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22 Agosto 2023
14:48

Per la prima volta un’allevatrice è stata multata per aver tagliato la coda ai maiali

Per la prima volta in Francia un allevatore è stato multato per aver tagliato la coda ai maiali. Il Tribunale ha riconosciuto la donna responsabile di maltrattamento.

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maiale

Un'allevatrice di 51 anni è stata multata per aver tagliato sistematicamente le code dei maiali, compiendo così il reato di maltrattamento di animali. Lo ha stabilito il Tribunale di Brest, in Francia che ha condannato la donna al pagamento di 1.500 euro, di cui 500 sospesi, e la sua azienda è stata multata di 20mila euro.

Si tratta di una sentenza storica che per la prima volta sanziona una pratica ancora in uso in gran parte degli allevamenti. Pur essendo vietato in Francia da oltre 20 anni, il taglio della coda dei suini come attività di routine continua a essere perpetrata. Il Tribunale di Brest ha sottolineato come il taglio della coda dovrebbe essere utilizzata solo come ultima risorsa, proprio in considerazione del dolore causato agli animali.

Il procedimento è iniziato nel dicembre 2021, quando l'allevatore pubblicò su Facebook un video della sua fattoria in cui tutti i maiali avevano la coda tagliata. Pur essendo soggetti a continui controlli, l'allevamento non era mai stato sanzionato dai servizi veterinari, è quindi intervenuta l'associazione L214 Ethique e Animaux denunciando la donna e portando come prova proprio il video diffuso sui social.

Per Brigitte Gothière, cofondatrice di L214, la decisione del Tribunale penale di Brest va accolta come «un raggio di speranza. Tuttavia, dobbiamo andare oltre. È urgente che i regolamenti vengano finalmente rispettati. I tribunali francesi (compresa la Corte d'Appello di Riom) hanno espressamente riconosciuto che il taglio della coda è un atto di maltrattamento degli animali. Deve quindi essere sistematicamente punito, sia dai servizi veterinari che dai tribunali quando vengono aditi. Non ci possono essere scuse o tolleranze per questa pratica di routine, vietata da oltre 20 anni».

L'associazione ha ricordato come la mozzatura della coda di un animale oltre al forte dolore fisico, possa comportare un disagio cronico a lungo termine. «Oggi, il 95% dei suini allevati in Francia è allevato secondo il modello intensivo – ha ricordato Gothière – In questo contesto, è urgente imporre a tutti gli allevamenti un livello minimo di rispetto delle norme: questo è il ruolo dei servizi veterinari statali, che attualmente sono lassisti quando si tratta delle norme sul benessere animale».

Quella del Tribunale di Brest si prepara ad essere una sentenza destinata a fare sentire i suoi effetti anche oltre i confini nazionali. La normativa europea prevede che la caudectomia sia limitata quanto più possibile, tuttavia, come rileva l'Istituto profilattico sperimentale delle Venezie (IzsVe,)rappresenta la misura preventiva più utilizzata all'interno degli allevamenti.

In uno studio pubblicato sulla rivista Livestock Science, dell’IzsVe ha valutato la possibilità di allevare il suino pesante italiano non caudectomizzato, con risultati sorprendenti: «La caudectomia può ridurre, non annullare, il rischio di morsicature, ma è un intervento ritenuto fonte di dolore in tutti i soggetti dell’allevamento – hanno spiegato gli esperti – Inoltre, può favorire l’insorgenza di comportamenti anomali diretti verso altre parti del corpo rispetto alla coda (es. addome). La presenza della coda integra preserva tutti i soggetti dal dolore legato alla caudectomia, ma potrebbe aumentare il rischio di morsicatura e la gravità del fenomeno. Tuttavia, in questo studio tale comportamento è stato gestito in modo soddisfacente senza creare problemi generalizzati e garantendo l’adeguatezza delle condizioni ambientali (paglia come materiale manipolabile e disponibilità di spazio entro i limiti di legge)».

caudectomia suino
Fonte: IzsVe

Scienza e giurisprudenza, in Italia come in Francia, sono concordi nell'affermare che la caudectomia non è una soluzione ai problemi di stress all'interno degli allevamenti.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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