L'Europa potrebbe rivedere presto le regole relative ai polli broiler a rapido accrescimento. Lo ha fatto sapere la presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, Dolores Montserrat. La rappresentante della Commissione ha comunicato che questi animali saranno oggetto della proposta di revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati prevista entro il 2023.
Una vittoria incassata da Animal Equality che nel giugno 2022 aveva depositato alla Commissione Petizioni del Parlamento Ue una proposta per porre fine allo sfruttamento dei polli geneticamente selezionati per aumentare la produzione a discapito della loro salute. «Il parere della Commissione Petizioni segna un passo fondamentale verso la fine della sofferenza di miliardi di polli in tutta l’Unione europea – ha detto Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality Europa – L’allevamento di questi animali, selezionati geneticamente per soffrire a beneficio dell’industria della carne, è infatti un’aberrazione in contrasto con le norme comuni sulla tutela del benessere animale. È ora necessario che la Commissione europea agisca per impedire che lo sfruttamento ingiustificato di questi animali prosegua oltre».
L'appello dell'associazione è stato appoggiato da tutti gli eurodeputati intervenuti nel corso della seduta della Commissione. In particolare, i parlamentari Mariangela Danzì e Tatjana Ždanoka (Non iscritti), Margrete Auken (Verdi), Peter Jahr (PPE) e Michal Wiezik (Renew Europe) hanno chiesto alla Commissione europea di verificare la corretta applicazione della normativa europea sul benessere animale nei confronti dei polli broiler allevati per la loro carne, ma anche di esprimersi in merito alla necessità di modificare tali regole sulla base delle violazioni denunciate attraverso la petizione.
«Le disposizioni in materia di benessere animale ci sono, ma devono essere rispettate ed è compito della Commissione Ue che ciò avvenga – ha detto Margrete Auken – Sono davvero lieta che ci sia questa petizione e credo sia necessario chiedere alla Commissione se va cambiata la legge o la pratica denunciata».
Come riconosciuto anche dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), la selezione genetica effettuata sui polli broiler a rapido accrescimento allevati per la loro carne ha ripercussioni disastrose sulla qualità di vita dei polli. Fin dal 2010, l’EFSA ha prodotto degli studi che collegano esplicitamente le criticità rilevate, tra le quali si annoverano i disturbi scheletrici, agli eccessivi tassi di crescita di questa razza di polli.
I broiler sono i tipici polli bianchi dalla cresta rossa e pelle gialla, allevati appositamente per la produzione di carne. La loro è una breve vita di sofferenza. Basti pensare che un pollo con una crescita normale pesa circa 1,2 kg a circa 4 mesi d’età, i broiler invece arrivano a pesare quasi 3 kg in circa 50 giorni di vita. A un mese d’età hanno già le sembianze di un animale adulto ma non sono altro che dei giganti pulcini, intrappolati in un corpo smisuratamente cresciuto.
Una situazione comune all'interno degli allevamenti, come mostrano le inchieste di Animal Equality, che hanno svelato come la crescita di questi animali non proceda di pari passo con lo sviluppo dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e scheletrico. Ciò causa loro numerosi scompensi e malattie, fino a portarli spesso alla morte precoce in allevamento, senza cure e tra atroci sofferenze.
La loro vita è in grave contrasto sia con l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, che riconosce gli animali quali esseri senzienti e quindi meritevoli di tutela, sia con la Direttiva europea 98/58/CE, recepita anche in Italia, che obbliga i Paesi membri a rispettare le disposizioni in essa previste a tutela del benessere degli animali allevati e a evitare loro dolori, sofferenze o lesioni inutili.
Come ha ricordato l’avvocato Manuela Giacomini che ha rappresentato l'associazione: «Nel corso della seduta, la Commissione Ue ha cercato di minimizzare il problema denunciato spiegando che gli Stati membri hanno diverse possibilità per conformarsi alla Direttiva esistente, che lascia agli Stati un ampio margine di decisione sulle misure e sui tempi. Tuttavia, come ampiamente dimostrato da Animal Equality e come compreso dagli europarlamentari, non esistono "misure ragionevoli" che possano consentire agli Stati membri di allevare questa specie senza causare loro sofferenza».
Il parere della Commissione Petizioni arriva dopo che, a febbraio 2023, la Commissione europea, in risposta alla petizione di Animal Equality, ha riconosciuto che l’allevamento dei polli a rapido accrescimento è problematico. In quell’occasione, la Commissione Ue aveva anche annunciato di stare valutando «la necessità e le opzioni per affrontare le potenziali conseguenze negative sul benessere animale di alcune strategie di allevamento in questo processo di revisione della legislazione prevista entro il 2023», sulla base del parere scientifico fornito dall’EFSA.