Il Tribunale di Avezzano ha fissato la prima udienza preliminare per Andrea Leombruni, l'uomo accusato di aver sparato all'orsa Amarena. Il 57enne di San Benedetto dei Marsi è accusato di uccisione di animale e di aver agito con l'aggravante della crudeltà data dall'assenza di una valida motivazione.
Alle 23 circa del 31 agosto 2023, Amarena si trovava all'interno del pollaio di Leombruni, alla periferia di San Benedetto dei Marsi, nell'Aquilano. L'orsa si trovava lì insieme ai due cuccioli avuti quell'anno quando l'uomo è uscito dall'abitazione e ha fatto fuoco contro perforandole un polmone.
Amarena è morta a pochi metri dall'abitazione del 57enne lasciando chiare tracce di sangue all'ingresso della villetta. Allertati dal colpo d'arma da fuco, i Guardiaparco che monitoravano gli spostamenti di Amarena sono intervenuti, identificando subito il presunto responsabile. Leombruni stesso ha ammesso di aver agito per paura, tuttavia la necroscopia sul corpo ha chiarito che al momento dello sparo l'orsa non era in posizione di attacco, e non rappresentava quindi una minaccia.
L'episodio ha fin da subito attirato l'attenzione di moltissime persone: Amarena infatti non era come gli altri, era la più famosa orsa marsicana d'Abruzzo. I marsicani sono la sottospecie di orso più rara al mondo, al momento ne esistono circa 60 individui tutti stanziati sull'Appennino centrale italiano e a vigilare su di loro, anche al di fuori dei suoi confini amministrativi, è il Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise.
L'Ente Parco figura infatti al primo posto nell'elenco delle parti offese dal gesto di Leombruni. Proprio in ragione della rarità di questa sottospecie, geneticamente differenziata dall'orso bruno diffuso in tutta Europa, Amarena ricopriva un ruolo di grande importanza, sia in qualità di ambasciatrice della sua popolazione che di madre prolifica. Non tutte le orse infatti hanno la medesima capacità riproduttiva e Amarena invece era riuscita a portare avanti cucciolate numerose, tra questi c'era anche Juan Carrito.
Al Parco e al Sindaco di San Benedetto dei Marsi si affianca poi una lunga lista di associazioni di tutela animale e ambientale che si sono costituiti parte civile. Tra questi l'associazione Zampe che danno una mano Odv, dell'avvocata Giada Bernardi: «Togliere la vita a un essere innocente è già un crimine, ma quando si rischia di compromettere la sopravvivenza dell'orso più raro del mondo allora la colpa è ancora maggiore. Seguiremo il procedimento e confidiamo in una pena proporzionata alla gravità di quanto accaduto, così che non debba più ripetersi, nel rispetto di ogni vita e della specie».
Durante il nostro viaggio in Abruzzo sulle tracce di Amarena, abbiamo scoperto che esistono due Abruzzi divisi dall'ampia conca appenninica del Fucino, che anche fisicamente separa coloro che considerano gli orsi una presenza amichevole da coloro che al contrario, considerano questo animale una minaccia.