Anche Oipa parteciperà all'audizione che si terrà il 26 aprile a Roma, presso il Ministero dell'Ambiente, per discutere con le maggiori associazioni di tutela animale sul tema della convivenza con gli orsi in Trentino.
«Ringraziamo il ministro Pichetto Fratin per la sua intenzione di ascoltare le istanze delle associazioni che danno voce agli animali – ha commentato il presidente dell'organizzazione, Massimo Comparotto in una nota – Saremo lieti d’illustrargli come il progetto di reintroduzione della specie sia stato malgestito e quali siano le possibili soluzioni per una serena convivenza tra la fauna e la comunità locale, già più volte da noi auspicate».
L'organizzazione, inoltre, è intenzionata a inviare all’Amministrazione provinciale trentina un’istanza di accesso agli atti per fare chiarezza sullo stato attuale dei cuccioli di JJ4, l'orsa considerata responsabile della morte di Andrea Papi, nei boschi della Val di Sole e ora rinchiusa al Casteller.
Oipa chiederà anche maggiori informazioni riguardo le operazioni in atto per la cattura e captivazione di MJ5, l'orso di 18 anni soprannominato Johnny e, infine, vuole fare chiarezza con il Ministero sul tema di M62, l'orso condannato a morte dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, sebbene non abbia mai aggredito nessuno. Per M62, però, ad oggi manca ancora il via libera di Ispra, indispensabile per intervenire in questa direzione.
La delegata provinciale: «Il Trentino può ospitare gli orsi, non serve trasferirli»
La delegata provinciale di Oipa, Ornella Dorigatti è intervenuta alla manifestazione indetta dagli attivisti di Stopcasteller lo scorso 23 aprile, per esprimere il proprio dissenso sulla gestione provinciale degli orsi e, in particolare, nei confronti del progetto del Presidente Fugatti di trasferire i 70 soggetti considerati in eccesso.
«Il nostro territorio può tranquillamente gestire la presenza degli orsi e non è assolutamente necessario trasferirli altrove – commenta Dorigatti a Kodami – Il Trentino è composto per oltre il 60% di boschi e, se esistessero dei corridoi faunistici per favorire lo spostamento degli animali, come previsto inizialmente dal progetto, si potrebbero disperdere di più sul territorio provinciale».
Secondo Dorigatti, la Provincia Autonoma di Trento in questi anni non si è impegnata a sufficienza per attuare le pratiche di prevenzione previste nei progetti di reintroduzione: «Dopo 24 anni dall‘arrivo del primo esemplare dalla Slovenia, in molte zone del nostro territorio ancora oggi non ci sono bidoni dotati di dispositivi "anti orso". Nel progetto di reintroduzione, inoltre, si parla anche di altre procedure relative alla gestione degli orsi considerati problematici, da attuare prima di intervenire con l'abbattimento degli animali – commenta la delegata provinciale – A mio parere il Ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin dovrebbe mettersi una mano sul cuore e rendersi conto che fino ad ora non è stato fatto abbastanza».
«Venga fatta chiarezza sulle condizioni di vita dei cuccioli di JJ4»
Il tavolo tecnico per la gestione degli orsi in Trentino prevede la presenza del sottosegretario del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Claudio Barbaro, del presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal) Paride Gianmoena in rappresentanza dei Comuni trentini e dei rappresentanti di Ispra. Le associazioni di tutela animale, invece, sono state inizialmente escluse dalle attività e chiamate a esprimere la propria posizione in separata sede.
«Come Oipa continuiamo a chiedere che venga fatta chiarezza sulle condizioni di vita dei cuccioli di JJ4, perché stanno circolando molte voci a riguardo ed è importante che vengano svolte le indagini necessarie per raggiungere finalmente la verità – aggiunge Dorigatti – Sappiamo, inoltre, che questi orsi potrebbero, in futuro, manifestare comportamenti problematici, causati da più fattori».
Questa argomentazione è stata confermata anche da Andrea Mustoni, coordinatore tecnico del progetto LifeUrsus, intervistato da Kodami: «Il processo di apprendimento è una fase estremamente importante per i giovani e sappiamo che questi cuccioli hanno trascorso molto tempo con la madre – spiega l'esperto – Negli orsi vi sono linee di problematicità che, oltre ad avere a che fare con l'apprendimento, probabilmente sono anche di carattere genetico. Senza allarmismi, personalmente li monitorerei con più attenzione rispetto ad altri».