I ricercatori della Wildlife Conservation Society (WCS) hanno recentemente pubblicato i risultati di un'importante indagine internazionale, dimostrando che il commercio online di parti del corpo di giaguaro è purtroppo ancora ampiamente diffuso e facilmente accessibile su diverse piattaforme online. Lo studio è disponibile sulla rivista PLOS One ed evidenzia come il traffico illegale sia ancora una minaccia molto seria che potrebbe mettere in forte rischio le popolazioni selvatiche di questo iconico predatore sudamericano.
Lo studio ha coinvolto ben 23 ricercatori diversi che parlano sette lingue differenti (spagnolo, portoghese, inglese, olandese, francese, cinese e vietnamita) e che hanno esaminando 31 piattaforme liberamente accessibili a tutti come e-commerce, case d'asta, social media e blog, per scovare e intercettare potenziali annunci e scambi di parti di giaguaro, come denti, artigli, crani o pelli dell'animale.
I risultati hanno dimostrato che tra il 2009 e il 2019 il commercio di parti di giaguaro era ampiamente diffuso e disponibile online e che era particolarmente incentrato sulle zanne.
Sono stati infatti scoperti un totale di 230 annunci e post con possibili parti di giaguaro in vendita e un'analisi approfondita delle immagini ha dimostrato che, come minimo, 71 di questi contenevano sicuramente parti di giaguaro, che erano disponibili su 12 diverse piattaforme e in quattro lingue differenti (50,7% dei post era in spagnolo, il 25,4% in portoghese, il 22,5% in cinese e l'1,4% in francese), per un totale di 125 parti del corpo appartenenti all'iconico felide.
I denti erano di gran lunga le parti più commercializzate, con 156 annunci che offrivano in vendita 367 denti, 95 dei quali analizzati da esperti e attribuibili con certezza al giaguaro. Messico (con 19), Cina (18), Bolivia (12) e Brasile (9) sono stati i principali paesi in cui sono stati trovati offerti in vendita denti di giaguaro verificati. Al secondo posto, tra le parti dell'animale più vendute online, c'erano invece le pelli, quasi tutte collegabili come origine al Sud America.
Nell'ultimo secolo, l'areale del giaguaro (Panthera onca) si è ridotto complessivamente di quasi il 50%. Fortunatamente, però, una combinazione di azioni mirate come l'ampliamento delle aree protette in America Latina e l'introduzione nel 1975 del divieto di commercializzazione da parte della CITES, hanno contribuito al recupero di alcune popolazioni all'interno di storiche roccaforti sudamericane della specie. Nell'ultimo decennio, però, sono cresciute sempre più le preoccupazioni in merito al commercio illegale nazionale e internazionale di parti di giaguaro, che potrebbero mandare in fumo anni di strategie e azioni di conservazione di successo.
Questa nuova indagine restituisce quindi un'importante istantanea sullo stato del commercio online di parti giaguari e fornisce nuovi e importanti strumenti che potrebbero aiutare molte altre specie ancora oggi ampiamente presenti sul mercato nero. Lo studio è infatti parte di un progetto a lungo termine molto più ampio e che punta ad aiutare le Forze dell'Ordine a identificare più rapidamente potenziali mercati illegali online per combattere il traffico di specie selvatiche.
Il traffico illegale di specie selvatiche è purtroppo ancora oggi una delle minacce principali per la sopravvivenza di molti animali. Un fenomeno in crescita in molte parti del mondo e che coinvolge spesso grandi felini come il giaguaro. In tutto il mondo, per esempio, ci sono più tigri tenute in cattività che libere in natura. Molte di queste vivono in condizioni pessime nelle cosiddette "fattorie delle tigri", allevamenti illegali diffusi in alcune parti dell'Asia, soprattutto in Cina, Vietnam e Thailandia.
In queste fattorie lager i felidi vengono allevati come bestiame al solo scopo di essere macellati per poter poi utilizzare soprattutto parti del loro scheletro, alla base di prodotti molto apprezzati nella medicina tradizionale illegale. Alcuni paesi vorrebbero persino legalizzarne l'allevamento per ridurre il bracconaggio, ma uno studio recente condotto intervistando per la prima volta i consumatori di vietnamiti di parti di tigre, questo non succederà. È perciò molto importate riuscire a trovare nuovi metodi standardizzati come quelli utilizzati in questo studio che consentiranno di identificare e fermare molto più velocemente i mercati online.