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13 Ottobre 2022
13:17

Ordinanza vieta di dare cibo agli animali a Lecco. Il Sindaco: «Preciserò meglio, non riguarda i randagi». Brambilla: «I nostri legali sono al lavoro»

Il Comune vuole multare coloro che nutrono animali e scoppia la polemica. Kodami ha parlato con il Sindaco, e con la presidente di Leidaa, Michela Brambilla, per approfondire la questione.

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«È vietato somministrare qualunque tipo di alimento costituito da mangime, granaglie, scarti e avanzi alimentari a tutte le specie di animali selvatici e randagi sull'intero territorio comunale di Lecco, fatte salve specifiche autorizzazioni».

Il Comune di Lecco ha deciso con un’ordinanza di punire con multe da 25 a 500 euro tutti coloro che vengano trovati a nutrire animali selvatici e randagi. Un provvedimento necessario secondo il sindaco Mauro Gattinoni in conseguenza dell'abitudine di cittadini e turisti di gettare cibo a cigni, papere e anche nutrie sulle sponde del lago di Como e dell'Adda per farsi i selfie. Una consuetudine che, sempre secondo l'amministrazione, ha portato i selvatici a invadere la città.

Ma se il Primo cittadino pensava di chiudere la questione con un’ordinanza, sbagliava di grosso. Contro il divieto si sono scagliati immediatamente gli animalisti: «Un gran polverone per nulla – commenta il Sindaco a Kodami – È stata solo un'incomprensione».

Non è d'accordo l'onorevole Michela Brambilla, presidente di Leidaa, la Lega italiana difesa animali e ambiente e originaria del Lecchese che invece così risponde su Kodami: «Le "ordinanze affama-randagi" del sindaco di Lecco, come sono state definite, sono un genere di provvedimento ben noto alle associazioni animaliste».

«Si tratta di un espediente direi “classico” utilizzato dagli amministratori locali per nascondere o scaricare su altri la propria incapacità di gestire problemi, come l’igiene pubblica o la sicurezza – continua Brambilla – A parte il disvalore etico del divieto di sfamare gli animali, che meriterebbe un discorso a parte, l’ordinanza è generica per quanto riguarda gli animali selvatici e chiaramente illegittima, come attesta una consolidata giurisprudenza, per quanto riguarda i randagi. Ma mi pare che il sindaco insista: i nostri legali sono già al lavoro, faremo ricorso e valuteranno i giudici amministrativi».

Tra le accuse dell'associazione all’amministrazione lecchese anche la mancata costruzione del canile comunale: «Il canile di Lecco è stato chiuso definitivamente nel gennaio del 2018 per carenze della struttura imputabili al Comune: da allora il servizio è svolto dal canile di Lissone, a mezz’ora di macchina (se non c’è traffico). Un bel disagio per i cittadini lecchesi che devono, per esempio, recuperare il proprio cane. La giunta precedente aveva promesso di risolvere la questione. Non solo siamo ancora allo stesso punto, ma il Sindaco attuale se la prende con i cittadini che danno da mangiare agli animali».

Il Primo cittadino ribadisce quanto per lui non vi sia ragione di fare polemica: «Premesso che le ordinanze dei sindaci sono sempre malviste, in questo caso c'è stato proprio un malinteso. L'ordinanza aveva come obiettivo esclusivamente la fauna selvatica. Il tema dei randagi è stato incluso per analogia. Ma proprio per evitare confusione è stata inserita la precisazione che nella specifica materia del randagismo sarebbero valse le normative nazionali e regionali. E quindi non sarebbero state toccate quelle norme che permettono ad Associazioni, Ats e volontari, di continuare a svolgere il lavoro di accudimento, peraltro preziosissimo».

In sostanza, le colonie di randagi presenti sul territorio lecchese continueranno a essere accudite com'è avvenuto finora: «Voglio sottolineare una cosa importante, però. Qui a Lecco il fenomeno del randagismo praticamente non esiste e quando parliamo di colonie ci si riferisce più a quelle feline che vengono accudite come deve essere».

Ci sarebbe anche la questione, evidenziata dalla Leidaa, del canile che non c'è: «È vero che non lo abbiamo a Lecco. Ma anche perché di cani randagi in città, come dicevo, ce ne sono davvero pochi. Abbiamo preferito fare una convenzione con il canile di Erba, che è a 15 minuti da Lecco. Quindi il servizio è assolutamente tutelato e non riteniamo che abbia bisogno di essere ampliato, vista la, fortunatamente, minima necessità».

In ogni caso il Sindaco modificherà l'ordinanza: «Non voglio che si crei confusione su un tema su cui, alla fine, siamo d'accordo tutti, esperti, associazioni e istituzioni. L'unico scopo dell'ordinanza è far sì che si impedisca di continuare a far avvicinare gli animali selvatici alla città. Ma questo per tutelare la fauna selvatica, soprattutto le specie volatili e ittiche, non il contrario. Credo, e non sono solo io a pensarlo, che i pezzetti dei panini del fast food non siano certo il cibo più adatto per queste specie. Che piace però a specie aliene come il pesce siluro che prolifera, alterando l’ecosistema e rischiando di sterminare specie locali. Per questo nei prossimi giorni specificherò molto meglio ciò che si intende con il provvedimento».

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Simona Sirianni
Giornalista
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