La normativa nazionale non prevede nessun elenco di razze canine considerate pericolose per loro natura o per legge e, di conseguenza, non contempla percorsi formativi obbligatori collegati direttamente alla proprietà/detenzione di particolari razze.
In verità, una lista di questo genere era stata introdotta in passato mediante un’ordinanza del Ministero della Salute (pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel gennaio 2007). Vi rientravano numerose razze, tra le quali, per fare alcuni esempi noti, Rottweiler, Bulldog Amricano e Pitbull. Questa “black list” ebbe vita breve e fu presto eliminata per le proteste congiunte di tutti gli esperti e gli operatori del settore: veterinari, etologi, educatori cinofili. ecc..
Cosa dice la normativa statale attualmente in vigore
La normativa statale attualmente in vigore (Ordinanza del Ministero della Salute 6 agosto 2013 – “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”) stabilisce come a seguito di episodi di morsicatura o aggressione i servizi veterinari attivino un percorso mirato all’accertamento delle condizioni psicofisiche dell’animale e della corretta gestione da parte del proprietario. Dunque, nel caso in cui un cane venga ritenuto, per il suo comportamento concreto, a rischio elevato per l’incolumità pubblica, per il suo proprietario scatta l’obbligo di conseguire un patentino che attesti la frequentazione di un percorso di formazione specifica.
Detto percorso, come si legge sul sito del Ministero della Salute, è prescritto da un veterinario ufficiale, che può avvalersi della consulenza di un medico veterinario esperto in comportamento animale per una valutazione comportamentale sul cane. Il percorso prevede la trattazione approfondita di tematiche come l’etologia canina; lo sviluppo comportamentale in relazione alle diverse fasi della vita (da cucciolo a cane anziano); il benessere del cane: bisogni fondamentali e principali cause di sofferenza; la comunicazione intra ed extraspecifica.
Il linguaggio del cane: comunicazione olfattiva, acustica e visiva; la relazione uomo-cane: errori di comunicazione; come prevenire l’aggressività e i problemi di comportamento; la normativa vigente in materia di tutela del benessere degli animali d’affezione: obblighi e responsabilità del proprietario. A carico del proprietario di un cane valutato pericoloso sono previsti anche altri obblighi, come quello di stipulare una polizza assicurativa per la responsabilità civile verso terzi.
Il patentino per cani speciali: l'esperienza del Comune di Milano
Un’esperienza completamente diversa dal resto del Paese è attualmente in corso presso alcuni comuni (casi isolati per ora) tra cui, per citare il caso più noto, quello di Milano. Infatti, il regolamento per il benessere e la tutela degli animali del capoluogo lombardo, approvato nel 2020, ha introdotto l’obbligo di conseguire un patentino per tutti coloro che accudiscono un cane definito “speciale”. Insomma, un modo delicato per definire quei cani che si ritiene possano rappresentare un rischio maggiore per le persone e per gli altri animali.
Tra questi cani “speciali” rientrano razze come il Bulldog Americano, Cane da pastore del Caucaso, Cane da pastore Maremmano Abruzzese, Dogo Argentino, Cane Corso, Pitbull, Rottweiler, Cane lupo Cecoslovacco, ecc. Il “Patentino per i cani speciali” si ottiene frequentando un corso online che si compone di circa 10 ore di lezione. I partecipanti devono completare i vari moduli formativi e superare il test finale di verifica dell’apprendimento. Il costo per la partecipazione è pari a 50 euro.