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11 Maggio 2021
13:00

Orso catturato e radiocollarato in provincia di Bolzano

Il 10 maggio è stato sedato, catturato e radiocollarato un orso in Alto Adige, a pochi chilometri da Merano, dove solo qualche giorno fa aveva predato alcuni capi di bestiame. La Provincia Autonoma di Bolzano, a differenza del vicino Trentino, è interessata solo raramente dalla presenza del plantigrado, ma comunica in modo trasparente i dati dei rimborsi offerti ai produttori interessati dalle perdite causate dagli orsi.

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Il 10 maggio un orso è stato avvistato dalle fototrappole, raggiunto, narcotizzato e dotato di radiocollare per monitorarne gli spostamenti, prima di venire rimesso in libertà. L'animale da qualche settimana si aggirava intorno all'abitato di Marlengo, a pochi chilometri da Merano, in Alto Adige. L'Ufficio caccia e pesca della Provincia Autonoma, diretto dall'ex sindaco di Bolzano e già direttore del Parco dello Stelvio Luigi Spagnolli, in collaborazione con il Servizio veterinario provinciale si è occupato delle operazioni sull'animale che, nei giorni scorsi si era fatto riconoscere per aver predato alcune capre e pecore di un piccolo allevamento della zona.

«Abbiamo posizionato le fototrappole lungo il sentiero dove l’orso era solito spostarsi – spiega Spagnolli, nel comunicato stampa pubblicato sul sito della Provincia autonoma – e una volta individuato il punto in cui transitava più di frequente, abbiamo piazzato una trappola che ci ha consentito di narcotizzarlo. Successivamente gli è stato applicato il collare che ci consentirà di monitorarne i movimenti sul territorio».

Orsi in Alto Adige: la Provincia offre recinzioni elettriche in comodato d'uso gratuito

Sebbene la presenza degli orsi sia solida ed in continuo aumento all'interno del territorio trentino, dove i plantigradi sono stati reinseriti oltre 20 anni fa tramite il progetto europeo Life Ursus, solo saltuariamente questi grandi carnivori vengono avvistati nelle zone limitrofe della più settentrionale Provincia di Bolzano. Un esempio noto è stato quello di M49, l'orso ribatezzato dall'allora Ministro dell'Ambiente Sergio Costa "Papillon". M49 era scappato dal recinto trentino del Casteller, aveva portato avanti una lunga fuga attraverso le valli a cavallo tra Trentino e Alto Adige, raggiungendo gli impianti sciistici di Obereggen in Val d'Ega, prima di venire catturato definitivamente sulla catena del Lagorai ed essere trasferito nuovamente al Casteller il 7 settembre 2020.

Secondo quanto riportato dal sito della Provincia Autonoma di Bolzano, attraverso il quale le istituzioni comunicano le predazioni avvenute negli ultimi anni da parte dei grandi carnivori, l'anno in cui si sono verificati più danni è stato il 2007, mentre da allora, si è notato un calo quasi costante, probabilmente giustificato dall'utilizzo sempre più diffuso di recinzioni elettriche fornite dall'amministrazione provinciale in comodato d’uso gratuito. 

I campioni prelevati sull'orso catturato permetteranno di conoscerne il codice genetico

Le predazioni ai danni del bestiame risalenti ai giorni precedenti la cattura e il radiocollaraggio dell'orso, sono avvenute presso il maso Flatscherhof, piccolo allevamento, in direzione del Passo San Vigilio, situato a poca distanza dalle località trentine più avvezze alla presenza dell'animale. Sebbene quindi, con tutta probabilità l'orso provenga dalla provincia di Trento, al momento non è possibile conoscere  ulteriori dettagli riguardo l'individuo, di cui sono però stati prelevati alcuni campioni durante le operazioni di radiocollaraggio, grazie alle quali sarà possibile mappare il codice genetico dell’orso e determinarne le origini.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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