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4 Gennaio 2022
14:16

Partenope, la storia del cane libero spaventato dai botti e salvato sul lungomare di Napoli mentre nuotava

«Dovremmo compiere di più questi gesti di solidarietà e aiutare sempre il prossimo, che si tratti di un essere umano o di un cane», dice Salvatore che ha salvato il cane caduto nelle acque del Lungomare a Napoli.

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Cagna Lungomare

«L'ho chiamata Partenope, ma ha un suo nome e una sua vita e presto tornerà libera come è sempre stata e accudita dai suoi umani di riferimento». E' Salvatore a raccontare a Kodami tutta la storia della cagna che ha salvato sul Lungomare di Napoli la notte del 2 gennaio 2022: si tratta di una femmina ed è un cane libero con una storia esemplare da tanti punti di vista, sia nel bene (il lieto fine) che nel male (i botti).

«Lavorando di notte ho visto succedere molte cose strane, ma quando un passante mi ha detto che c'era un cane che nuotava in mare non potevo crederci. Una volta arrivato sul molo ho visto che la cagna era sfinita ma continuava a dirigersi verso il largo: l'acqua era gelida e andava verso morte certa. Così senza pensarci l'ho chiamata con qualche fischio, allora si è girata verso di me e appena arrivata vicino alle barchette del porticciolo l'ho presa», così Salvatore ricorda quel momento drammatico.

Salvatore ha 28 anni ed è il cameriere di un noto chalet sul lungomare partenopeo. Dopo averla recuperata, lei è rimasta a casa con lui: «Ho scelto coscientemente di portarla a casa mia e non in un canile – aggiunge – Perché è anziana e all'inizio pensavo fosse cieca, poi ho notato che aveva le cataratte. Un cane anziano, per giunta nelle sue condizioni, non ha molte opportunità di uscire da questi posti una volta entrato, quindi l'ho portata a casa con me in attesa dell'adozione giusta».

A fare da intermediario e a diffondere la storia è stato il consigliere regionale campano Francesco Emilio Borrelli che ha postato sui social il video del suo salvataggio e un appello per ritrovare i suoi umani. La cagna indossava infatti un collare antipulci, segno che qualcuno che l'accudiva effettivamente c'era.

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E così si è scoperto che non si tratta di un animale abbandonato ma di un cane libero di quartiere, seguito dagli abitanti di Barra, quartiere alla periferia est di Napoli. La cagna è fuggita la notte del 31 dicembre a causa del terrore dei botti e per due giorni ha vagato per la città confusa e disorientata al punto tale da buttarsi in acqua.

«Era molto spaventata e infreddolita – racconta ancora Salvatore – Io e i miei colleghi abbiamo passato la notte ad assisterla, per farle passare la paura ed evitare che andasse in ipotermia. È buonissima, subito si è fatta prendere e condurre, non ha mai mostrato segni di aggressività, al contrario si vede che ama il contatto con le persone».

«Quando l'ho vista aveva già fatto un lungo tratto verso il largo, era in panico totale, non voglio pensare cosa sarebbe successo se nessuno l'avessi notata», sottolinea Salvatore.

Il terrore dei botti spinge alla morte a ogni San Silvestro almeno 5mila animali, tra domestici e selvatici, secondo i dati del report WWF del 2019. Il rumore causa molti danni anche a coloro che sono nelle case delle famiglie, come racconta il video realizzato da Kodami per spingere le persone a "entrare nella pelle" degli animali e vivere gli effetti che i fuochi d'artificio hanno su di loro.

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Se non fosse stata salvata, anche la cagna di Barra sarebbe diventata un numero nel bilancio degli animali che hanno trovato la morte durante le celebrazioni del 2022. L'ordinanza in extremis del sindaco Gaetano Manfredi non è riuscita infatti ad evitare numerose esplosioni a Napoli. «I cani hanno un udito molto più sensibile del nostro – sottolinea Salvatore – Nella mia famiglia ci sono 4 cani e vedo bene le conseguenze che rumori tanto forti hanno su di loro».

Soprattutto , poi, i problemi sono ancora più forti su individuo anziano come lei: «Affidandosi per abitudine più all'udito che alla vista, anche a causa delle cataratte, i botti avranno avuto un effetto particolarmente sconvolgente su di lei».

«Voglio lanciare due appelli – conclude Salvatore – iIl primo contro i botti che causano moltissimi danni e la fuga di tanti cani e gatti. Un fatto ancora più grave quando accade ad animali liberi, come abbiamo visto». Il secondo appello è invece diretto ai suoi coetanei: «Sono rimasto sorpreso del fatto che i passanti abbiano chiamato me da dentro lo chalet, piuttosto che recuperare il cane in prima persona. Dovremmo compiere di più questi gesti di solidarietà e aiutare sempre il prossimo, che si tratti di un essere umano o di un cane.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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