I cani sono esseri emotivi e sociali, che sviluppano legami profondi con i loro compagni umani. In questo articolo esploreremo le sue possibili cause e forniremo alcune soluzioni su come gestire e alleviare tale comportamento.
Stato d’ansia
L'ansia è una delle cause più comuni dell'agitazione in un cane quando si rende conto che il suo compagno umano sta per lasciare la casa. I cani sono animali sociali costretti e formano legami stretti con i membri della loro famiglia. La prospettiva di essere separati, o lasciati soli, può creare ansia, che si manifesta attraverso comportamenti come piagnucolare, abbaiare o girare su se stessi.
Esiste anche una forma patologica di questa condizione denominata «ansia da separazione», si tratta di un grado di stress molto elevato e richiede per lo più l’intervento di un medico veterinario esperto in comportamento per essere diagnosticata. Questa causa una serie di manifestazioni comportamentali che la caratterizzano, come per esempio l’abbaio e l’ululato continuo, la distruttività, i comportamenti compulsivi come il girare su sé stessi e l’autolesionismo, deiezioni abbondanti in luoghi inappropriati e intensi tentativi di fuga.
L’ansia si può ben innescare appena il cane coglie indizi di qualcosa che lo preoccupa e che sta per accadere. Questa capacità ha a che fare con una delle sue facoltà cognitive ben sviluppate, ossia l’inferenza. Essa è un processo mentale che permette agli individui di arrivare a una conclusione basata su informazioni o premesse disponibili. È come mettere insieme i pezzi di un puzzle per formare un'immagine più completa o fare una sorta di salto logico per arrivare a una conclusione che non è direttamente fornita dalle informazioni iniziali. Ad esempio, se vediamo un ombrello bagnato, possiamo “inferire” che ha piovuto anche se non abbiamo visto effettivamente la pioggia cadere. Ma grazie a questa facoltà possiamo anche anticipare, prevedere ciò che sta per avvenire. Se vediamo rotolare una pallina sul piano di un tavolo verso il bordo possiamo ben prevedere che cadrà sul pavimento sottostante considerando la sua inerzia e la sua velocità.
Questi processi cognitivi sono propri anche dei cani, come detto, e sono quelli che sfruttiamo spesso nel training per insegnare, per esempio, il significato di parole e gesti specifici. Il fatto è che l’anticipazione non è priva di emotività. Il cane anticipa non solo quello che sta per accadere ma anche lo stato emotivo proprio di quella anticipazione. Se ci vede prendere in mano il suo guinzaglio potrebbe già provare gioia anticipando il fatto che usciremo a fare una passeggiata. Come vale per le emozioni positive e gratificanti vale anche per quelle negative e frustranti. Il comprendere, ad esempio, che stiamo per uscire senza di lui è uno dei più tipici scenari fonte di stress.
Eccitazione da gioia
All’opposto dell’ansia è possibile che il nostro cane si ecciti molto in modo positivo perché inferisce che sta per uscire con noi per una passeggiata o un giro in auto e prova un’intensa gioia che può manifestarsi attraverso salti, l’abbaiare o lo scodinzolare freneticamente, o tutte e tre queste cose – e altro. L'eccitazione può essere tanto più intensa quanto più il cane associa l'uscita a esperienze piacevoli. In taluni casi si tratta anche di uno scarico emotivo dovuto da cose come i bisogni fisiologici da troppo tempo trattenuti, o un lungo periodo di noia e frustrazione.
Adattamento alla routine
I cani sono creature abitudinarie e si adattano bene alle routine quotidiane. Se un cane è abituato a uscire con il suo compagno umano, la preparazione per l'uscita può essere causa di un comportamento agitato da parte sua, ma alle volte la “rottura” di una routine può anche causargli stress, specialmente se essa includeva momenti positivi con il compagno umano che poi non si verificano. Il cane rimane deluso nelle sue aspettative e a questo punto sarà la sua resilienza a gestire lo spiazzamento e fargli trovare di nuovo equilibrio. Un cane giovane potrebbe faticare di più di un adulto a ritrovare la calma. L’autocontrollo e la resilienza sono facoltà che si sviluppano con il tempo e per ogni individuo lo fanno in modo differente.
Cosa possiamo fare per calmarlo?
