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24 Maggio 2024
18:34

Oltre il 39% degli animali da compagnia viene dal canile o dalla strada: i dati del Rapporto Eurispes 2024

Il nuovo Rapporto Italia dell’Eurispes mostra come gli italiani nel 2024 sono più attenti alla provenienza del loro animale, preferendo cani e gatti dei rifugi o con esperienze di abbandono alle spalle.

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Gli animali familiari vengono accolti in casa soprattutto dopo essere stati recuperati dalla strada o scelti in un rifugio, si tratta del 39,7% dei casi. Subito dopo, in un caso su quattro, si è trattato invece di un acquisto in negozio o allevamento, mentre in uno su cinque di un regalo, pari al 20,8%. È quanto emerge dalla 36esima edizione Rapporto Italia dell'Eurispes, diffuso il 24 maggio a Roma.

Dal 1989 i ricercatori dell'Istituto lavorano per definire e conoscere le opinioni degli italiani nel corso degli anni rispetto a temi come eutanasia, diritti civili, e ovviamente, anche in relazione al loro rapporto con gli animali.

Secondo l'ultima rilevazione, gli italiani si confermano estremamente sensibili e consapevoli rispetto ai diritti degli animali. Nel 2024 la sperimentazione in laboratorio sugli animali non risulta accettabile per ben il 76,6% del campione, in lieve diminuzione rispetto al 2021, quando i contrari erano il 78,9%. Numeri simili, solo di poco inferiori, si rilevano anche per quanto concerne la caccia: nel 2024 solo il 27,1% del campione si dichiara favorevole, in netta diminuzione (- 9,4%) rispetto al 2021 quando la percentuale seppur bassa, raggiungeva il 36,5%.

La tutela degli animali è un tema che sta particolarmente a cuore agli italiani e si evince anche dal quesito sull’utilizzo delle pellicce, rispetto al quale ben il 78,3% si dichiara contrario. Risultato analogo a quello fornito dai dati sull’utilizzo degli animali nei circhi, che trova espressione sfavorevole da parte del 78,1% degli italiani.

Cani e gatti: un legame in crescita

In quasi una casa su quattro troviamo almeno un animale da compagnia. Il 37,3% degli italiani dichiara di accogliere nella propria casa uno o più animali domestici (+4,6% rispetto al 2023). In gran parte dei casi, nelle case degli italiani vive solo un animale familiare (21,3%), mentre una parte minoritaria vive con due (8,2%), tre (3,9%) e più di tre (3,9%).

I territori maggiormente legati alla presenza di animali in casa sono il Sud (40,5%) e le Isole (39,2%), seguite a breve distanza dal Nord-Ovest (38%) e Centro (37,3%) mentre la percentuale scende al 31,7% nel Nord-Est.

Le coppie con figli sono la tipologia familiare che in misura maggiore possiede un solo animale domestico (22%), andando così a distruggere attraverso i dati il mito secondo cui i cani sarebbero sostituti dei figli per le donne e le coppie non sposate.

Poco più di 4 italiani su 10 che accolgono un animale vivono con un cane (41,8%) e quasi 4 su 10 un gatto (37,7%): il restante 20,4% si divide tra i chi ha adottato uccelli (4,7%), pesci (3,5%), tartarughe (3,4%), conigli (2,1%), criceti e rettili (rispettivamente 1,5%), animali esotici (1,2%), cavalli (1%) e asini (0,1%), mentre l’1,4% possiede animali di altro genere. Gli uomini sembrano preferire il cane (44,4% di possessori, contro il 39,7% delle donne), mentre le donne scelgano più spesso il gatto (40,4% contro il 34,1% di pet mate maschi).

Nella maggior parte dei casi l'ingresso in famiglia è una scelta di cuore: circa 4 italiani su 10 dichiarano di averli salvati dalla strada o scegliendoli in un rifugio: rispettivamente, il 20,3% e il 19,4%, mentre il 20,8% lo ha ricevuto in regalo. Il 12,8% dei pet mate dichiara invece di aver acquistato il proprio animale in un negozio, mentre il 12,3% in un allevamento. Il 9,1% ha deciso di acquistarlo da conoscenti o privati, mentre nel 4,5% dei casi si tratta di un cucciolo di un animale già vissuto in casa.

Pet economy: un mercato in espansione

Al crescere del legame con gli animali familiari cresce anche il giro d'affari legato alla loro cura. Secondo i ricercatori Eurispes, circa il 60% degli italiani per la cura e il mantenimento dei propri animali domestici effettua una spesa mensile superiore ai 30 euro ed entro i 100 euro (28,3% da 31 a 50 euro; 32,3% da 51 a 100 euro). A spendere dai 100 ai 300 euro e oltre sono invece quasi il 20% (12,4% da 101 a 200 euro; 4,1% da 201 a 300 euro; 2,6% più di 300 euro al mese).

Solo il 20,3% spende meno di 30 euro al mese, e dal 2015 ad oggi è sensibilmente diminuita la percentuale di coloro che riescono a spendere meno di questa cifra (45,9% nel 2015, contro il 20,2% nel 2024) ed è diminuita anche la quota di quanti riescono ad affrontare una spesa tra i 31 e i 50 euro (dal 36% del 2015 al 28,3% del 2024). Aumenta in parallelo il numero di chi impiega una spesa dai 51 ai 100 euro (dal 13,7% nel 2015 al 32,3% nel 2024); dai 101 ai 200 euro (dal 3,2% al 12,4%); dai 201 ai 300 euro (dallo 0,9% al 4,1%); oltre i 300 euro (dallo 0,3% al 2,7%).

A pesare in gran parte è il pet food: l’alimentazione ha un costo compreso tra 30 e 50 euro per la maggior parte dei proprietari di un animale (58,8%). Per quanto riguarda le visite mediche e le medicine, il 35,9% riesce a mantenere una spesa al di sotto dei 30 euro annuali, mentre il 22% dei proprietari investe per la salute dei propri animali un budget compreso tra i 31 e i 50 euro e con la stessa percentuale tra i 51 e i 100 euro. Per la toeletta più di 6 proprietari su 10 riescono a contenere la spesa entro i 30 euro annuali (61,6%) e 7 su 10 restano su questo budget per giochi/gadget, abbigliamento/coperte e i dog sitter/pensione.

Nonostante le difficoltà economiche, il 78,9% dei pet mate non ha mai pensato di dare in affido il proprio animale a causa di motivi economici, il 14% ha dichiarato di averci pensato, ma di non averlo fatto e il 7,1% di aver dovuto prendere questa decisione. Il 79,6% degli intervistati ha risposto di non aver mai pensato di dare in affido il proprio animale a causa delle difficoltà nel gestirlo in termini di tempo o di incompatibilità con la famiglia, il 13,9% ha risposto di averci pensato, ma di non aver poi proceduto in tale senso, mentre il 6,5% ha dovuto optare per l’affido ad altri.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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