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22 Giugno 2021
11:04

Orca (Orcinus orca)

L'orca (Orcinus orca) è un mammifero marino dell'ordine dei cetacei, appartenente alla famiglia dei delfinidi. È un superpredatore che si nutre di grandi pesci e in natura non è pericolosa per gli esseri umani.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'orca (Orcinus orca) è un mammifero marino dell‘ordine dei cetacei appartenente alla famiglia dei delfinidi, ed è l'unica specie esistente riconosciuta nel genere Orcinus. Le orche fanno parte del sottordine degli odontoceti, i cetacei provvisti di denti, e si trovano in tutto il mondo, sebbene siano più densamente concentrate nelle regioni più fredde dove le loro grandi prede sono più abbondanti. Gli spostamenti nelle acque temperate sono soprattutto stagionali e avvengono in base alla disponibilità di prede. Questo grande mammifero è un super predatore, ovvero un animale che si trova all'apice della catena alimentare. Per questo motivo, gioca un ruolo di rilievo all'interno del proprio ecosistema e ha guadagnato il soprannome di wolf of the sea.

Il nome italiano "orca" deriva probabilmente dal greco antico, che richiama al suono delle parole «grosso pesce», mentre in latino il termine "orco" richiamava il dio dell'aldilà ed è per questo complicato determinare con certezza l'effettiva etimologia della parola. In inglese è chiamata killer whale ed anche in italiano, talvolta, il suo nome viene tradotto come "orca assassina", per la convinzione errata, nata nell'antichità, che questo grande predatore fosse intenzionato a nutrirsi di esseri umani.

Come sono fatte le orche

Caratterizzate dalle particolari macchie di colore bianco e nero, le orche sono maggiormente riconoscibili rispetto agli altri grandi cetacei e, secondo quanto riportato sul sito dell'IWC (International Whaling Commission), è quindi facile distinguere anche i singoli individui. Come tutti gli odontoceti, anche le orche sono dotate di  un sofisticato sistema per rilevare gli oggetti in mare chiamato ecolocalizzazione che funziona come il sonar di un sottomarino, e grazie a questo organo riescono a emettere suoni che, rimbalzando nell'ambiente, consentono di riconoscere la forma, la dimensione e le caratteristiche degli oggetti circostanti, comprese le prede. Tecnicamente le orche sono delfinidi, ma vengono chiamate balene per le loro grandi dimensioni: i maschi possono raggiungere gli 8 metri di lunghezza e le 6 tonnellate di peso, mentre le femmine arrivano a una lunghezza massima di 7 metri e 4 tonnellate di peso.

A determinare le capacità nella caccia sono i denti dell'orca: incredibilmente affilati e capaci di tagliare con facilità la carne degli animali predati. Si dice che, in ogni caso, questo grande mammifero avrebbe la meglio anche su uno squalo e questo grazie anche alla sua velocità, superata solo da alcune balenottere azzurre particolarmente rapide e dal capodoglio, il quale è in grado di sfuggire grazie alla profondità di immersione.

In natura, questo mammifero vive dai 50 ai 90 anni, mentre la vita in cattività è ridotta di molto e infatti in queste condizioni non hanno mai superato i 30 anni. Le pinne dorsali delle orche possono essere affusolate oppure assomigliare a un triangolo appuntito, inoltre possono essere più o meno lunghe e curvate. Negli individui appena nati sono particolarmente flessibili e si irrigidiscono con l'età. Quando le orche maschio iniziano a raggiungere la maturità sessuale, inoltre le pinne caudali raddrizzano sempre di più perdendo la curva e diventando evidentemente più grandi e appuntite rispetto a quelle delle femmine. Per quanto riguarda le orche che vivono in cattività, purtroppo, la pinna spesso collassa su un lato a causa di una condizione di stress, della mancanza di esercizio fisico o della disidratazione. La pinna è fondamentale per questo animale in quanto può regolarne la temperatura corporea rilasciando il calore.

Distribuzione e habitat

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L'orca è la balena maggiormente diffusa nel mondo, con colonie presenti anche nel golfo Persico e nel Mar Mediterraneo. Secondo uno studio pubblicato sull' International Journal of Avian & Wildlife Biology nel 2018, si tratta addirittura del mammifero più ampiamente distribuito sul pianeta dopo l'essere umano. Proprio per questa ampia diffusione risulta complesso determinarne il numero totale. Alcuni individui vengono osservati talvolta all'interno del Mar Mediterraneo, ma si tratta di casi abbastanza rari.

In base alla zona di riferimento, le orche si adattano a cacciare diverse specie che vanno dai pesci ai pinguini fino a cetacei della sua stessa dimensione o addirittura di dimensione superiore. Interessante notare che in caso di necessità, le orche si possono nutrire anche dei propri simili.

