Una marea di palloncini e lanterne che si alza in volo nella notte napoletana di fine estate. Un'immagine poetica ma dietro la quale si nasconde un'insidia di grande proporzione per l'ambiente e la fauna.
Durante l'Holi Festival che si è tenuto nel weekend 10-11 settembre alla Mostra d'Oltremare di Napoli, il più grande centro fieristico del Mezzogiorno, uno degli spettacoli prevedeva proprio il rilascio in aria di un gran numero di palloncini. Forse il momento più atteso del calendario di eventi in programma per la rassegna del Festival dell'Oriente.
Se gettare una carta per terra è ormai un gesto che indica maleducazione e disinteresse nei confronti dell'ecosistema, altrettanto non avviene quando si lascia andare palloncini, realizzati in lattice o plastica metallizzata. Oggetti che cadranno a terra e che, nel caso di una città costiera come Napoli, si riverseranno soprattutto in mare.
Una volta in acqua galleggeranno fino a quando non saranno accidentalmente ingeriti da pesci, avifauna e tartarughe caretta caretta, le più comuni in Italia.
A segnalare la pericolosità di questa pratica è il consigliere regionale Francesco Borrelli: «In molti credono che quello di far volare dei palloncini sia un gesto divertente ed innocente. È, invece, molto pericoloso e nocivo e la gente deve saperlo, bisogna dare le giuste informazioni al riguardo affinché tutti possono prendere coscienza del problema».
L'esponente dei Verdi, uno dei partiti col programma più attento ad animali e ambiente, ha sottolineato che: «Una volta liberati in cielo, i palloncini fluttuano per chilometri prima di accasciarsi a terra o in mare. I pezzi di palloncini che volano, secondo i dati dell’University of Tasmania pubblicati da Ocean Conservancy, sono il terzo rifiuto più pericoloso per tartarughe, uccelli marini e foche. La plastica morbida che li compone, se ingerita da un animale, ha 30 volte più possibilità di ucciderlo rispetto alla plastica dura come quella delle bottiglie».
Il timore di chi si occupa di protezione animale e ambientale è che il lancio dei palloncini, con l'implicito rilascio di migliaia di rifiuti in mare e sulla terra, possa ripetersi nel fine settimana del 17-18 settembre, in concomitanza con la chiusura del Festival dell'Oriente partenopeo e del concomitante Holi Festival.
L'Holi Festival nasce come festività indù, nota e replicata in tutto il mondo grazie alla particolare usanza di lanciare polveri colorate come segno tangibile dell'arrivo della primavera dopo il periodo invernale.
Come spesso avviene quando l'Occidente si appropria di una tradizione altra, l'Holi ha perso l'originario aspetto spirituale di celebrazione della natura e dei suoi colori dopo il grigiore invernale, sovvertendo quella comunione con l'ambiente che storicamente l'ha caratterizzata.
«Va bene divertirsi – ha concluso Borrelli – ma bisogna farlo rispettando l’ambiente e la fauna».
Incontri come questi riaccendono il problema dell'impatto dei grandi eventi sull'ecosistema, come avevamo già sottolineato parlando dell'impatto dei mega concerti del Jova Beach Party hanno sul Fratino, il piccolo trampoliere a un passo dall'estinzione.