Anche Ornella Muti e la figlia Naike Rivelli hanno partecipato alla manifestazione animalista organizzata dalla Rete dei santuari di animali liberi davanti all'Ats di Pavia, l’azienda per la tutela della salute nella quale lavorano i veterinari che hanno eseguito l'ordine di ammazzare i dieci maiali del rifugio Cuori Liberi di Zinasco, all’interno del quale erano stati trovati due suini deceduti a causa del virus di peste suina africana. Madre e figlia, insieme ai tanti arrivati per contestare la violenza perpetrata nei confronti degli animali sani e dei cittadini attivisti rimasti feriti che volevano difenderli, hanno avuto parole molto dure nei confronti dei poliziotti, ma anche della stampa.
«Ci hanno chiesto: “perché siete venute qui oggi?”. Per sostenere i cittadini italiani che hanno santuari di animali. Sono qui, dove peraltro dovrebbero esserci tutti, vip compresi, perché voglio dire come la penso. Avere potere mediatico e non usarlo per fare la cosa giusta, è uguale a non averlo … Quando cittadini privati costruiscono a loro spese dei santuari per animali scappati da allevamenti intensivi, per dargli una vita sana, protetta, felice e soprattutto non destinata al consumo umano, bisogna che vengano rispettati».
Secondo madre e figlia «non solo non c’è stata empatia, ma li deridevano mentre li picchiavano. Non hanno nemmeno rispettato le norme e i protocolli sanitari imposti dalla legge rischiando di infettare la qualunque dopo l’intervento brutale al rifugio Progetto Cuori liberi. Vanno denunciati tutti. Vanno fatte leggi che tutelano i santuari degli animali in Italia».
Ma le due ne hanno anche per i media: «La stampa italiana è più interessata al nuovo cane degli influencer che delle donne manganellate. È successa una vera strage di violenza inammissibile contro donne e uomini pacificamente in protesta per salvare i maiali sani del loro rifugio. Nessuno ne ha parlato. Io, però, voglio nomi e cognomi degli uomini in uniforme che hanno picchiato donne disarmate». Quelle immagini all’interno del Santuario di Zinasco e tutta quella violenza che si è conclusa con il massacro dei dieci maiali, sotto agli occhi impotenti degli attivisti, sono state davvero un brutto pezzo di storia, che non devono più ripetersi. In nessun Santuario.
Probabile che non abbiano visto come abbiamo seguito sin dal principio tutto quanto è accaduto proprio qui su Kodami e, allora, approfittiamo del loro accorato appello ai media "in generale" per riproporvi l'editoriale della nostra direttrice, Diana Letizia, anche qui:
Crosta, Freedom, Crusca, Pumba, Dorothy, Mercoledì, Bartolomeo, Ursula, Carolina e Spino «sono compagni che non dimenticheremo – dicono intanto i militanti – Ma una nuova storia si scrive solo attraverso la resistenza. Per questo lo scoramento, la fatica, il dolore indicibile, la nostra lotta non deve mai fermarsi».
Al grido di “Mai più” gli animalisti hanno quindi lanciato la manifestazione nazionale "Giù le mani dai santuari", in programma per sabato 7 ottobre alle 14 a Milano, città scelta per un motivo preciso: «È dentro Regione Lombardia che lavorano i veri mandanti della violenza istituzionale che ha colpito quello che doveva essere un luogo di pace e salvezza per animali che nella nostra società sono considerati ancora oggetti al pari di un'automobile. Le strade dovranno vibrare della nostra indignazione e della nostra rabbia», hanno concluso gli attivisti. La Muti e la figlia Naike saranno, naturalmente anche lì. Ma si spera di vedere, questa volta, anche tanti altri "vip".