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9 Luglio 2023
12:23

Per l’Egitto tutti i cani sono pericolosi: a parte una decina di razze tutte le altre saranno vietate

Le autorità egiziane sono ossessionate dal fenomeno del randagismo diffuso in maniera davvero molto significativa nel Paese, ma in quanto a soluzioni sembra preferire quelle più estreme, anziché affrontarlo in maniera concreta e decisamente meno cruenta.

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Nel paese sono circa 15 milioni i cani randagi, ma ucciderli non è sicuramente il metodo giusto per far smettere di crescere di numero. Non lo è nemmeno deportarli non di certo in una casa accogliente e una famiglia amorevole, ma verso le cucine dei paesi dove mangiare questi animali è una consuetudine. Le autorità egiziane sono ossessionate dal fenomeno del randagismo diffuso in maniera davvero molto significativa nel Paese, ma in quanto a soluzioni sembra preferire quelle più estreme, anziché affrontarlo in maniera concreta e decisamente meno cruenta.

Avendo poi lasciato perdere l’idea della deportazione, anche se gli animalisti non sono convinti che non sia stata fatta lo stesso in maniera meno lampante, il governo ha redatto il 29 maggio una nuova legge, entrata in vigore poi il 14 giugno, che applicherà nuove norme per il possesso di cani e animali esotici, una legge che però continua a suscitare indignazione tra i pet mate per una clausola in particolare.

Definita dalle autorità, infatti, formalmente come legge «sulla regolamentazione della proprietà degli animali pericolosi e dei cani», essa nella pratica etichetta come “pericolose” tutte le razze di cani, a eccezione di dieci che sono: Cocker Spaniel, Labrador, Barboncini, Malinois, Pomerania, Jack Russell, Alano, Pastore svizzero bianco, Maltese e Samoiedo. Un elenco definito “totalmente arbitrario” da Mona Khalil, direttrice della Società egiziana per la misericordia degli animali.

Per chi ha già in casa un cane appartenente a una delle razze ritenute pericolose, dovrà consegnare il proprio animale domestico entro un mese dall'entrata in vigore della legge all'Autorità Generale per i Servizi Veterinari (GAVS) per l'ispezione attraverso cui l'ente determinerà se la razza è idonea alla registrazione o troppo pericolosa. Nel secondo caso il cane verrà sottratto e il testo non specifica se gli animali confiscati verranno abbattuti o trasferiti in un rifugio. Inoltre, l'organizzazione si riserva il diritto di modificare l'elenco delle razze vietate a suo piacimento.

I pet mate di cani che non rispetteranno la nuova legge verranno puniti a seconda degli illeciti compiuti tra i quali c’è anche la mancata denuncia allo Stato nel caso in cui i loro cani scappino, feriscano qualcuno o abbiano dei cuccioli. La multa poi si alzerà e di molto se il cane dovesse ferire una persona, arrivando addirittura fino a un minimo di sei mesi di carcere, pena è estesa a un minimo di tre anni se l'aggressione ha causato danni permanenti, e un minimo di dieci anni se l'aggressione ha provocato la morte della persona.

Il Paese è diviso tra chi è d’accordo con il Governo per via del circa 1,3 milioni di persone che, secondo le stime, sono state morse e le 231 decedute in conseguenza, e chi è d'accordo invece con il giudizio della direttrice della Società egiziana per la misericordia degli animali secondo la quale la legge è stata scritta male e da persone impreparate come dimostra la lista stessa delle razze dove alcune delle razze permesse compaiono anche tra quelle vietate, ma con nomi diversi.

Ma che sostiene anche un concetto basilare, ovvero che nessuna razza è di per sé pericolosa. Nessun cane è geneticamente pericoloso, sono i fattori ambientali a determinarne e stimolarne una eventuale comportamento aggressivo. L’aggressività, infatti, è un argomento complesso che richiede precisione nella sua definizione e anche molta cautela nell'utilizzo del termine, perché un uso scorretto può portare a malintesi e a conseguenze pesanti per il cane che in realtà di colpe ne ha poche e rischia di essere etichettato sulla base di un comportamento, senza però entrare nel dettaglio dei motivi che lo hanno spinto a sceglierlo. Un modo questo, che non permette di comprendere appieno il tema e men che meno di affrontarlo nel modo corretto.

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Simona Sirianni
Giornalista
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