La vita delle orche

Il comportamento sociale delle orche è estremamente complicato. Si tratta infatti di animali che instaurano tra le più complesse interazioni sociali nel mondo dei mammiferi. Mentre l'importanza dell'educazione è stata molto studiata, sono ancora molti i misteri riguardo ai legami che regolano le interazioni tra gli individui all'interno dei pod, ovvero i gruppi sociali matriarcali in cui vivono, i quali vengono studiati anche attraverso l'utilizzo dei droni. Proprio grazie agli studi condotti attraverso il supporto della tecnologia si è arrivati a riconoscere comportamenti simili a quelli proposti dall'essere umano nell'"amicizia". I gruppi di orche sviluppano inoltre propri dialetti distintivi che permettono ad ogni raggruppamento di comprendersi particolarmente bene nella comunicazione interna. Le differenze riguardano soprattutto le pause tra i suoi, ma anche vere e propri suoni diversi utilizzati per chiamarsi.

I ricercatori hanno individuato 3 diverse tipologie di pod. Il primo è rappresentato dal pod di residenti, il secondo da individui transitori che viaggiano in aree particolarmente ampie e il terzo tipo è denominato pod offshore ed è composto da individui che vagano unicamente nelle acque profonde. Queste tipologie di gruppi manifestano comportamenti diversi tra loro sia per quanto riguarda la caccia che per quanto riguarda la comunicazione. I gruppi di orche transitorie risultano manifestare comportamenti maggiormente aggressivi e tendono a cacciare specie di dimensioni superiori. I pod, generalmente sono composti da 50 o più individui e la caccia viene effettuata in gruppo, come accade per gli altri super predatori terrestri come lupi o leoni.

Riproduzione

Le femmine di orca si accoppiano con diversi maschi e, per questo motivo, gli individui di sesso maschile, incapaci di riconoscerne la paternità, si occupano in generale dei nuovi nati senza distinzione.

Le orche hanno uno dei periodi di gestazione più lunghi del mondo animale, il quale va dai 15 ai 18 mesi. Una volta nati, i piccoli vengono allattati fino all'anno di età, quando possono cominciare a integrare la dieta con i cibi solidi. Anche al termine dello svezzamento continua la dipendenza dalla madre, la quale ha il primo parto intorno ai 12-14 anni. La lunga dipendenza materna è data dalla strutturata educazione ricevuta e dalla necessità di insegnare le complesse abilità di caccia.

Molto particolare è il fatto che questo animale, a differenza di altri cetacei, nasca senza la capacità di respirare quando è sommerso; per questo motivo, i piccoli appena nati devono inizialmente restare in superficie e respirare l'aria, fino a quando non imparano a utilizzare il "soffio", ossia l'espulsione dell'acqua attraverso lo sfiatatoio posto sul dorso.

Per quanto riguarda la cura della prole assomigliano addirittura agli umani. I piccoli infatti, non solo ricevono l'educazione dalle proprie madri e dalle nonne, ma è stato osservato anche il comportamento di "punizione" nell'ottica di disciplinare la condotta dei più giovani. I segnali della rabbia sono dati da forti movimenti con la testa e potenti colpi di coda nell'acqua emettendo rumori insoliti attraverso i denti con attitudine intimidatoria. Le femmine adolescenti sono state osservate nelle attività di baby sitting, comportamento proposto anche da alcuni giovani maschi che vivono nel gruppo. Si tratta di una delle quattro specie studiate che sperimentano la menopausa.

Le orche e l'uomo

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Le orche, in quanto super predatori, non hanno altri predatori viventi se non individui conspecifici più grandi o potenti. Le orche non sono pericolose per gli uomini. Gli attacchi all'uomo avvenuti in natura non sono mai risultati letali, di contro, la controversa abitudine umana di catturare questi animali per addestrarli e renderli protagonisti di spettacoli all'interno dei parchi acquatici ha causato negli ultimi anni 4 morti umane . Le orche in cattività infatti mostrano più spesso comportamenti aggressivi attribuibili al ridotto spazio di movimento, al distacco dal proprio pod e al malessere fisico che deriva dalle condizioni di vita scarsamente adatte all'etologia della specie.

Questi grandi mammiferi acquatici stanno soffrendo in maniera evidente a causa dell'inquinamento delle acque e dei cambiamenti climatici, che stanno rapidamente alterando le migrazioni in questa specie. Inoltre, l'uomo interviene negativamente sulla vita di questi animali attraverso l'eccessiva attività di pesca, che sta riducendo nettamente il numero di prede all'interno di alcune zone, un tempo particolarmente importanti per il loro nutrimento, come lo Stretto di Gibilterra o le coste del British Columbia, nel Canada occidentale.

L'IUCN non può determinare il numero preciso di individui viventi e nemmeno lo stato di conservazione, in quanto l'ambiente di diffusione è estremamente esteso e per questo motivo l'orca viene considerata come NA (non applicabile), come tutti gli animali per cui non esistono sufficienti dati.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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