Le associazioni di tutela animale sono state ammesse all'autopsia di F36. Si tratta di Leal e Oipa, le due organizzazioni che in questi mesi hanno lavorato per poter presenziare all'esame sul corpo dell'orsa trovata morta in Val Bondone.
Le cause della morte sono ancora da accertare, e il caso ha subito suscitato grande attenzione pubblica perché F36 non era un'orsa qualunque: era stata inserita da poche settimane nella lista nera degli orsi problematici e su di lei pendeva un ordinanza di cattura e abbattimento emanata dalla Provincia Autonoma di Trento, subito sospesa dal Tar.
Il destino di F36, protagonista di due incontri con alcuni escursionisti, si sarebbe dovuto decidere davanti al giudice del Tribunale il 12 ottobre. Un incontro che oggi ha perso molto del suo significato, dato che l'animale è stato trovato senza vita.
«Per legge, l'accertamento delle cause del decesso è un atto dovuto ogni volta in cui si trova il corpo di un animale appartenente a una specie particolarmente protetta come l'orso – spiega a Kodami Claudia Taccani, responsabile ufficio legale Oipa – Questa fase è ancora più importante quando l'animale è oggetto di un provvedimento amministrativo come quello che ha colpito F36. È quindi nostro interesse conoscere le motivazione del decesso».
Il corpo dell'orsa dopo essere stato recuperato è stato consegnato, come da prassi, all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie per gli accertamenti del caso. Secondo quanto comunicato dalla Provincia Autonoma di Trento in una nota «da un primo esame esterno della carcassa non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte».
Per allontanare il sospetto di un atto di bracconaggio, le associazioni hanno da subito presentato richiesta per partecipare con un proprio esperto all'autopsia. Una istanza inizialmente caduta nel vuoto da parte delle istituzioni competenti, le quali hanno inizialmente opposto un lungo silenzio, iniziato il 28 settembre, il giorno dopo il ritrovamento del corpo di F36.
Oggi, finalmente Oipa e Leal sono state ammesse a partecipare dalla Procura della Repubblica di Trento all'autopsia con un proprio consulente di parte individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia.
«Come associazione nazionale riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente siamo soddisfatti della decisione della magistratura – aggiunge l'avvocata Taccani – È importante partecipare all'autopsia perché si tratta di un esame tecnico non ripetibile. Appena abbiamo saputo del ritrovamento dell'orsa ci siamo quindi attivati con Leal per procedere. Quello che chiediamo è trasparenza».
«Cerchiamo chiarezza e per questo vogliamo essere presenti all’esame autoptico della povera orsa – dichiarano le associazioni Leal e Oipa – In ipotesi di reati commessi ai danni di animali è attribuito ope legis ad associazioni la legittimazione a partecipare al processo con la costituzione di parte civile. Lo stesso principio consente alle stesse la partecipazione agli atti irripetibili compiuti nella fase delle indagini preliminari. Saremo così in grado di accertare direttamente delle cause della morte».