Centinaia di carpe e siluri ammassati all’interno di un’auto, accatastati nel portabagagli e sui sedili posteriori. Li hanno trovati i poliziotti del Commissariato di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, nel corso di un’operazione condotta in collaborazione con la Guardia Costiera di Chioggia.
Il controllo è scattato nell’ambito delle attività finalizzate a combattere la pesca illegale e il bracconaggio ittico nel territorio del Delta del Po. E quanto è stato trovato nell’auto ha confermato che si tratta di una piaga purtroppo molto diffusa, che oltre ad arrecare gravi danni agli ecosistemi rappresenta un rischio per chi consuma il pesce.
Una volta fermata l’auto, all’interno i poliziotti e i militari della Capitaneria di Porto hanno trovato tre uomini cui hanno chiesto spiegazioni in merito alla presenza del pesce, ammassato su un telo di plastica in mezzo a fango e alghe, e sulla sua provenienza. Hanno quindi accertato che 245 chilogrammi degli 840 totali non erano tracciati, ed è scattata la sanzione da 2.000 euro per violazione della disciplina europea sulla tracciabilità alimentare. Carpe e siluri pescati illegalmente sono invece stati sequestrati e affidati al personale sanitario dell’Ulss 5, che ha disposto la distruzione perché considerati non adatti al consumo umano.
Negli ultimi tempi sono stati numerosi gli allarmi lanciati dalle associazioni che si battono per la tutela degli animali e dell’ambiente relativi ai gravissimi danni provocati a mari e fiumi dalla pesca eccessiva. Stando a quanto riportato dal Wwf, il 34% degli stock ittici globali è sfruttato al di sopra del livello di sostenibilità, e il 60% sfruttato a pieno regime. Numeri allarmanti, aggravati da pratiche di pesca non sostenibili, tra cui la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, la distruzione di habitat critici e la cattura accidentale di specie minacciate e di giovanili di specie target.
Dai dati forniti dalle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera relativi alla pesca illegale emerge che a fronte di un numero di ispezioni che negli ultimi anni si è aggirato tra le 110 e le 140mila, sono state elevate sanzioni da 7 a oltre 12 milioni di euro con un “picco” di oltre 760 tonnellate di prodotto ittico sequestrato nel 2016. Tra le specie particolarmente oggetto di illeciti ci sono l’anguilla, le oloturie, i datteri di mare e alcune specie di squali.