Gestire il proprio stato emotivo da parte del cane non sempre è facile, soprattutto quando sussistono certe condizioni. Per esempio se il nostro cane viene accompagnato fuori molto poco è plausibile che all’approssimarsi di quel momento agognato, di cui ha un grande bisogno, sarà vittima di un picco emozionale molto alto (alto livello di arousal). Quindi un buon consiglio è di soddisfare i bisogni del nostro compagno in modo adeguato.
Ci sono poi dei copioni che si attuano nel frangente dell’uscita del cane che sono controproducenti per uno stato di buona calma, per esempio se il cane è già eccitato (positivamente) per l’imminente uscita, sbracciare e urlargli addosso per farlo calmare non è cosa utile né buona. Cerchiamo di gestire anche il nostro stato emozionale senza diventare noi stessi un comburente all’eccitazione del nostro compagno.
Quando stiamo per uscire – lasciando a casa il cane – non è sempre appropriato “salutarlo” dicendo cose come «Stai buono, eh. Adesso esco, ma poi torno, non ti preoccupare…» o cose simili, soprattutto se sappiamo che il nostro compagno ha problemi a stare da solo e non possiamo fare altro in quel momento. Questo modo di comportarsi non fa altro che innescare l’ansia ancor prima della nostra uscita. Come detto i cani sono molto abili nell’inferire ciò che sta per accadere, e se ogni volta che usciamo riproduciamo sempre gli stessi comportamenti, a prescindere dalle nostre buone intenzioni, il cane apprenderà rapidamente lo script che stiamo attuando sapendo come andrà a finire. Potremmo dare al cane qualcosa che lo tenga un po’ impegnato per lenire il picco emotivo negativo del “distacco” da noi, per esempio un buon masticativo, ma solo se siamo soliti farlo anche in circostanze che non anticipano esclusivamente la nostra uscita di casa. Ovviamente non possiamo pensare di “ingannare” il nostro cane, ricordiamoci che abbiamo a che fare con una delle intelligenze più vivaci che ci capiterà di incontrare – con pochissime eccezioni –, qui si tratta di rendergli più digeribile quella condizione poco gradita.
Teniamo comunque presente che non possiamo pretendere la stessa maturità da un cucciolo di 3 mesi e da un cane di 10 anni. Quindi le nostre uscite senza di lui dovranno essere graduali, non troppo lunghe soprattutto nei primi mesi di vita. Se eccediamo l’esperienza per il cane potrebbe risultare troppo stressante e causare quindi picchi emotivi quando in futuro si presenteranno indizi che il tutto sta per accadere nuovamente.
Soddisfare i bisogni del cane
Un altro consiglio potrebbe essere quello di fare una bella passeggiata con il nostro cane prima di lasciarlo solo in casa. Usare l’olfatto, esplorare, giocare, eccetera sono cose che lo appagheranno e lo aiuteranno a meglio sopportare la solitudine e ad essere meno eccitato quando uscirete di casa.
Sempre meglio un consiglio personalizzato
Come al solito ribadiamo che i cani sono individui, hanno un mondo soggettivo che li rende unici e quindi differenti da qualunque altro conspecifico, proprio come per noi. Quindi, a scanso di equivoci, non possiamo qui esimerci dal chiedere una valutazione del nostro contesto da parte di un esperto educatore cinofilo, soprattutto se siamo inesperti, per evitare equivoci che potrebbero innescare una escalation che divenga presto troppo problematica da gestire. In modo particolare per quanto concerne i cuccioli, i quali sono più vulnerabili a traumi da abbandono le cui conseguenze si ripercuotono poi sul futuro prossimo e sullo sviluppo equilibrato dell’individuo.
Affrontare il problema con pazienza e comprensione
Comprendere le ragioni dell'agitazione del cane e adottare misure per gestire o ridurre tale comportamento può migliorare notevolmente il suo benessere e la qualità della vostra relazione. È importante affrontare il problema con pazienza, comprensione e un approccio positivo. Il fatto di chiedere supporto ad un educatore esperto è assolutamente da prendere in considerazione per avere dei consigli personalizzati. Troppe persone non si rendono conto che non sempre è il cane da “correggere”, ma spesso lo siamo noi che però fatichiamo ad essere oggettivi nell’analisi del nostro stesso comportamento e dei nostri atteggiamenti, i quali potrebbero essere la causa principale dell’eccessiva eccitazione del nostro cane in varie circostanze e non solo quando stiamo per uscire da casa.