Un centinaio di uccelli, alcuni appartenenti a specie protette e tutelate dalla legge, tenuti dentro un’ex cella frigorifera in disuso nel retro di un negozio di animali a Mira, in Veneto. Li hanno scoperti i carabinieri forestali durante un’operazione ribattezzata “L’anello mancante”, coordinata dal reparto Antibracconaggio dei carabinieri Cites di tutta Italia.
I militari hanno trovato nella cella frigorifera cardellini, lucherini, fanelli, crocieri, fringuelli, merli e tordi bottacci. Il controllo è stato approfondito dopo che i carabinieri hanno notato alcune irregolarità negli anelli apposti alle zampe di alcuni cardellini e lucherini in vendita: nel retro la scoperta di un altro centinaio di uccelli. La fauna selvatica è infatti, per legge, patrimonio dello Stato e la detenzione legale comporta che ogni esemplare sia provvisto di un anello inamovibile in metallo, che non abbia subito alcun tipo di manomissione, infilato con una manovra assolutamente indolore al tarso dell’animale quando è ancora nidiaceo, in modo che con la crescita l’anello risulti non più sfilabile.
I controlli per l’accertamento della regolarità dell’anello si sono svolti con ornitologi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e veterinari, e si sono concentrati sugli allevatori di avifauna che alimentano il mercato degli uccelli da richiamo e quello ludico-ricreativo. I cosiddetti “uccelli da richiamo” sono sfruttati appunto per richiamare altri uccelli dai cacciatori, e alimentano un business illecito piuttosto remunerativo: stando alle stime dei forestali, il valore di un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 500 euro.
Gli uccelli vengono catturati illegalmente, e gli viene apposto l’anello contraffatto per essere poi venduti e usati nelle battute di caccia. Per catturarli spesso vengono usate reti o colla, stesse tecniche utilizzate anche per usarli come richiami. Nel tentativo di “ripulire” gli animali chi li cattura deve necessariamente forzare l’anello sulle zampe, provocandogli ferite e lesioni. In questi casi tra i reati contestati ci sono, oltre alla frode in commercio, la contraffazione e l’uso abusivo di sigilli, la ricettazione e anche il maltrattamento di animali.
Gli uccelli trovati nel negozio di Mira verranno sottoposti a un periodo di riabilitazione e poi rimessi in libertà in zone adeguate in collina o in montagna. La campagna dei forestali è iniziata ormai qualche mese fa, e a oggi ha portato a 500 controlli in tutta Italia, alla denuncia di oltre 100 persone e al sequestro di circa 2.500 uccelli vivi, per un totale di più di 30.000 euro di multe staccate.