Ha senso distinguere l'orso bruno marsicano dall'orso bruno europeo in termini di tutela? È la domanda che si posto il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli dopo l'approvazione del decreto Asset.
Nello stesso maxi decreto convivono infatti sia l'inasprimento delle pene per chi uccide o cattura un marsicano, sia il depotenziamento dell'Ispra per ciò che concerne la libertà di abbattimento da parte dei governi regionali nei confronti di selvatici come lupi e orsi.
«Il partito di Giorgia Meloni ha le idee confuse sulla salvaguardia delle specie. Mentre gli orsi marsicani, simbolo del Parco nazionale d'Abruzzo, per loro vanno salvati perché hanno un temperamento mite, quelli trentini attaccano l’uomo e non meritano clemenza», è la denuncia del deputato.
Secondo Borrelli si tratta di «un approccio privo di basi scientifiche, una sorta di campanilismo animalista ridicolo e dannoso». In realtà, gli orsi bruni marsicani (Ursus arctos marsicanus) sono effettivamente una popolazione geneticamente differenziata dall'orso bruno europeo. I motivi di questa differenziazione sono vari, come aveva spiegato a Kodami, Paolo Ciucci, zoologo dell'Università La Sapienza di Roma e tra i maggiori esperti di questa sottospecie: «Tra le peculiarità comportamentali dell'orso marsicano c'è proprio la minore aggressività. Ciò probabilmente è dovuto a una selezione involontaria da parte dell'uomo che ha perseguitato gli individui più confidenti o temerari. Tuttavia, è possibile anche che l'isolamento abbia contribuito a ridurre la variabilità genetica della popolazione, e tra i caratteri perduti potrebbe esserci proprio l'aggressività. Si tratta di un processo che abbiamo già osservato all'interno di piccole popolazioni di mammiferi».
Ma il dato più importante nelle distinzione tra i due orsi è un altro: mentre l'orso bruno non è una specie a rischio, di marsicani ne restano circa 60 individui la cui sopravvivenza è messa a rischio dall'essere umano, come ha dimostrato anche l'ultimo caso dell'orsa Amarena, uccisa a fucilate perché era entrata in un pollaio. L'orso marsicano è la sottospecie di orso più rara al mondo ed è endemica del Centro Italia, vuol dire che si trova solo qui.
L'inasprimento delle pene per chi mette in pericolo questi animali era quindi un atto molto atteso dall'ente che da decenni si occupa di salvaguardare questa popolazione: il Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm). «È un importante segnale di attenzione da parte del Governo verso una tematica molto delicata – è il commento a Kodami del direttore Luciano Sammarone – Si tratta di un atto che va nella giusta direzione» .
Le pene per chi cattura o uccide un marsicano sono raddoppiate rispetto alla previsione originaria della legge 157 del 1992, che tuttavia non conteneva una distinzione tra le due popolazioni presenti in Italia, quella marsicana ed europea, che erano considerate entrambe «particolarmente protette». Oggi questa tutela allargata viene a cadere, e anzi, gli orsi europei rischiano di poter essere abbattuti con una certa libertà da parte dei governi locali, come sottolinea Borrelli: «visto che in Trentino l'attuale presidente della Provincia autonoma Fugatti, sostenuto da FdI, vorrebbe volentieri ripulire la sua zona dalla presenza di un essere vivente che a suo giudizio va ammazzato».
Una contraddizione alla quale i Verdi hanno deciso di opporsi attraverso un ordine del giorno volto a chiedere al Governo di impegnarsi nella salvaguardia di tutti gli orsi assicurandone la coesistenza con l’uomo attraverso il Pacobace – piano d’azione, che è stato formalmente recepito da tutte le amministrazioni territoriali (Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano) delle Alpi centro Orientali, dal Ministero dell’ambiente e da Ispra – in materia di conservazione e gestione dell’Orso nelle Alpi.
Tutti gli orsi, infatti, sono animali essenziali per l’ecosistema, e quello che sta accadendo, secondo il deputato dei Verdi «porta l’Italia molto indietro e ferisce la sensibilità di milioni di cittadine e cittadini che per fortuna hanno una visione del mondo meno antropocentrica».