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26 Gennaio 2024
12:51

Per i Paesi Bassi la gestione dei lupi si risolve sparando con pallini da pintball

Il Tribunale distrettuale dei Paesi Bassi centrali ha dato ai guardiani di un'area protetta il permesso di sparare ai lupi con pallini da paintball.

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Si avvicinano troppo agli umani, ma poiché non si possono cacciare e uccidere perché sono animali protetti, le autorità dei Paesi Bassi hanno dato il permesso ai guardiani di un’area protetta, di sparare ai lupi con pallini da paintball in modo da spaventarli. Il provvedimento è stato preso da un giudice del Tribunale distrettuale dei Paesi Bassi centrali che ha autorizzato questa pratica all’interno del parco nazionale De Hoge Veluwe, nella provincia di Gelderland, dove questi animali, a detta dei gestori, stanno diventando un pericolo per l’incolumità pubblica.

Una decisione al quanto discutibile, nonostante i lupi siano tornati a essere oggetto di accesi dibattiti in diversi paesi europei per aver rioccupato alcuni territori. Nei Paesi Bassi questi animali sono riapparsi nel 2015 dopo due secoli da che furono cacciati fino alla loro estinzione. A rientrare per primi una coppia che aveva attraversato il confine con la Germania e aveva dato alla luce tre cuccioli sul suolo dei Paesi Bassi. Le autorità stanno cercando di gestire la specie, poiché alcuni lupi, secondo quanto riportato, stanno diventando sempre più audaci nelle loro interazioni con gli umani. Recentemente una femmina nel Parco dove si utilizzerà il paintball, è stata ripresa da alcuni video pubblicati sui social media che la mostrano mentre passeggia vicino alle famiglie che stavano visitando il parco.

Per risolvere quella che è stata definita «una grave minaccia» si era parlato anche della possibilità di utilizzare dello spray al peperoncino come possibile deterrente, ma alla fine, fortunatamente, è stato ritenuto troppo pericoloso per la salute degli animali.  Non che la sentenza della corte, «non esiste altra soluzione soddisfacente che sparare al lupo con una pistola paintball», abbia migliorato di troppo le cose. Dalle organizzazioni animaliste del posto, che già avevano criticato la proposta quando era stata in precedenza ipotizzata, si è alzata ovviamente una netta opposizione. Ma se la prima volta i giudici avevano fatto marcia indietro, questa volta invece, hanno dato il via libera.

Nei Paesi Bassi i lupi restano una specie tutelata e la loro uccisione è considerata illegale a tutti gli effetti. Tuttavia, la crescita del loro numero a livello comunitario ha spinto la Commissione europea a proporre una revisione dello stato di protezione dell'animale, suggerendo di declassare il suo status di protezione da “rigorosamente protetto” a “protetto” aprendo potenzialmente la strada alla caccia e agli abbattimenti localizzati. In un rapporto pubblicato lo scorso dicembre, l’esecutivo dell’UE ha stimato una popolazione attuale in tutti gli Stati membri pari a circa 20.300 esemplari. Ha inoltre affermato che circa 1.500 pecore delle sei milioni presenti in Europa muoiono ogni anno a causa degli attacchi dei lupi.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha riconosciuto che il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità perché aiuta a prevenire il degrado dell’ecosistema, tuttavia ha affermato anche che la concentrazione di branchi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame. Gli ambientalisti sostengono non c’è «nessun sostegno scientifico che giustifichi la modifica dello status», cambiamento che invece vedrebbe i lupi ancora una volta nel mirino dei fucili dei cacciatori, e soggetti ad abbattimento laddove le autorità regionali li ritengano una minaccia per gli agricoltori locali.

Sabien Leemans, specialista in biodiversità presso l'ufficio di Bruxelles del WWF, ha definito la decisione “oltraggiosa”, priva di qualsiasi giustificazione scientifica, e ha puntato il dito direttamente contro il capo dell'esecutivo dell'UE. «La presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per un suo guadagno politico, facendo eco ai tentativi dei suoi alleati politici di strumentalizzare il lupo come capro espiatorio per i problemi socio-economici nelle comunità rurali».

Insomma il dibattitto è decisamente aperto e contrastato, ma c'è da dire che comunque una risoluzione che sancisca lo spostamento dei lupi in una categoria di protezione inferiore è ancora lontana: prima che la Commissione possa presentare un disegno di legge, la sua attuale proposta deve essere approvata dalla maggioranza degli Stati membri e poi concordata tra i 50 firmatari della Convenzione di Berna. Insomma, il tempo è ancora un po' dalla parte dei lupi.

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Simona Sirianni
Giornalista
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