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17 Febbraio 2023
11:42

Ora sappiamo cos’è la “sirena” mummificata di Enjuin: pubblicate le analisi degli scienziati

La “sirena” è custodita nel tempio giapponese Enjuin, ad Asakuchi, ed è ovviamente costruita ad arte mettendo insieme parti di vari animali. Ora, grazie a uno studio approfondito, sappiamo quali.

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Sono stati pubblicati i risultati delle analisi sulla famosa "sirena mummificata" di Enjuin, custodita e venerata da tempo all'interno di un tempio giapponese di Asakuchi. Lo scorso anno, infatti, la creatura era stata sottoposta a una serie di analisi scientifiche come TAC, prelievi di campioni per il DNA e raggi X per determinare finalmente con esattezza la sua vera natura. Chiaramente si dava già per scontato che fosse un fantoccio, un falso montato ad arte e assemblando mettendo insieme parti di vari animali e non, ma quali?

Era infatti questo l'obiettivo dello studio e le analisi hanno confermato, come già accaduto in passato, che anche questa sirena è composta da numerose parti di pesci, come pinne e pelle, cheratina e pelliccia di mammifero, montati accuratamente su un'imbottitura di stoffe, carta, colla e altro ancora. La metà inferiore è un insieme di pinne dorsali, anali e pelviche probabilmente di ombrine, mentre la pelle, che appartiene a un pesce palla è stata usata per ricoprire braccia, spalle, il collo e le guance. Le scaglie, secondo le analisi, risalgono alla fine del 1800. La superficie del resto corpo, invece, è stata dipinta con sabbia o polvere di carbone, e infine amalgamata con una sostanza pastosa.

Ad aver analizzato l'esatta natura della "misteriosa sirena" sono stati i ricercatori dell'Università della Scienza e delle Arti di Kurashiki, che nel 2022 avevano ricevuto l'incarico dal sommo sacerdote Hiroyoshi Kusuda del tempio di Asakuchi e che hanno confermato che è stata costruita intorno alla metà del XVIII Secolo. Secondo la leggenda, però, la sirena sarebbe stata catturata in una rete da pesca tra il 1736 e il 1741, nelle acque antistanti la provincia di Tosa, nella parte Sud del Giappone. Non è però del tutto chiaro come sia arrivata poi al tempio, ma pare che fu acquistata dalla famiglia Kojima nella provincia di Bingo-Fukuyama per poi proseguire il suo viaggio con numerosi altri passaggi di proprietà, arrivando in qualche modo a Asakuchi, dove viene custodita da almeno 40 anni.

La sirena del tempio Enjuin non è però l'unica creatura sireniforme composta ad arte per stupire curiosi e creduloni. Tra il 700 e l'800 era molto comune architettare bizzarrie e "mostruosità" naturalistiche o mitologiche per soddisfare il gusto per l'esotico e il grottesco dei collezionisti del tempo. La famosa sirena di Modena, per esempio, fu realizzata nella prima metà dell'Ottocento ed anche in questo caso  si tratta di un manufatto mostruoso in parte pesce e in parte vagamente antropomorfo.

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Ma tra gli eccentrici esemplari di pseudo-sirene tuttora conservati, sono degne di nota anche quella esposta al Peabody Museum dell'Università di Harvard, quella al Booth Museum di Brighton, quella presso il Horniman Museum and Gardens di Londra, quella conservata nei magazzini del Nature Museum di Grafton e quella in mostra al Buxton Museum & Gallery, rifinita persino con dei veri capelli umani. Le sirene, infatti, affascinano da sempre l'uomo e per i ricchi uomini d'affari sono state una vera miniera d'oro per sfruttare il pubblico pagante, ma se la maggior parte di queste creature sono state costruite per guadagnare soldi, molte altre sono state realizzate semplicemente per scherzo e per prendersi gioco degli abitanti dei piccoli villaggi affacciati sul mare.

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