Migliaia di pecore e mucche sono bloccate al largo delle coste australiane a bordo di una nave diretta in Israele a causa della minaccia di attacco da parte del gruppo armato Houthi nello Yemen che ne hanno impedito il transito attraverso il Mar Rosso. Partita il 5 gennaio dal porto di Perth, sulla costa occidentale dell’Australia, la nave MV Bahijah è dovuta tornata indietro con il suo carico per un «deterioramento della situazione della sicurezza», ha riferito il Ministero dell’Agricoltura.
Gli attivisti per i diritti degli animali di Peta e RSPCA hanno chiesto lo sbarco immediato degli animali, visto che pecore e mucche hanno trascorso già quasi quattro settimane a bordo. «Vogliamo che una decisione venga presa il più rapidamente possibile – ha dichiarato la funzionaria della RSPCA in Australia, Suzanne Fowler, chiedendo che questi animali – non vengano riesportati in nessun caso». Infatti, una delle ipotesi prese in considerazione è che la nave proceda verso la sua destinazione finale evitando il Mar Rosso e girando intorno all’Africa, cosa che significherebbe far stare gli animali in viaggio per altri due mesi. Soluzione inaccettabile per gli animalisti.
L’Australia invia ogni anno centinaia di migliaia di animali, ma le condizioni di trasporto non sempre rispettano le norme per tutelare per quanto possibile il benessere degli animali: «Il calvario di queste pecore e di queste mucche dimostra che il commercio di animali vivi esportati non funziona – ha dichiarato Josh Wilson, membro del parlamento di Fremantle, dove la nave è stata caricata – Quello che si sta prospettando è un viaggio di 60 giorni per 14mila pecore e 2mila bovini su una nave maleodorante. E questo è ben lontano dagli standard di benessere animale che gli australiani si aspettano vengano applicati agli animali».
Il ministero dell'Agricoltura ha inviato due veterinari a bordo i quali hanno dichiarato di non aver riscontrato alcun problema sanitario significativo nel bestiame e di stare lavorando con gli organismi del settore per garantire la loro tutela. L'esportatore ha chiesto al governo australiano il permesso di caricare altro foraggio e di salpare per Israele attraverso l'Africa. Ma la richiesta è stata respinta perché le norme sulle modalità di esportazione non sono state rispettate così come non sono stati garantiti né la salute né il benessere degli animali. Il bestiame con tutta probabilità verrà scaricato e spostato in una struttura di quarantena per riposare. Dopo quel tempo l'azienda dovrà richiedere un nuovo permesso per esportarlo.