Il bracconaggio ittico-venatorio costituisce una delle minacce più rilevanti alla conservazione della biodiversità e degli equilibri ecologici. Lo sanno bene i Carabinieri del Gruppo Forestale di Bologna che sono intervenuti con una vasta operazione per contrastare il fenomeno.
Dalla mezzanotte di giovedì fino alle prime luci dell’alba, quattro pattuglie di militari hanno svolto un servizio finalizzato alla prevenzione e alla repressione del bracconaggio ittico. Il bilancio dell'operazione è risultato molto negativo per gli animali delle province di Bologna e Ferrara.
In particolare, nel Ferrarese sono stati eseguiti i maggiori interventi repressivi, con 4 denunce a piede libero e 4 arresti in flagranza. Sono state elevate sanzioni per un importo di circa 19mila euro e sequestrati 2.400 chili di prodotti ittici e di 28 capi di avifauna. A questo si aggiungono 3 fucili da caccia, 2 gommoni gonfiabili e 1 automezzo da trasporto.
«Il bracconaggio ittico-venatorio – hanno spiegato i militari – vanifica le funzioni di tutela demandate all’istituzione di aree protette come il Parco Regionale del Delta del Po. L’attività di prevenzione e repressione di tale fenomeno rientra nelle competenze della specialità forestale dell’Arma, chiamata ad assicurare il rispetto delle norme che regolano il delicato rapporto fra uomo e natura».
Le rilevazioni dei Carabinieri evidenziano la provenienza straniera delle persone fermate per il bracconaggio ittico, e la matrice “autoctona” di quello venatorio. In particolare, nel Comune di Argenta sono state arrestate per furto aggravato 4 soggetti persone sorprese con 500 chili di prodotti ittici in un'area appartenente al Consorzio di Bonifica Renana. Gli animali erano stati catturati illecitamente attraverso l’utilizzo di elettrostorditore.
Per compiere gli interventi, in alcuni casi è stato impiegato anche il supporto di squadre esterne, provenienti dagli uffici centrali della Sezione Operativa Reati in Danno degli Animali e da quelli dell’Organizzazione territoriale.
Come ha evidenziato anche un rapporto della Convention on the Conservation of Migratory Species of Wild Animals (CMS), la caccia e il bracconaggio impattano in modo notevole sulla sopravvivenza di diverse specie animali protette e aumentano il rischio di malattie zoonotiche, cioè tutte quelle malattie o infezioni che si trasmettono da animali a uomo.