Una manifestazione nel nome di Oscar, il maremmano bianco morto sul traghetto che lo stava trasportando a San Vincenzo perché all’Isola d’Elba non c’era a disposizione un veterinario disponibile a curarlo. Partirà il 30 aprile alle 18:00 da Portoferraio e cercherà di coinvolgere tutti i cittadini dell’isola che negli anni hanno dovuto subire la mancanza di un canile e di pronto soccorso sull'isola che operasse 24 ore su 24 e che potesse essere punto di riferimento per gli animali in difficoltà.
Oscar, uno splendido maremmano di soli tre anni e mezzo, infatti non sarebbe morto se l'Elba avesse collegamenti con la costa toscana anche in orario serale o emergenziale. Invece dalle 21 della sera alle 5 del mattino gli isolani e i loro animali sono come bloccati, impossibilitati a lasciare l’isola qualsiasi cosa accada, anche per la peggiore delle emergenze.
Oscar sarebbe ancora vivo anche se l'Elba avesse una clinica veterinaria e un pronto soccorso veterinario in grado di prestare aiuto e assistenza immediati. Sara, la giovane elbana di Procchio che aveva scelto Oscar perché sopravvissuto ad una cucciolata insieme a due fratelli, ha deciso che questa sarà la sua battaglia e domenica alle 18:00 sarà a Portoferrario alla testa della manifestazione. «Perché glielo devo. E perché penso che sia importante per chi ama gli animali, come me».
Tutte le associazioni animaliste locali, Animal Project Onlus, I Ragazzi del Canile, ENPA Isola d’Elba, A.T.A.R. Associazione Tutela Animali Rio e I Sogni di Anna, l’hanno supportata dopo che un suo post su Facebook che denunciava la morte di Oscar come risultato di questa anacronistica situazione era diventato virale e la loro storia finita sui giornali. E dopo il sostegno ricevuto anche dal consigliere regionale della Lega, Marco Landi, è nata l’idea della manifestazione che domenica partirà dal centro di Portoferraio che con i suoi oltre 11 mila abitanti costituisce il centro più popoloso dell’isola.
«Non mi interessano le polemiche – ci spiega al telefono – voglio solo che si trovi una soluzione a questo problema. Ho chiamato tutti i veterinari dell’isola (che non superano i dieci, ndr) quando Oscar ha cominciato a sentirsi male ma nessuno era disponibile. Erano le 20,30 e poco dopo partiva l’ultimo traghetto, se ci fosse stato un altro traghetto più tardi o se sull’isola ci fosse un pronto soccorso veterinario h24, Oscar forse sarebbe ancora vivo». Cosa è successo dopo? «Ho dovuto aspettare il primo traghetto all’alba. Alle cinque mi sono imbarcata ma prima ancora di arrivare a San Vincenzo dove avevo allertato la clinica veterinaria che ci aspettava, Oscar era morto. Probabilmente per una torsione, che avrebbe potuto essere operata». Alla comprensibile disperazione seguita a quella morte che, con buona probabilità, poteva essere evitata, Rita ha dato sfogo attraverso i social. Il suo post su Facebook in cui raccontava quello che era successo è rimbalzato un po’ ovunque scatenando la partecipazione di altre persone e soprattutto riportando a galla problemi mai risolti sull’isola ma ben presente a chiunque ci viva con un animale. «Ma ad eccezione del Simone Barbi, il sindaco di Marciana e di Marco Landi, non ho avuto risposta da nessuno. Spero di vederli almeno alla manifestazione di domenica».
Le associazioni: «Il progetto del canile fermo da anni malgrado 350 mila euro già stanziati»
Che Oscar sia l’ennesima vittima della mancanza di una reperibilità veterinaria H24 all’Isola d’Elba è anche la posizione delle associazioni animaliste dell’isola che infatti hanno subito offerto a Sara la loro collaborazione. «È giunto il momento di dire basta! – denunciano – Ormai da anni l’iter per il Progetto per la realizzazione del canile e gattile comprensoriale, con annessa clinica veterinaria H24 è fermo, nonostante ci sia una Convenzione firmata dai Sindaci nel 2018, un progetto cantierabile e 350.000 euro già stanziati dalla GAT. Siamo in attesa della chiusura dell’iter per la copertura della spesa residua da parte della Regione. Ma, nel frattempo, gli animali continuano a morire». L’obiettivo della protesta è proprio quello di rendere sicura l’Elba anche per i suoi animali: «chiediamo che i Comuni elbani si attivino concretamente per la realizzazione del progetto e, in attesa, valutino e attuino ogni possibile soluzione tecnica per garantire un soccorso tempestivo ai nostri animali, ivi compresa la stipula di una convenzione con un soggetto pubblico o privato per il trasporto d’urgenza in continente».
Oscar, grazie all’impegno delle volontarie Valeria Testa, Alba Alico e Marina, si era salvato dalla furia del pastore che voleva disfarsi di lui e degli altri dieci cuccioli della cucciolata evidentemente indesiderata. Sara, che aveva letto la sua storia, aveva risposto all’annuncio e se lo era andato a prendere, ancora piccolissimo, a sud di Roma. «E malgrado in tantissimi mi abbiano scritto dopo la morte di Oscar per offrirmi i loro cani, aspetterò di trovarne un altro da salvare da una brutta situazione, proprio come è successo con Oscar- racconta – non rientra nella mia filosofia prendere un cane da un allevamento. E spero che sia un maremmano, perché vorrei che questi cani venissero considerati n modo diverso: in molti pensano che si tratta di cani difficili da gestire, ma non è così».