Gli orsi del Trentino tornano a fare notizia, questa volta grazie a Brigitte Bardot, icona francese dello spettacolo ed attivista per i diritti degli animali. L'attrice ha scritto una lettera al presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, proponendo di trasferire gli orsi del Casteller al santuario di Belitsa, in Bulgaria: un parco di 12 ettari gestito dalla sua fondazione per la tutela degli animali.
La condizione di vita dei tre orsi catturati in Provincia di Trento aveva destato molte polemiche nelle ultime settimane anche a causa delle immagini realizzate dall'associazione #stopcasteller, che mostravano gli animali rinchiusi all'interno delle gabbie. La lettera ha dato inizio ad un dialogo a distanza tra Brigitte Bardot e la provincia di Trento, la quale ha invitato la fondazione a visitare il recinto all'interno del quale sono rinchiusi DJ3, M57 e M49. La risposta di B.B. non si fa attendere: «Accettiamo con piacere il suo invito, le propongo di accogliere i miei collaboratori esperti di accoglienza e cura degli orsi».
Non tutti sono d'accordo però sul fatto che si tratti della soluzione migliore per gli animali. L'Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha così commentato: «Se un orso uscirà dalla sua cella, un altro vi entrerà alla prima occasione. La liberazione di un orso dal Casteller, ormai saturo, non cambierà la fallimentare gestione del progetto Life Ursus condotta dalla Provincia autonoma di Trento a colpi di ordinanza di cattura, e talvolta di abbattimento».
L'attivismo di Brigitte Bardot e l'invito in Trentino
La proposta di trasferimento degli orsi verso il recinto di Belitsa in Bulgaria rappresenta solo l'ultima in ordine temporale di una lunga serie di azioni portate avanti dall'attrice per difendere i diritti degli animali. La "Fondazione Brigitte Bardot" infatti, fin dagli anni '70 si occupa proprio di temi come la caccia, la macellazione, l'abbandono e la sperimentazione animale, ed ha un proprio ufficio legale grazie al quale, secondo i dati pubblicati sul loro sito, sono già stati supportati 932 animali. Una volta presa conoscenza della condizione di vita degli orsi rinchiusi al Casteller, la Bardot si è definita "choccata" e ha scritto al Presidente Fugatti: «(…)Non sopporto che questo paese di gioia di vivere, libertà, convivialità, dove l’amore è re, possa comportarsi così selvaggiamente nei confronti di animali considerati jihadisti e rinchiusi in bunker vergognoso, con numeri degni di gulag – e conclude – Tutta questa impresa è un fallimento che non deve trasformarsi in genocidio. La palla è nel tuo campo ma la mia reazione sarà implacabile».
A distanza di pochi giorni arriva la risposta di Fugatti, il quale si dimostra disponibile ad aprire un dialogo: «Il Trentino è un territorio che da sempre ha saputo relazionarsi con il proprio ambiente naturale in termini di grande rispetto, anche intraprendendo la via di uno sviluppo davvero sostenibile. Saremo quindi lieti di valutare con la necessaria attenzione le proposte avanzate nella sua lettera aperta così da poterle adeguatamente approfondire nel merito». Ancora una volta quindi, la parola torna alla fondazione francese, che ha risposto attraverso la portavoce Elodie Gerome-Delgado con una lettera pubblicata dalla provincia di Trento: «La Fondazione Brigitte Bardot sarebbe lieta di poter organizzare con la Vostra collaborazione una visita presso la Vostra sede, con una squadra di esperti di orsi, in modo da valutare la possibilità di trasferimento degli orsi e decidere assieme a Voi la destinazione più adatta. Potete essere certi che desideriamo collaborare pienamente con la vostra amministrazione (…)».
«Verranno accolti in un ambiente naturale tra foreste, colline e radure»
Si attende quindi il momento un vero e proprio incontro tra la Provincia autonoma e la fondazione, la quale dimostra tramite le parole della Bardot che non si tratta di un'idea improvvisata, ma di una possibilità data dal frutto del lavoro svolto negli anni: «La mia fondazione, insieme all'associazione austriaca Vier Pfoten, gestisce un vasto "parco degli orsi" in Bulgaria – precisano dalla fondazione – Siamo in un ambiente naturale, all'interno di una foresta e colline, con radure, luoghi soleggiati, stagni per fare il bagno, tane per l'ibernazione. Possiamo pertanto offrire le migliori condizioni di accoglienza a DJ3, M57 e M49, a cui tra l'altro verrebbe attribuito un nome che non sia più una matricola da prigioniero». La Fondazione di proprietà dell'attrice finanzia infatti il 50% delle operazioni di questo santuario, originariamente destinato ad accogliere gli orsi precedentemente obbligati a danzare di fronte ai turisti nei Balcani, dedicando inoltre 150.000 euro alla gestione del santuario, oltre che all'alimentazione e alla cura degli orsi solo nel 2019.