Divieto di circolazione per le botticelle, creazione di corridoi faunistici per agevolare l’attraversamento in sicurezza delle strade, sospensione della patente e fermo del veicolo, con possibile revoca, in caso di condanna definitiva per abbandono di animali. Sono questi i tre punti cardine degli emendamenti al nuovo Codice della Strada presentati da Michela Vittoria Brambilla, deputata del gruppo di Noi moderati e prima firmataria, in qualità di presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente.
Sul fronte delle botticelle, contro cui da anni ormai si levano voci di abrogazione (complici gli ancora numerosi episodi di cavalli stramazzati al suolo per caldo e fatica), il gruppo interforze ha deciso di trasformare in emendamento la proposta di legge di Brambilla, che abroga l'art.70 del Codice della Strada e quindi elimina il servizio di piazza con veicoli a trazione animale o con slitte, lo cancella anche dalla legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea, e dà tempo un anno ai Comuni per adeguarsi ed eventualmente convertire le licenze già rilasciate in licenze per carrozze a trazione elettrica.
L’obiettivo è eliminare del tutto lo sfruttamento degli animali partendo dalla base, visto che a oggi i Comuni non sono riusciti (o ancora non hanno agito in questo senso) a emettere ordinanze tali da riuscire a istituire e mantenere il divieto anche davanti ai ricorsi presentati ai Tar. Emblematico il caso di Roma, città in cui le botticelle, considerate ancora come un mezzo di trasporto che omaggia la tradizione, sono diventate un tema politico a colpi appunto di ordinanze e ricorsi.
C’è poi l’emendamento dedicato ai corridoi faunistici, e in generale alle recinzioni per proteggere gli animali dal rischio investimento. In molte regioni italiane le strade tagliano parchi, riserve naturali, boschi e in generale habitat di specie selvatiche che si ritrovano spesso ad attraversare finendo travolti. Solitamente sono gli incidenti che coinvolgono lupi e orsi a catalizzare l’attenzione mediatica: basti citare il caso di Juan Carrito, l’orso marsicano confidente simbolo dell’Abruzzo morto a gennaio 2023 dopo essere stato investito sulla SS17 all'altezza di Castel di Sangro. Gli investimenti di volpi, ricci, caprioli e altri abitanti dei boschi sono però all’ordine del giorno, e pur facendo molto meno “rumore” a livello mediatico sono un danno pesantissimo alla biodiversità. L’istituzione di corridoi faunistici, passaggi sopra o sotto elevati che consentirebbero agli animali di attraversare le strade senza incrociare auto e mezzi pesanti, potrebbe salvare moltissime vite.
Si arriva poi al terzo emendamento, quello forse più controverso: la sospensione della patente per chi abbandona un animale, con fermo conseguente del veicolo, e la revoca in caso di condanna definitiva per questo reato. Del tema si era parlato già a luglio, con il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Matteo Salvini, che durante il Question Time al Senato aveva confermato che eraano al vaglio pene e sanzioni più severe in tema di maltrattamento e abbandono di animali.
«Stiamo valutando e proporremo al Parlamento modifiche per inasprire le sanzioni nei confronti di chi abbandona animali domestici su strada, arrivando fino alla revoca o alla sospensione della patente, perché oltre ad essere un atto di assoluta barbarie e inciviltà, rischia di mettere anche a repentaglio l'incolumità di coloro che viaggiano», aveva detto Salvini.
Qualche mese prima il leader della Lega aveva annunciato l’intenzione di presentare una proposta di legge, proprio a firma Lega, per inasprire le pene per chi abbandona, maltratta o uccide gli animali, con l’introduzione del reato di strage per chi dissemina bocconi avvelenati ed esche killer. La proposta prevede che la pena per chi maltratta un animale salga da due a sei anni di carcere, con l’aumento della metà se il maltrattamento viene filmato e diffuso online: una delle numerose proposte presentate nei mesi scorsi da diverse correnti politiche sempre con l’obiettivo di rendere più dure le pene relative ai reati contro gli animali. Attualmente l’abbandono di animali è un reato punito dall'articolo 727 del Codice penale sia con l'ammenda pecuniaria sia con l'arresto, e dispone che «chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro».
Gli emendamenti presentati. daBrambilla dovranno adesso essere esaminati e passati al vaglio: «Chiedo il sostegno di tutto il Parlamento – ha detto la deputata – perché queste sono misure importanti e di civiltà, ed è necessario che vengano inserite nel testo finale. L’Italia chiede che i diritti degli animali vengano rispettati, e non possiamo che dare corso a questa volontà”