrizione fossero responsabili della diversa forma delle appendici.
Queste due specie non sono neppure le uniche tra i pesci che riescono a camminare sopra il fondale. L'anno scorso venne infatti osservato il comportamento di un'altra specie, il Thymichthys politus, in grado di fare la stessa cosa con le pinne pettorali.
LINK VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=megyyWo2YXA&ab_channel=IFLScience