Alle 15 di venerdì 17 marzo, a Trento, torneranno in piazza gli attivisti di Assemblea Antispecista e del collettivo Scobi per la campagna Stopcasteller, nata al tempo della reclusione di M49 e tornata rapidamente in attività in seguito alle dichiarazioni del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, intenzionato ad abbattere MJ5, l'orso protagonista dell'aggressione avvenuta il 5 marzo in Val di Rabbi.
Gli organizzatori dell'evento, con lo slogan "Corri orso, corri" chiedono una mobilitazione popolare da parte dei trentini, in modo da riuscire ad affiancare le numerose voci che stanno arrivando da tutta Italia in solidarietà del plantigrado, il secondo più anziano nel territorio della Provincia Autonoma, figlio di Maja e Joze, arrivati entrambi dalla Slovenia, oltre 20 anni fa, nell'ambito del Progetto LifeUrsus.
«Gli orsi sono perseguitati da anni perché la giunta asseconda interessi particolari invece di favorire la convivenza in un territorio fortemente antropizzato – scrivono gli attivisti nella nota in cui presentano l'evento – Saremo in piazza in favore di un’etica della convivenza, per un’educazione a condividere il territorio con le altre specie che lo abitano».
In piazza ci sarà anche Francesca Manzini, attivista del collettivo Scobi di Rovereto, che a Kodami anticipa: «Durante il presidio ribattezzeremo MJ5 con il nome di Johnny, come il partigiano del famoso romanzo di Beppe Fenoglio, capace di nascondersi a lungo sulle alture del Piemonte – e aggiunge – Sappiamo che dare un nome a un animale è un atto di antropocentrismo, ma aiuta a ricordare che l'orso ha un'individualità. Con questo gesto dimostriamo il nostro supporto affinché continui a scappare».
«Le parole di Fugatti sono gravi. Ispra prenda posizione»
L'interesse degli attivisti è anche quello di richiedere una presa di posizione da parte di Ispra: «Fugatti ha dichiarato di avere l'intenzione di procedere con il proprio piano di abbattimento indipendentemente dalla risposta che riceverà, ma questa è un'affermazione decisamente grave», commenta Manzini.
Nel frattempo, però, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha rimandato la decisione alla Giunta Provinciale, sottolineando l'importanza di valutare l'incidente del 5 marzo scorso nella sua specificità: «Sono certo che la Provincia Autonoma saprà prendere la decisione più opportuna, tenendo conto del previsto parere dell’Ispra – e precisa – È necessario trovare una soluzione che assicuri l’incolumità di escursionisti e turisti, in linea con le normative nazionali e comunitarie a tutela delle specie protette e nell’ambito del Piano d’azione per la conservazione dell’orso bruno (Pacobace). Occorre valutare dunque il caso nel dettaglio, accertando la situazione nel suo complesso e l'effettivo grado di pericolosità dell’animale».
Alessandro de Guelmi, veterinario esperto in fauna selvatica che, in passato, si è occupato della doppia cattura di M49, soprannominato "Papillon", si schiera invece al fianco di Stopcasteller. In un reel pubblicato poco prima della manifesazione sul profilo instagram di entrambe le associazioni organizzatrici del presidio, si dice contrario all'abbattimento. «Immaginiamo quante persone possa aver sentito nella sua vita, nella zona della Val Rendena e della Val di Tovel, dove vive per la maggior parte del tempo – spiega il veterinario nell'intervista – Se ne è sempre andato. In questo caso è avvenuto un incontro, ma non vedo in MJ5 un'aggressività recidivante».
Manzini ritiene che l'opinione di de Guelmi dia ulteriore valore alle richieste delle associazioni: «Sostenere che Mj5 sia pericoloso in seguito a un solo incidente è scorretto, oltre che ingiusto».
Vi è, inoltre, un ulteriore aspetto che le associazioni vogliono portare all'attenzione delle amministrazioni: «6 mesi fa ha perso la vita F43 a causa della telenarcosi, quale effetto potrebbe avere la sedazione su un orso di 18 anni? Quali sono i rischi per la sua salute? Non si può evitare di pensare a questi dettagli».
Per tutti questi motivi gli attivisti invitano i cittadini di Trento a prendere posizione e scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso: «Le posizioni di supporto provenienti da politici distanti, come Michela Brambilla o Vittorio Sgarbi sono solo parole che non hanno alcun effetto concreto – e conclude – Affinché venga alla luce l'immobilismo di questa Giunta, serve un'attivazione popolare, che dimostri la contrarietà di chi non è d'accordo con una gestione faunistica che pensa solo ad accaparrarsi i voti per le prossime elezioni provinciali previste per l'autunno 2023».