«Pensa se ci fosse un Tinder per i cani». Un'idea, nata durante una cena tra amici, è diventata un'App da 3mila download soltanto nei primi due giorni di uscita: è il fenomeno Pedigreender. Un successo targato Revan, azienda di servizi informatici di Monza. «Era una serata post lockdown e l'atmosfera era goliardica – racconta l'inventore Fabio Gabelli – nel giro di poco tempo con Mirko abbiamo trovato il nome dell'applicazione e da lì si è costruito il progetto».
Come funziona Pedigreender
Si tratta di una vera e propria "dating app", in grado di mettere in comunicazione nuove persone con interessi comuni e far conoscere compagni di giochi per il proprio cane o gatto. «Abbiamo immaginato che Pedigreender potesse creare un contatto – continua Fabio Gabelli – Se è vero infatti che la destinazione d'uso è quella degli animali, chi la utilizza sono le persone: si crea perciò un ponte tra proprietari che hanno già qualcosa in comune ovvero la passione per gli animali».
Una volta scaricata sul proprio cellulare, ci si registra tramite i social network e si inseriscono le informazioni sul proprio animale, a partire dalla foto. Poi, scorrendo tra i profili, attraverso una serie di filtri di ricerca (sesso, razza, pedigree, etc.), si va alla ricerca del proprio match. Una volta trovata l'affinità si può quindi iniziare a chattare e, chi vuole, a programmare un'uscita. «Dove e come va a finire l'interazione è tutto demandato all'esperienza dell'utente, noi speriamo che nascano delle nuove amicizie», dice lo sviluppatore.
Le associazioni animaliste: «Promuove le cucciolate casalinghe»
L'App di incontri per cani e gatti non è sfuggita alla rete delle associazioni animaliste. Da un lato i volontari hanno apprezzato l'aspetto sociale di Pedigreender, dall'altro hanno lanciato l'allarme sul pericolo di promuovere le cucciolate casalinghe. «La piattaforma è un'idea carina che capitalizza quella che è già una realtà: i cani sono dei veicoli di socializzazione, un tramite per cui le persone si conoscono ed entrano in contatto, soprattutto nei contesti metropolitani», spiega Sara Turetta di "Save the Dog and the other animals". «Quello che è estremamente preoccupante è la possibilità di usarla per trovare dei cani con cui fare accoppiare il proprio».
Gli animalisti fanno riferimento, in particolare, a una frase che si poteva leggere sul sito ufficiale di Pedigreender e che poi è stata eliminata dopo l'intervista con Kodami: "Cerca l'anima gemella del tuo cane e magari nasceranno dei piccolini". «Va a potenziare quello che è già un problema – denuncia Turetta – e cioè le nascite incontrollate casalinghe che sono una grandissima piaga dato che in Italia non c'è una legge che le limiti o le regolamenti».
Nei canili d'Italia si stima per difetto, infatti, la presenza di 130mila cani con una spesa pubblica di 350mila euro al giorno: «Incentivare le cucciolate casalinghe è una follia. Teniamo il buono dell'App ma questo risvolto non ha davvero niente di romantico».
La risposta dei sviluppatori dell'App: «Implementiamo per dare spazio ai cani in cerca di adozione»
«Siamo stati colti alla sprovvista dal successo dell'App – spiega Fabio Gabelli – ma siamo assolutamente a disposizione per un confronto con le associazioni animaliste e vogliamo dare ascolto a tutti i nostri utenti». Oltre ad avere cancellato la frase sui cuccioli dal sito, la società Revan ha risposto con una iniziativa che riguarda le adozioni: «Stiamo pensando a un'implementazione per cui sarà possibile inserire gli animali in cerca di adozione e dare spazio, in un'area apposita, ad associazioni e canili».
Anche gli utenti stanno aiutando gli sviluppatori a perfezionare la piattaforma. Tra le richieste più ricorrenti c'è stata finora quella di poter inserire più animali per ciascun proprietario e di aggiungere un filtro per genere che sarà disponibile nel prossimo aggiornamento. Un occhio di riguardo sarà dato anche al tema dei reati contro gli animali che spesso viaggia anche sulla Rete, dai combattimenti illegali alla zoofilia: «All'inizio non ci avevamo pensato – conclude Fabio Gabelli – come detto è nata quasi per gioco. Possiamo dire che sicuramente c'è la possibilità di segnalare degli abusi anche se l'interazione è demandata all'utente, e che faremo sempre più attenzione man mano che arriveranno le segnalazioni».