Procede l’iter per il riconoscimento come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità del Palio di Siena. Tra pochi giorni, come ha annunciato il Rettore del Magistrato delle Contrade Emanuele Squarci, è in programma una visita a Siena per una verifica da parte del Ministero della Cultura della situazione degli oggetti immateriali sottoposti a tutela, premessa per passare poi alla seconda fase ovvero l’inserimento del Palio nel patrimonio immateriale. Non tutti sono d'accordo con questa iniziativa, soprattutto, il mondo di chi protegge gli animali ed è contro il loro sfruttamento.
Tra queste l’associazione "Rispetto per tutti gli animali" che, alla fine dell'edizione scorsa, ha promosso una petizione con l'obiettivo di raggiungere le 500 mila adesioni per tentare la strada del referendum per la cancellazione della storica quanto controversa competizione equina e di tutte le altre rievocazioni storiche che prevedono l'impiego degli animali.
Gli attivisti, partendo dal presupposto che gli animali sono esseri senzienti, sostengono che nel Palio non ci sia alcun rispetto per i cavalli usati come oggetti, alla stregua di un mezzo, sottolineando che gli animali morti sono stati tanti nel corso del tempo, così come innumerevoli sono gli incidenti che avvengono durante la selezione dei cavalli portati a correre, le prove e la gara vera e propria.
L’associazione va anche più nello specifico, spiegando il motivo tecnico per cui avvengono gli incidenti: la pista dove si corre ha due curve di 90°, ragione per cui un cavallo lanciato nella corsa, rischia con una probabilità altissima l’incidente e di veder finire la sua vita. Alla luce di tutte queste ragioni il Palio, scrivono gli attivisti, «non può e non deve essere un Patrimonio dell’Unesco, visto che nella manifestazione di cultura non ce n’è nessuna».
Ad attaccare l’ultima edizione l’estate scorsa di questo «torneo anacronistico che non ha più ragione d’essere in un’epoca dove cresce e si consolida una sensibilità che non vuole usi e abusi sugli animali» anche gli animalisti dell’Oipa i quali, dopo aver nuovamente dovuto assistere all’infortunio di due cavalli hanno lanciato l’ennesimo appello per chiedere lo stop visto che ogni anno «si conferma una manifestazione pericolosa, che mette a repentaglio la vita dei cavalli e offende la sensibilità di chi ama e rispetta gli animali».
Queste sono solo alcune delle voci che invocano la fine di questa tradizione che vede però il sostegno del Comune ente organizzatore e anche, bisogna dirlo, di molti cittadini e turisti che arrivano apposta per assistervi. Pur con tutte le campagne di sensibilizzazione purtroppo il selciato di piazza del Campo continua a essere scenario per ferimenti o morti dei cavalli che terminano o continuano con difficoltà la loro esistenza a causa di fratture, lacerazioni e emorragie. Il numero delle morti accertate finora è 43: l’ultimo, per ora, è stato Raol, al Palio Straordinario dell’ottobre 2018.