Per eseguire dei lavori di messa in sicurezza al muraglione che si trova in via Giro del Vento a Bolzaneto a Genova, alcuni operai hanno chiuso le nicchie che servono a far drenare l'acqua in caso di forti piogge ma che sono anche usate da colombi e taccole per nidificare.
Nei giorni scorsi alcuni residenti hanno condiviso sui social delle immagini in cui si vedono i pulli pigolare da dietro le grate e i genitori disperati non riuscire a raggiungerli e a sfamarli. A risolvere la situazione ci hanno pensato le guardie Oipa con Gerardo Latina e Giuliana Luppi affiancati dal Cras di Campomorone con Davide Rufino e Camilla Ravelli.
Il team, aiutato dai Vigili del Fuoco di Bolzaneto, ha recuperato cinque volatili: due taccole (Coloeus monedula), tre piccioni e un uovo ancora chiuso. Quando i pompieri hanno aperto le feritoie i piccoli affamati si sono lanciati nel vuoto, ma le guardie erano pronte con delle coperte a recuperarli. Li hanno salvati tutti. Dentro alcune feritoie c'erano anche degli adulti di piccione che hanno riconquistato la libertà. Ora i pulli si trovano al Centro recupero animali selvatici gestito dall'Enpa di Genova e una volta cresciuti e in forze saranno rilasciati in natura.
Tutte le cavità sono state prontamente riaperte, grazie a due sopralluoghi, risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra Oipa e Cras di Genova con i Vigili del Fuoco. Ora le taccole potranno ritornare a nidificare sulla parete di Bolzaneto. Questo evento, fortunatamente a lieto fine, ci ricorda ancora una volta quanta strada resta da fare per rendere ancor più consapevole la convivenza in città tra l'uomo e le altre specie, che condividono con noi l'ambiente urbano e che troppo spesso trascuriamo.
«Servono buone pratiche a cui ispirarsi per futuri interventi e per tutelare la biodiversità – spiega a Kodami Camilla Ravelli per il Cras – Purtroppo raramente enti pubblici e aziende, quando pianificano i loro interventi, coinvolgono professionisti del settore ambientale e di conseguenza questo aspetto viene trascurato o affrontato da figure professionali non idonee e senza una vera formazione su un tema così delicato. Grazie al passa parola siamo riusciti ad evitare il peggio, ma occorre più conoscenza».