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24 Giugno 2022
15:30

Per il Sindaco di San Bassano i lupi sono importanti per l’ecosistema: «Riducono il numero delle nutrie»

Il sindaco di San Bassano ha deciso di affrontare la tematica del ritorno del lupo parlando con i cittadini delle abitudini alimentari della specie, in grado di controllare la diffusione delle nutrie.

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lupo
Lupo

San Bassano è un comune di circa 2000 abitanti in provincia di Cremona dove, negli ultimi mesi, si è parlato molto degli avvistamenti di quattro lupi che si muovevano intorno all'abitato e suscitavano preoccupazione nella popolazione. Il Sindaco della cittadina, Giuseppe Papa, ha deciso quindi di organizzare un convegno di formazione per i cittadini, durante il quale è stato sottolineato che è proprio grazie al lupo se sul territorio comunale sta diminuendo il numero di nutrie.

La specie alloctona è arrivata in Italia per mano dell'uomo nella prima metà del Novecento e, al giorno d'oggi, viene considerata invasiva per via della sua capacità di modificare la struttura del territorio.

«Le nutrie rappresentavano da tempo un importante dilemma gestionale per la nostra zona perché, scavando le proprie tane sugli argini dei canali, creano pericolosi cedimenti del terreno. Grazie al naturale ritorno del lupo, finalmente, la situazione è cambiata – spiega a Kodami il sindaco di San Bassano – A causa degli avvistamenti, però, la popolazione era preoccupata e quindi abbiamo deciso di intervenire diffondendo informazioni corrette e su base scientifica, anche grazie all'intervento del Comandante dei Carabinieri della Forestale. Oggi in città si respira un'aria diversa, nessuno ha paura e soprattutto gli allevatori, ovvero le persone più interessate dal fenomeno del ritorno del carnivoro, sanno come comportarsi nei suoi confronti».

Lupi e uomo: dalle minacce dei bracconieri alla coesistenza pacifica

Secondo il Sindaco, oltre ad aver permesso il superamento della paura, il dialogo con la cittadinanza ha fatto anche in modo che diminuissero gli avvistamenti: «Gli esperti che sono intervenuti durante l'evento hanno consigliato agli allevatori di non lasciare gli animali fuori dalle stalle di notte e la conseguente assenza di cibo e di risorse alimentari ha fatto in modo che i lupi si allontanassero dall'abitato, riducendo sia gli incontri che i potenziali conflitti con i cittadini – spiega Giuseppe Papa – Nel giro di pochi mesi la popolazione è evidentemente più tranquilla e i lupi si sono spostati altrove. Gli unici avvistamenti di cui abbiamo notizia, sono quelli che otteniamo grazie alle foto trappole posizionate dalla Polizia Municipale».

L'intervento attivo del Sindaco di San Bassano, però, non è stato casuale, ma è avvenuto in seguito ad una voce diffusa tra gli abitanti del paese, secondo la quale alcuni malintenzionati sarebbero stati in procinto di uccidere i lupispecie protetta da numerose normative nazionali ed internazionali – pur di non rischiare di perdere i propri animali.

«Ho colto la palla al balzo e ho sfruttato la popolarità di questo argomento per ricordare a tutta la comunità che il lupo non è un nemico, ma un animale che sta tornando ad abitare nei luoghi dove viveva fino a un secolo fa, prima di scomparire proprio a causa nostra. Nel 2022 siamo chiamati ad essere umani più consapevoli e responsabili rispetto ad allora, perché sappiamo che la natura appartiene a tutte le specie e che l'ambiente non è di nostra proprietà».

Giuseppe Papa si dice quindi soddisfatto di ciò che è accaduto a San Bassano negli ultimi mesi e sostiene che si tratti di un fenomeno fisiologico che ha a che fare anche con il futuro della coesistenza con la specie che, anche secondo gli ultimi dati diffusi da ISPRA, è sempre più presente nel nostro paese: «Ormai è evidente che uomini e lupi siano destinati a convivere – e conclude – Grazie al cambio di attitudine da parte degli abitanti della nostra cittadina, ora possiamo dirci pronti ad accogliere, pur senza interferire con loro, anche gli eventuali cuccioli dei lupi che vivono intorno a noi senza farsi vedere».

L'esperto: «I lupi modificano la propria alimentazione in base alle disponibilità»

Duccio Berzi, esperto di conservazione della fauna selvatica, che da oltre 20 anni si occupa di lupi, sostiene che la scelta di Giuseppe Papa sia stata saggia e lungimirante, ma necessiti di alcune ulteriori riflessioni: «Comunicazione e sensibilizzazione della cittadinanza sono ottimi punti di partenza, perché la convivenza con questa specie richiede, effettivamente, consapevolezza da parte degli esseri umani – Spiega a Kodami – Ciò nonostante non possiamo pensare che i lupi si limiteranno a predare solo le nutrie per sempre, senza cercare ulteriori alternative alimentari. Nel momento in cui diminuirà in maniera importante il numero di questi roditori e diventerà, quindi, più difficile cacciarli, il lupo cambierà ancora una volta le proprie abitudini, come è normale che accada ad ogni specie dall'alimentazione opportunista».

Sebbene al momento la cittadina abbia trovato un equilibrio, il rischio della condizione che si è venuta a creare a San Bassano, secondo Berzi, è che nel prossimo periodo si sottovalutino i potenziali cambi comportamentali della specie e gli ulteriori fattori che potrebbero generare nuovi conflitti.

«Facciamo l'esempio degli animali domestici, come cani e gatti che vengono lasciati liberi di muoversi sul territorio – conclude l'esperto – Anche loro, in futuro, potrebbero essere soggetti a predazione da parte del lupo, divenendo essi stessi i gli elementi di conflitto tra l'uomo e il selvatico per via della sofferenza inferta alle famiglie, che con cani e gatti strutturano relazioni profonde. La condizione raggiunta in questo momento è senza subbio un buon primo passo, ma non bisogna trattare il fenomeno con superficialità e nemmeno illudersi o convincersi che l'equilibrio sia duraturo e immutabile».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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