Le crudeli regole della riproduzione inducono alcune specie a avere rapporti sessuali molto violenti nell'approccio e nelle ultime settimane è diventato virale un video sul web che conferma ancora una volta questo dato. Ha come protagonisti una coppia di squali pigiama (Poroderma africanum): una piccola specie simile al gattuccio che nuota principalmente al largo delle coste Sud Africane. Il video fa parte di un documentario proiettato durante la Shark Week di quest'anno, un'iniziativa promossa da Discovery Channel che ogni anno, dal 1988, mostra diversi documentari a tema squali per circa una settimana.
Le immagini riprese sono molto importanti perché hanno permesso agli esperti di osservare per la prima volta la riproduzione di questi animali che a un occhio umano non sembra essere molto romantica. A differenza infatti degli standard della nostra specie e anche degli altri squali, che amano il sesso piacevole e colmo di coccole, gli squali pigiama appaiono molto più irruenti e passionali.
Questo pesce abita a circa 100 metri di profondità ed è lungo poco più di un metro. Durante alcuni momenti dell'anno, diversi esemplari si radunano nelle foreste sottomarine di kelp al largo del Sudafrica per riposarsi da una breve migrazioni che li spinge verso l'oceano Indiano e per riprodursi.
Forrest Galante, biologo appassionato di squali, si era dato appuntamento con alcuni suoi amici sommozzatori proprio in una delle foreste marine più abitate del paese africano quando all'improvviso si è trovato circondato da questi animali, di solito poco mordaci con gli esseri umani, intenti a cacciare piccoli pesci.
In mezzo alla baraonda, poco dopo che Galante cominciasse a registrare, due esemplari hanno però cominciato a battersi fra loro, in maniera abbastanza violenta, in un modo che nessun biologo aveva mai osservato. Un maschio sembrava infatti afferrare la nuca di un altro esemplare e costringerlo volutamente a sottomettersi, senza avere l'intento di ucciderlo e ferirlo.
Quello che sembrava una strana modalità di combattimento si è rivelato invece essere un tentativo di riproduzione, quando il maschio ha iniziato a premere più intensamente le mascelle sulla nuca dell'altro individuo e a far fuoruscire i suoi due emipeni, inserendoli forzatamente nella cloaca dell'altro animale.
Galante ha così compreso che quello che stava osservando era la prima registrazione di un tentativo di riproduzione di questi animali che usano il morso per indurre le femmine a concedersi e per collocarsi nella giusta posizione rispetto al loro addome.
Nessuno fino ad ora aveva assistito alla riproduzione dello squalo pigiama, ma dopo che abbiamo tutti visto in Tv e sulla rete questo video, quali informazioni ne possiamo trarre?
Innanzitutto dobbiamo comprendere che questo stile di riproduzione nasce probabilmente da un'esigenza biologica e ambientale, tipica della specie. Per quanto inoltre questa scena possa sembrare "forte" da vedere per alcune persone, dobbiamo ricordare che la riproduzione è il mezzo che i viventi hanno per continuare a sopravvivere.
Perché però i maschi di questa specie risultano così mordaci? Gli scienziati non hanno studiato ancora adeguatamente il piacere sessuale negli squali, ma da quello che è possibile vedere in questo video sembra che il "morso" sia una tecnica con cui il maschio riesce ad afferrare la femmina per collocarla nella giusta posizione utile alla penetrazione.
Non sappiamo inoltre se le femmine partecipano attivamente all'evento. Di certo aver combattuto con il maschio prima della penetrazione può essere un modo con cui la femmina si è accertata che il suo partner disponga delle qualità fisiche adatte per divenire padre, anche perché – dal video non si vede bene – sono leggermente più grandi e pesanti dei maschi.
Mordere la propria femmina rimane comunque una tecnica molto impiegata in natura: viene praticata anche da altri squali, dai leoni, dagli scimpanzé, dai cani e talvolta anche dai delfini. Questo comportamento svolge un diverso ruolo e ha un significato differente a secondo della specie, ma per scoprire di più al riguardo bisogna effettuare molte altre ricerche.