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30 Maggio 2022
11:12

Parco di Paneveggio: i galli cedroni minacciati dalle opere di sgombero del legname abbattuto

Durante la stagione degli accoppiamenti dei galli cedroni, hanno avuto inizio i lavori di sgombero del legname di Vaia nel Parco Naturale di Paneveggio - Pale di San Martino. L'ente parco ha scritto alla Provincia e le opere sono state bloccate in attesa di un accordo.

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Nel Parco di Paneveggio – Pale di San Martino, in provincia di Trento, hanno avuto inizio i lavori di sgombero del legname abbattuto durante la tempesta Vaia del 2018. La presenza degli alberi al suolo, infatti, rischia di amplificare la propagazione del bostrico, un piccolo coleottero lignicolo che scava gallerie nel legno sottocorticale, formando i caratteristici disegni a raggiera e causandone in pochi giorni la morte.

Le operazioni di sgombero, però, hanno avuto inizio proprio nei pressi di alcune arene di canto dei galli cedroni e, per giunta, in concomitanza con la stagione degli amori di questa specie, protetta da numerose normative nazionali ed internazionali e fortemente minacciata dal disturbo antropico, dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento ambientale.

«Abbiamo scritto immediatamente al Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento e all'Ufficio Aree Protette. Per il momento i lavori sono stati bloccati e siamo in attesa di un accordo tra i due uffici – spiega a Kodami il direttore del Parco, Vittorio Ducoli – Noi stessi siamo stati avvisati solo pochi giorni fa della decisione di operare in questo momento dell'anno».

Le arene di canto del gallo cedrone

Il gallo cedrone è un animale molto esigente dal punto di vista dell'habitat ed estremamente territoriale. Quando si sente minacciato, è disposto ad intervenire con coraggio ed ostinazione nei confronti degli avventori. Questo tetraonide, infatti, si lancia in temibili agguati agli ignari passanti, soprattutto se ci si trova nei pressi delle sue arene di canto, ovvero le porzioni aperte e ben definite di foresta dove, proprio in questo periodo dell'anno, effettua il suo caratteristico rito amoroso, che consiste in una danza, anche detta "parata", svolta nell'intento di conquistare le femmine.

Tra aprile e i primi giorni di giugno, la territorialità diventa particolarmente accentuata anche nei confronti dei suoi simili, considerati potenziali minacce e rivali da cui difendersi. «Questi curiosi comportamenti fanno di lui un animale per cui molti escursionisti, zoologi ed appassionati provano un'estrema simpatia – racconta Ducoli – L'opinione positiva che ne deriva, fa in modo che non rischi di rimanere vittima di persecuzioni o bracconaggio, ma purtroppo soffre comunque il disturbo antropico e i cambiamenti climatici».

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«La popolazione del parco è vitale, ma rappresenta una grande responsabilità»

Le popolazioni di galli cedroni stanno vivendo un forte calo sull'arco alpino. Secondo quanto riportato dalla IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), infatti, a partire dai primi anni del 2000 il declino ha raggiunto il 20% in Svizzera, mentre in Austria è arrivato addirittura al 40%. Nel Parco Naturale di Paneveggio – Pale di San Martino, invece, la specie sta vivendo un periodo di particolare benessere.

«Abbiamo la fortuna di ospitare una delle popolazioni di gallo cedrone più grandi dell'arco alpino e, infatti, è una delle specie più importanti per il nostro parco – spiega il direttore – Negli ultimi anni abbiamo notato una presenza significativa di maschi cantori nelle arene di canto. Ovviamente, di fronte a questi dati, ci siamo chiesti quali possano essere i fattori in grado di condizionare positivamente la loro vita e, seppure si tratti di una risposta controintutiva, il benessere potrebbe riguardare proprio l'avvento di Vaia».

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Secondo il direttore del Parco, infatti, sebbene il graduale innalzamento delle temperature obblighi il gallo cedrone a trovare nuovi ambienti ad altitudini più elevate, lo schianto degli alberi avvenuto nel 2018 potrebbe avere addirittura migliorato le condizioni del loro habitat: «Si tratta di ipotesi che andranno approfondite – sottolinea – ma grazie alla presenza a terra dei tronchi, potrebbe trovare più ripari e maggiore protezione dai predatori».

Sebbene la popolazione sia vitale e non sia vulnerabile come in altre zone d'Europa, quanto accaduto in questi giorni ha rischiato, però, di compromettere le attività di accoppiamento, causando una potenziale riduzione delle nascite. «Purtroppo non è la prima volta che accadono fatti di questo genere – spiega Ducoli – Il Parco Naturale di Paneveggio – Pale di San Martino, però, fa capo alla Provincia di Trento e ci possiamo solo limitare a sperare che, quanto accaduto in questo periodo, sia l'occasione per raggiungere un chiarimento definitivo. Gestire una popolazione vitale di una specie così delicata è una grande opportunità da cui deriva, però, anche un'enorme responsabilità. Abbiamo la necessità di concorrere, tutti insieme, nell'intento di evitare qualunque potenziale fattore di disturbo, continuando a sensibilizzare con ogni mezzo possibile per ottenere una tutela che sia reale e completa».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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