Preso a fucilate perché si è avvicinato al cancello di un giardino in cui era presente un altro cane, una femmina. È morto così Simba, meticcio di Fuscaldo, borgo sul mare in provincia di Cosenza, in Calabria. I pallini sparati dal fucile gli si sono conficcati nell’addome, e a nulla sono serviti i tentativi dei veterinari di salvargli la vita.
I fatti risalgono al 3 febbraio scorso. Simba, stando a quanto raccontato dalla sua famiglia, si è allontanato da casa per raggiungere un’altra abitazione poco distante, ed è qui che qualcuno gli ha sparato, con tutta probabilità per allontanarlo dalla femmina con cui il cane ha forse provato ad accoppiarsi.
Simba è quindi tornato a casa, ferito molto gravemente, e i pet mate sono corsi dal veterinario per provare a salvarlo. Le sue condizioni però erano ormai disperate, e il cane è morto in clinica. L’ennesimo episodi di violenza brutale ai danni di animali in un periodo in cui, purtroppo, questo genere di casi guadagna troppo spesso le cronache: tanto per citarne alcuni, Rambo, il Pastore del Lagorai di due anni trovato senza vita su un sentiero in un bosco del Trentino: qualcuno gli ha sparato, con tutta probabilità con un fucile. Ancora.
C'è infatti il caso di Argo e Fiamma, i due cani del Rifugio Lago Verde, tappa molto amata e conosciuta da chi ama la montagna che sorge a poco più di 2.500 metri nel territorio di Prali, in Piemonte. Entrambi sono stati uccisi con una fucilata sparata a bruciapelo da un operaio di 56 anni residente in val Chisone, cacciatore, che è stato rintracciato dai Carabinieri di Perrero dopo una settimana di indagini e denunciato. E poi Oreste, il Cane Lupo Cecoslovacco di due anni e mezzo ucciso nelle campagne sulle colline di Palaia, in provincia di Pisa. Il colpo è stato sparato da distanza ravvicinata da un uomo di 56 anni che ha sostenuto di avere scambiato Oreste per un lupo e di avere fatto fuoco per proteggere se stesso e i due cani che erano con lui, ma stando a quanto ricostruito non ci sarebbe stato alcun contatto tra gli animali.
Il 12 novembre scorso, invece, in un parco di Parabiago, in provincia di Milano, un uomo armato di fucile ha sparato contro una Rottweiler di un anno, Uma, uccidendola davanti alla sua famiglia. Anche in questo caso l’uomo armato, un cacciatore, ha sostenuto di avere sparato per difesa, anche se è stato dimostrato che Uma è stata colpita di lato, e non frontalmente, segno che non si stava dirigendo direttamente verso la persona che imbracciava il fucile. L'uomo che ha ucciso Uma è stato denunciato per uccisione di animali, stesso destino riservato all'uomo che ha ucciso Oreste.
Sul caso di Fuscaldo è intervenuto direttamente il Comune, con il sindaco che ha parlato di «cattiveria e brutalità inaudita» promettendo che « ome Amministrazione comunale non rimarremo indifferenti rispetto all’accaduto ed abbiamo dato mandato, al nostro consigliere comunale delegato agli animali d’affezione, Carmine Scrivano, di sostenere, presso gli organi competenti, ogni iniziativa che sarà intrapresa». Ed è impossibile non andare con il pensiero a un’altra uccisione, alla morte di un cane diventato il simbolo della crudeltà umana e della lotta contro la violenza sugli animali: il cane Angelo, torturato a morte da quattro ragazzi nel giugno del 2016, la cui storia è diventata anche un film.