Una gatta ormai morta, l’altra in fin di vita ma con ancora qualche possibilità di sopravvivere a patto che venga recuperata il prima possibile. Anche Lady e Duchessa, questi i loro nomi, sono vittime collaterali della tragedia che si è consumata lo scorso 7 luglio in un appartamento di via della Pace, a San Benedetto del Tronto, dove una donna di 80 anni è stata uccisa dalla figlia di 48, arrestata con l’accusa di omicidio volontario.
Lady e Duchessa vivevano nell'appartamento con le due donne e lì sono rimaste anche nei giorni successivi al delitto, alla scoperta del corpo e all’arresto. Letteralmente rinchiuse all’interno dell’abitazione, posta sotto sequestro in quanto scena del crimine, senza acqua e cibo e abbandonate a loro stesse. Lady, anziana e diabetica, non è sopravvissuta, Duchessa è stata individuata ancora in vita ma non è chiaro quale siano le sue condizioni. E per arrivare a questo tragico risultato la fatica, per i volontari, è stata enorme. Lo racconta a Kodami Angela De Laurentiis, volontaria di Enpa Caserta, messa a conoscenza della situazione dei parenti dell’anziana donna uccisa.
Lady, morta dopo 6 giorni senza cibo, acqua e medicine
«Abbiamo avuto da subito un’enorme difficoltà a far comprendere che ci fossero due gatti dentro l’appartamento, perché la loro presenza veniva negata nel verbale – spiega la volontaria Enpa – Per i poliziotti le due gatte non erano presenti, questo nonostante i parenti della vittima avessero più volte fatto presente che invece erano all’interno e che bisognava recuperarle. I parenti hanno contattato la responsabile del Movimento Animalista di Aversa, Patrizia Esposito, che ha coinvolto anche l’Enpa e l’Oipa. A quel punto, dopo numerosi solleciti e la mediazioni degli avvocati, compresa l’avvocatessa Claudia Ricci di Enpa, siamo riusciti quantomeno a fare un primo sopralluogo nell’abitazione».
Il 14 luglio i poliziotti, affiancati dai volontari, hanno aperto la porta dell’appartamento di via della Pace e trovato Lady, la gatta più anziana, ormai morta: «È rimasta per 6-7 giorni senza cure, avrebbe dovuto prendere medicine per il diabete ed essere seguita – spiega ancora De Laurentiis – Di Duchessa invece non si è trovata traccia, ma sapevamo che era dentro, speravamo nascosta».
Duchessa, sopravvissuta ma ancora nascosta nell'appartamento sotto sequestro
Sono passati altri giorni, altre richieste e pressioni sono state fatte su forze dell’ordine e Procura, e la svolta è arrivata domenica, quando un giornalista di una testata locale arrivato all'appartamento di via della Pace ha udito dei miagolii all'interno e avvisato i volontari. Che si sono quindi nuovamente attivati, anche attraverso gli avvocati, per chiedere a procura e polizia di poter fare un nuovo accesso: «Inizialmente continuavano a sostenere che non ci fossero altri gatti nell’appartamento e che Duchessa fosse scappata – prosegue il racconto – Domenica invece i poliziotti entrati nell'appartamento l'hanno vista, uno ha anche tentato di prenderla ma è stato morso e la gatta si è rifugiata nuovamente nelle stanze, rimanendo nascosta. I volontari hanno posizionato una gabbia trappola con acqua e cibo per cercare di catturarla, ma lunedì mattina non era ancora entrata».
Alla fine è stato deciso che sino a quando l’appartamento non verrà dissequestrato, consentendo così un libero accesso per prendere la gatta, i volontari continueranno a portare acqua e cibo a Duchessa per garantirle quantomeno la sopravvivenza: «La gabbia è stata rimossa e si aspetta il dissequestro per recuperarla – conferma De Laurentiis – È molto probabile che la gatta sia disidratata e abbia un’insufficienza renale, il percorso di riabilitazione, una volta recuperata, sarà lungo e molto faticoso. Ciò che lascia esterrefatti è che per sette giorni nessuno sia andato a controllare come stessero le gatte, nonostante le richieste, e nessuno abbia ascoltato le segnalazioni».