«I due rifugi indicati dalla LAV sono un’opzione che il TAR potrà prendere in considerazione per formulare il giudizio che sarà rilasciato nel corso dell’udienza collegiale di sospensiva confermata per il prossimo 11 maggio». E' questo il parere che ISPRA ha depositato al Tribunale Amministrativo Regionale che mette un punto importante a favore della proposta fatta dalla Lav e dalla Lac per evitare la condanna a morte che pende sull'orsa JJ4 da parte della Provincia di Trento.
La notizia della deposizione del parere positivo dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale si aggiunge a una dichiarazione importante che questa mattina il Ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin ha fatto ai microfoni di "Radio Anch'io": «Se troviamo un luogo dove portare l'orsa non diamo la soluzione abbattendola. Spero che si riesca a dare una soluzione di trasferimento da qualche parte».
Quanto detto da Ispra è un tassello importante perché cambi il destino dell'animale che è stato identificato come responsabile della morte di Andrea Papi, il runner che ha incontrato l'orsa durante una fatale passeggiata sul monte Caldes in Trentino e il cui corpo è stato trovato nella notte tra il 5 e il 6 aprile. E' Ispra, infatti, che come precisato ieri anche dal Pichetto Fratin ha il compito di dare un indirizzo scientifico dal punto di vista istituzionale. «Da Ministro – ha detto il titolare del Dicastero dell'Ambiente e della sicurezza energetica – posso solo esercitare una funzione di indirizzo, che non può che basarsi peraltro sul parere scientifico dell'Ispra, delegata a questa funzione. Parere che contempla tra le misure possibili, in situazioni di estremo pericolo, anche la soppressione degli animali. La procedura prevede infatti che il Ministero sia chiamato in causa esclusivamente al fine di fornire, appunto attraverso l'Ispra, un parere consultivo e non vincolante».
Il TAR dovrà esprimersi sulla richiesta del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, di procedere con eutanasia alla morte dell'orsa che intanto è imprigionata, dopo la cattura in cui appunto è stato riscontrato che è madre di tre cuccioli, al rifugio del Casteller. Fugatti aveva chiesto al Tar di anticipare la risposta ma la richiesta è stata rigettata e la data in cui si avrà la sentenza del Tribunale amministrativo ad oggi è fissata al 2 maggio. E' bene sottolineare, comunque, che quello di Ispra è solo un parere tecnico e l'ultima decisione spetta comunque alla Provincia lì dove il Tar dia l'ok a procedere alle istanze di Fugatti.
«Nei prossimi giorni ed entro i termini previsti, depositeremo tutta la documentazione tecnica necessaria ad attestare anche i requisiti di sicurezza delle due strutture – ha sottolineato Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV Animali Selvatici – Così che il TAR possa assumere la sua decisione nella massima serenità anche alla luce dell’apertura dichiarata ieri dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin a soluzioni alternative alle uccisioni».
La Lav, inoltre, ha deciso di appellarsi direttamente al Presidente della Repubblica e alla Presidente del Consiglio dei Ministri per la salvaguardia degli altri orsi nel mirino di Maurizio Fugatti. «Ci appelliamo a Sergio Mattarella, in quanto garante della Costituzione e dell’articolo 9 che assicura la tutela della biodiversità e degli animali, e alla Presidente del Consiglio Meloni affinché Fugatti venga richiamato al suo ruolo che non è quello di sceriffo e affinché la gestione degli orsi – che è più grande di una provincia – torni allo Stato e venga affidata ad un pool di esperti e coinvolga l’Europa con il mandato di implementare su tutto l’arco alpino un serio progetto di convivenza basato sulle migliori pratiche sviluppate in tutto il mondo nelle aree di presenza degli orsi di informazione e prevenzione», ha concluso Vitturi.
Sulla situazione generale della presenza di orsi lo stesso ministro dell'Ambiente ha sottolineato anche in questo caso l'apertura agli spostamenti, sottolineando per la prima volta anche che il numero elevato è stato comunque dettato anche da scelte che hanno tenuto conto di "fini turistici" da parte degli amministratori locali: «La questione che ha fatto emergere questo gravissimo episodio è che in quella realtà ci sono circa 120 orsi. Una realtà dove dovrebbero essercene 40 e dove gli altri sono stati immessi con una scelta dell'uomo, con una scelta locale e fatta per a fini turistici. Man mano sono aumentati a dismisura e adesso, chiaramente, la situazione va ricondotta all'ordine. Che significa un piano di trasferimento e allargamento con più territori, perché il problema esiste».