Chi vive con un animale domestico sa quanto sia difficile restare impassibili davanti alle loro manifestazioni di tristezza e sofferenza. Che si tratti di un cane che guaisce o di un gatto che miagola con insistenza, queste vocalizzazioni possono suscitare una forte reazione emotiva nei pet mate, spingendoli a correre in aiuto del loro amico a quattro zampe.
Un studio pubblicato nel 2019 sulla rivista Royal Society Open Science ha dimostrato per esempio che, per molte persone, le vocalizzazioni di dolore o tristezza di un animale domestico possono addirittura provocare una reazione emotiva del tutto paragonabile a quella del pianto di un bambino. Ma cosa ci rende così sensibili al "pianto" dei nostri animali?
Lo studio sui lamenti dei nostri pet
Lo studio ha coinvolto oltre 500 studenti universitari, divisi equamente tra pet mate di cani, gatti e chi non viveva con alcun animale domestico. I partecipanti hanno ascoltato una serie di suoni che comprendevano i "lamenti" di cani, gatti e pianti di neonati umani, e hanno valutato quanto fossero tristi o felici quei suoni. Come prevedibile, chi viveva con un animale domestico ha trovato le vocalizzazioni di cani e gatti più tristi rispetto a chi non aveva animali. Sorprendentemente, i lamenti dei cani sono stati considerati tanto tristi quanto i pianti dei neonati umani.
Anche chi viveva con un gatto, pur essendo più sensibile ai miagolii rispetto a chi non viveva con un micio, ha comunque trovato i guaiti dei cani più struggenti. Questo risultato riflette la stretta relazione emotiva che si crea tra esseri umani e animali, che dipendono fortemente da noi per il cibo, il conforto e la protezione. Secondo i ricercatori, i cani, più dei gatti, riescono a comunicare meglio il loro disagio agli umani, e convivere con un domestico è legato a una maggiore sensibilità emotiva verso questi suoni.
Quali reazioni provoca in noi il "pianto" di cani e gatti?
Quando un cane guaisce o un gatto miagola con insistenza, il nostro cervello si attiva come se fosse un segnale d'allarme. Il guaito o il pianto di un cane, in particolare, stimola una reazione di urgenza quasi immediata, poiché ci ricorda quanto siano vulnerabili e dipendenti da noi, proprio come accade con i neonati umani. Lo studio ha dimostrato quindi che non vi sono differenze significative tra le personalità di chi vive con cani, gatti o di chi non ha animali. Tuttavia, chi vive con un cane hanno mostrato inevitabilmente una maggiore sensibilità emotiva nei confronti delle vocalizzazioni di sofferenza.
Questi risultati, per quanto il campione umano non sia necessariamente rappresentativo e abbia quindi alcuni limiti, suggerisce comunque che l'attaccamento emotivo verso gli animali domestici può influenzare la nostra capacità di rispondere alle loro necessità con la stessa premura che riserviamo ai bambini. Il pianto di un neonato attiva in noi un istinto protettivo naturale quasi primordiale, ma anche il lamento del nostro animale domestico tocca corde emotive altrettanto profonde, se non delle volte di più.