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10 Maggio 2022
15:13

Patron premiato da Zelensky: continua la propaganda sul cane sminatore ucraino

Il presidente ucraino Zelensky ha premiato i soccorritori che si sono distinti per aver liberato il terreno dalle mine nemiche. Tra di loro anche il cane sminatore Patron.

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Alla vigilia del famoso 9 maggio e del discorso di Putin dalla piazza Rossa, il presidente ucraino Zelensky ha postato le foto della cerimonia di riconoscimento al merito dei soccorritori che si sono distinti per liberare il terreno dalle mine nemiche. Tra di loro anche il cane Patron "che ha già trovato 236 ordigni esplosivi".

Il cane sminatore è stato premiato alla presenza del presidente canadese Trudeau, ospite di Zelensky. Non è la prima volta che Patron, un Jack Russell artificiere di due anni, finisce sotto i proiettori dei media. Anzi, il piccolo "pallottola" come si chiamerebbe in italiano, ha anche un suo profilo Instagram e le sue "missioni" sono rimbalzate, nei giorni scorsi, anche in Italia e in particolare sull'account di Roberto Saviano. «Un cane ha un olfatto centomila volte superiore a quello umano. È in grado di percepire odori molti metri sotto terra. La capacità di muovere le sacche nasali gli permette di intuire la direzione esatta dell’odore. Questo è Patron, il suo talento olfattivo è riconoscere esplosivi. E in Ucraina ha fatto scoprire centinaia di mine nascoste e missili inesplosi».

Patron è piccolo, determinato, ispira tenerezza e "serve" la sua terra. Almeno così appare all'occhio di chi non si sofferma sull'individualità e sulle motivazioni di razza di Patron che è un cane sì addestrato alla ricerca ma in tempo di guerra è una scelta umana quella di farlo lavorare su mine che potrebbero – ovviamente – scoppiare.

L'idea che un cane sia votato di suo all'esaltazione e alla difesa di un'idea nazionale e politica è un messaggio scorretto. Quello che Patron fa, quello che i cani fanno è essere principalmente spinti e appagati dalla relazione instaurata con il proprio conduttore. Niente più. Raccontare l'operato di un cane artificiere in tempi di guerra a cosa serve dunque? La propaganda è ancora una volta dietro l'angolo, in questa guerra come in tutte le narrazione dei conflitti tra umani, ma oggi i canali di diffusione sono molti di più e sicuramente più attrattivi (e insidiosi).

L'account Instagram di Patron con soli 149 post ha 228mila follower e utilizza una narrazione in soggettiva, come fosse il cane a raccontarci imprese e riconoscimenti. «8 maggio 2022 – questo giorno rimarrà impresso nella mia memoria per tutta la vita, perché in questo giorno il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky alla presenza del Primo Ministro del Canada Justin Trudeau ha conferito al mio maestro il premio statale dell'Ucraina – l'Ordine di Coraggio III grado, e io con la medaglia "Per un servizio dedicato". Gloria all'Ucraina e alle forze armate
Tutto sarà Ucraina!!!».

Voi riuscite davvero a immaginare un Jack Russell "abbaiare" gloria all'Ucraina?

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Durante la prima Guerra Mondiale ai cani impegnati al fianco della Croce Rossa veniva riconosciuto il titolo di "Miglior amico dell'uomo". All'epoca la propaganda non era affidata alle bacheche dei social ma a manifesti altrettanto eloquenti, come il poster di Mildred Moody oggi battuto all'asta su diversi siti d'arte.

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"Persino un cane si è arruolato, perché non lo fai anche tu?", è il messaggio affidato all'immagine di un cane soccorritore in posa trionfale davanti a una città in fiamme, disegnato per influenzare l'opinione pubblica e spingere sempre più giovani ad entrare nelle fila dell'esercito.

I cani della Croce Rossa erano addestrati per entrare di notte nelle trincee e localizzare i soldati feriti, riconoscendo l'odore del sangue. Se trovavano un uomo ancora vivo gli era stato insegnato a consegnare il suo cappello a un ufficiale del corpo medico; soltanto all'alba i barellieri venivano inviati a salvare i soldati.

La collaborazione tra uomo e cane è stata instaurata migliaia di anni fa, ma spesso i talenti di questo magnifico animale sociale sono stati sfruttati sia per salvaguardare la sopravvivenza di una specie (la nostra), sia per far filtrare messaggi utilitaristici (sempre a vantaggio della nostra specie) e per gestire i nostri conflitti interni o esterni, fino a quelli drammatici di una guerra appunto.

Andando davvero indietro nel tempo, secondo l'interpretazione di alcuni murales egiziani i cani furono scatenati già contro i nemici in Egitto. Nel 2022 d.c., però, sarebbe ora di fare una riflessione ulteriore e porci una questione etica che la modernità non può trascurare.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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