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23 Ottobre 2023
16:26

Pecore e capre nel centro di Madrid: non è un’invasione, ma solo una tradizione

Ogni anno le strade di Madrid vengono invase da capre e pecore per la Festa della Transumanza, lo spostamento periodico delle greggi e del bestiame dai pascoli primaverili-estivi in quota a quelli autunnali-invernali delle pianure più miti. Una tradizione quasi abbandonata nella pastorizia moderna, ma ancora viva in Spagna.

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Una volta all’anno, le strade di Madrid sono più frequentate da altri animali che da umani: nessuna invasione, anche se ce lo meriteremmo visto tutto l’habitat che noi rubiamo a loro, da parte delle 1.200 pecore merino e delle 200 capre rosse che hanno attraversato la città, ma solo la Festa della Transumanza, vale a dire lo spostamento periodico delle greggi dai pascoli primaverili-estivi in quota a quelli autunnali-invernali delle pianure più miti, per assicurare loro un buon pascolo e un clima ottimale per tutto l’arco dell’anno.

Ormai nella pastorizia moderna è una tradizione quasi abbandonata, ma in Spagna non è stata dimenticata e nel calendario madrileno si ripresenta ogni anno per essere celebrata. In migliaia si sono ritrovati nella Cattedrale dell'Almudena, dove insieme alle greggi erano presenti gruppi di umani vestiti con costumi regionali provenienti da diverse parti del Paese.

La festa vuole essere una rivendicazione da parte dei pastori del diritto di utilizzare gli itinerari tradizionali per spostarsi dal nord della Spagna verso sud, dove trascorreranno l’inverno. Un tempo il “Camino real”, come si chiama il percorso, attraversava la campagna, ma oggi passa proprio nel mezzo del centro città. La legge, la 3/95, tutela la pratica di transumanza, stabilendo che il passaggio degli animali ha la priorità su quello delle persone. Ma la norma viene spesso non rispettata a colpi di ordinanze che ne vietano il transito per motivi legati a questioni di igiene, salute pubblica e sicurezza per i cittadini.

Pecore e capre spagnole hanno seguito l'itinerario previsto, fotografate da numerosi turisti e madrileni, fino a raggiungere Plaza de Cibeles, dove il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida, ha ricevuto i pastori e gli allevatori che hanno partecipato all'evento cogliendo l'occasione per sottolineare che la città di Madrid «non sarebbe la stessa senza la campagna e la gente delle campagne» e ha ricordando che «le grandi città hanno una migliore qualità di vita grazie a tutti loro».

La transumanza è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità nel 2019 dall'UNESCO che ha riconosciuto il valore della pratica sulla base di una candidatura transnazionale presentata da Italia, Austria e Grecia. Ma non tutti i pastori approvano questo riconoscimento, ritenuto incoerente da molti di loro che, con molta amarezza, si chiedono a cosa serva la nomina quando a questo "patrimonio" viene vietato di transitare sulle strade "per non sporcare", sottolineando che, alla fin fine, la transumanza che piace è quella che non disturba, che non puzza, che non sporca, che attira il turismo con eventi folcloristici.

Diciamo, però, che forse amministratori e pastori, si occupano molto bene dei loro interessi e un po’ meno di quello degli animali. Perché, se è assolutamente vero che la transumanza permette loro di pascolare in zone sempre nuove con cibo sempre a disposizione, contrariamente a quanto si può immaginare le pecore “pascolanti” non godevano, e non godono, di una vita particolarmente agevole.

Trattandosi di animali molto miti, intanto, erano e sono soggetti all’attacco di animali predatori per quanto difese dai cani e dai pastori stessi. Poi, vivendo a stretto contatto con l’ambiente, le possibilità di contrarre malattie infettive erano molto elevate e nel passato le possibilità di prevenirle e curarle erano scarse. Malattie che creavano sofferenza agli animali, ma che potevano colpire anche l’uomo. Questa situazione è migliorata oggi per via di vaccini e medicine. Quindi, in conclusione,  ciò che viene da dire è che, certo la transumanza ha permesso di utilizzare al meglio le risorse ambientali, ma pensare che la vita delle pecore fosse particolarmente lieta e non parlare dello “stress” della pecora transumante non si può proprio fare.

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Simona Sirianni
Giornalista
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