Un altro orso è stato investito in Trentino. Questa volta l'incidente è avvenuto lungo la strada che da Andalo porta a Fai della Paganella, durante la serata di martedì 11 ottobre. A comunicarlo è la Provincia Autonoma di Trento in una nota, in cui aggiunge la testimonianza dell'uomo che si trovava al volante.
«L'autista dell'auto ha riferito che l’orso è apparso improvvisamente in mezzo alla carreggiata e l'impatto è stato dunque inevitabile». L'uomo ha quindi avvertito immediatamente i Vigili del Fuoco e, grazie anche all'intervento delle unità cinofile del Corpo forestale, è stato constatato che, nonostante le ferite, l'orso è riuscito a dileguarsi nei boschi sopra all'abitato.
L'incidente riapre il dibattito sui corridoi faunistici
L'incidente è avvenuto esattamente a un anno di distanza da un fatto molto simile che ha causato la morte di F9, una femmina adulta nata nel 2010, che ha perso la vita il 15 ottobre 2021 sulla statale SP34, nei pressi dell’abitato di Ragoli, a Sud delle Dolomiti di Brenta.
Nella notte tra il 14 e il 15 maggio scorso, invece, in Bassa Val di Non, era stato investito il giovane M78 che, in seguito all'incidente ha trascorso 20 giorni al Casteller per guarire le fratture alle zampe anteriori.
Poco più di un mese fa, invece, vicino al Passo del Tonale, alcuni passanti avevano individuato il corpo di un cucciolo di orso di circa 7 mesi, senza vita sul bordo della strada. In questo caso, l'autista si era allontanato dal luogo dell'impatto senza avvisare le autorità e, secondo le analisi effettuate successivamente, sono passate molte ore prima che il ritrovamento venisse denunciato alla Forestale.
«Chiediamo da anni alla Provincia Autonoma di Trento di predisporre corridoi faunistici che possano finalmente diminuire le possibilità di impatto con gli autoveicoli e i motoveicoli – commenta a Kodami Ivana Sandri, presidentessa della sezione trentina dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) – La costruzione di strade che intercettano i passaggi utilizzati dalla fauna selvatica, infatti, causa situazioni di pericolo sia per gli animali che per le persone».
Secondo Sandri, però, i rischi non riguardano solo la fauna selvatica, ma anche chi conduce i mezzi lungo le strade del Trentino: «Proviamo ad immaginare, ad esempio, quali potrebbero essere gli effetti dell'impatto fra una moto e un orso o un cervo?».
La costruzione di questi corridoi, inoltre, secondo la presidentessa della sezione trentina di Enpa, potrebbe favorire anche l'ampliamento dell'habitat delle specie: «Questa soluzione agevolerebbe il passaggio degli orsi verso nuovi territori, come auspicato dal progetto LifeUrsus oltre 20 anni fa».
«Il 90% degli incidenti avviene lungo il 30% della rete stradale»
Non tutte le strade trentine, però, sono interessate in egual misura al fenomeno degli investimenti di fauna selvatica e lo aveva ribadito lo scorso inverno anche Filippo Degasperi, Consigliere provinciale di Onda Civica, che aveva proposto una mozione chiedendo alla Giunta di presentare uno studio di fattibilità sui corridoi faunistici. La soluzione proposta da Degasperi, venne però considerata troppo costosa e, in alternativa, venne accolta la mozione del consigliere Gianluca Cavada, che prevedeva la promozione dell’utilizzo di termo camere, considerate una scelta più economica.
Un'ulteriore alternativa messa in atto dalla Provincia ha riguardato il posizionamento di sagome di caprioli in alcuni tratti particolarmente trafficati. e, il responsabile del servizio, Giovanni Giovannini, aveva spiegato a Kodami: «Abbiamo dialogato anche con la Provincia di Bolzano e con il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Per il momento nessuno ha ancora attuato una soluzione completamente soddisfacente».
Ciò nonostante, secondo Enpa, non si potrà attendere a lungo per riuscire ad individuare l'intervento adeguato per ridurre l'entità del fenomeno: « Il 90% degli investimenti avviene in circa il 30% della rete stradale – conclude Sandri – Al fine della tutela della fauna e della sicurezza delle persone, la costruzione dei corridoi faunistici non è più differibile».