Per la prima volta in quasi 90 anni della sua storia, al Teatro Diana del Vomero, a Napoli, seduto tra il pubblico c’era anche un cane. Nello specifico, una femmina di Staffordshire Bull Terrier di nome Penny, certificata come cane lavoratore al servizio della persona per il ruolo fondamentale che riveste nella vita della sua umana, la dottoressa Luisa Di Biagio.
Di Biagio, psicologa ed esperta di autismo, è autistica e attivista per i diritti delle persone autistiche, oltre che parte dello staff della onlus Cascina Blu, specializzata nel fornire assistenza e supporto alle famiglie di bambini e ragazzi con autismo. Martedì sera era a Napoli in qualità di relatrice in un convegno sulla salute e il benessere delle persone transgender e gender diverse, e ha espresso il desiderio di andare a vedere lo spettacolo di Vincenzo Salemme, “Napoletano? E famme ‘na pizza!”, in scena proprio al Diana. La dottoressa ha quindi chiesto di poter accedere alla sala con Penny, indispensabile in quanto cane da assistenza, e di vedere riconosciuto il suo diritto di persona con esigenze speciali. Una richiesta che il direttore del teatro ha accolto senza remore, come raccontano da Cascina Blu Onlus.
«Il grande cuore di Napoli si è dimostrato all'avanguardia. Il direttore ha scelto di compiere questo enorme gesto di apertura. Ha compreso che negandolo, avrebbe impedito il diritto della persona – spiegano dall’associazione, di cui la stessa Di Biagio fa parte – Rispettando la normativa, inclusa la parte incommentabile che prevede la dimostrazione della condizione di bisogno con esposizione di dati sensibili a personale non tenuto al segreto professionale, il direttore, con eleganza encomiabile, ha preso il documento, ma non lo ha aperto in pubblico, come succede comunemente in questi casi, e date condizioni e le caratteristiche del cane, ha mostrato una accoglienza e sensibilità che dovrebbero essere prese a modello».
Penny ha quindi potuto accedere alla sala ed è rimasta al fianco della sua assistita per l’intera durata dello spettacolo. Al termine Di Biagio e il presidente della onlus, insieme con Penny, hanno anche potuto incontrare e scambiare qualche parola con Salemme e raccontargli quanto accaduto: «La sua sorpresa e felicità ci hanno commosso. Grazie a lui e alla sensibilità del direttore, a Napoli un pezzo di storia è stato costruito», ha sottolineato il presidente di Cascina Blu, ricordando che «i cani da Servizio e Assistenza sono appositamente preparati per queste situazioni, che sono intense e particolari. Devono poter essere in grado di gestirle in tranquillità e sicurezza, garantendo la tutela di tutti. Questa è inclusione vera, questa è cultura, questo è il grande cuore di Napoli».
Penny è, a tutti gli effetti, una presenza fondamentale nella vita di Di Biagio, così come i tantissimi altri cani impiegati per i cosiddetti “Interventi Assistiti con gli Animali” (IAA), una vasta gamma di progetti finalizzati a migliorare la salute e il benessere fisico e psichico delle persone attraverso l’utilizzo di animali da compagnia (cani, gatti e conigli) e di animali domestici (cavalli ed asini). Molte ricerche hanno evidenziato i benefici derivanti dall’intervento degli animali in sessioni di terapie mediche specifiche, sia di tipo fisico come gravi disabilità sia di tipo psichico, come l’iperattività o l’autismo. Oltre ai più rapidi tempi di miglioramento rispetto a quelli scientificamente stimati per la specifica malattia, è stato osservato maggior tasso di partecipazione e un minor tasso di abbandono delle sessioni, quando in presenza di animali. Inoltre una benefica riduzione dell’utilizzo di farmaci, con i relativi vantaggi sulla qualità della vita e sui costi per la collettività, è stata osservata.
Per questo motivo i cani come Penny, per alcune persone, sono necessari esattamente come i cani guida per i non vedenti. Se ai cani guida, però, la legge 37 del 14 febbraio 1974 garantisce l’accesso a tutti i luoghi aperti al pubblico, per i cani da assistenza come Penny non c’è una legge specifica. Da qui la richiesta delle associazioni di riconoscere il ruolo fondamentale che svolgono nella vita delle persone con disabilità cognitiva o motoria, e di sostituire nel testo della legge del 1974 le parole “privo della vista” con “persona disabile”, così che la legge già esistente possa includere tutte le persone con disabilità e i relativi cani da assistenza.