Ogni animale ha una sua personalità che mostra in diversi modi, tra cui anche come fa "musica", o quasi. A riguardo un recente studio mostra come gli scimpanzé (Pan troglodytes) abbiano ognuno un diverso modo di tenere il ritmo e di tamburellare sugli alberi.
La ricerca ci catapulta immediatamente nella foresta di Budongo, in Uganda dove un team di studiosi dell'Università di St Andrews, a Vienna, della Neuchâtel, in Svizzera, e della Budongo Conservation Field Station di Masindi, ha osservato i diversi metodi con cui gli scimpanzé tamburellano sugli alberi, pubblicando i risultati sulla rivista Animal Behaviour.
Perché gli animali emettono vocalizzi
In Uganda, fra gli alberi di mogano nel fitto della foresta di Budongo, a nord-ovest della capitale Kampala, si possono sentire degli strani suoni simili a brevi rullii sul legno e sembra quasi che gli stessi alberi stiano comunicando. Seguendo il "tum-tum" e osservando meglio fra la vegetazione è possibile scoprire i creatori di questa strana musica: gli scimpanzé. Qui i nostri parenti più prossimi si sono adattati a vivere fra i maestosi alberi di mogano, tra cui svetta l'individuo più grande che raggiunge un'altezza di 80 metri per 20 metri di circonferenza.
È già noto come molte specie usino segnali acustici vocali e non per comunicare su grandi distanze. Fra gli animali vocali più noti sicuramente ci sono gli uccelli che con i loro canti formano la colonna sonora delle nostre passeggiate in natura e in città. Animali più schivi, ma sicuramente altrettanto noti, sono rane, rospi e raganelle, che utilizzano i loro vocalizzi per poter comunicare i messaggi più vari: «questo è il mio territorio», «sono in cerca di una compagna», «sono il più forte del gruppo», e così via.
Anche fra i primati la comunicazione acustica vocale è un mezzo utile per scambiare messaggi. In una foresta con alberi alti e con un sottobosco folto è difficile riuscire ad avvistare tutti i compagni del proprio gruppo, per cui vocalizzare è lo strumento migliore se si vuole rimanere sempre in contatto. Alcuni animali, però, utilizzano altri richiami acustici e gli scimpanzé della foresta di Budongo ce ne offrono un esempio.
Il ritmo per gli scimpanzé
Questi tamburellano sulle radici degli alberi generando suoni a bassa frequenza che possono raggiungere distanze di oltre 1 km. Queste radici non sono una scelta casuale: il mogano ha delle grandi radici esposte chiamate "contrafforti", che sono larghe e robuste. Il tamburellamento è costituito da piccoli battiti ed è spesso accompagnato da "pant-hoots", vocalizzazioni a lunga distanza molto studiate e tipiche della specie. Trovarsi in quella foresta e ascoltare i forti colpi dati sui contrafforti deve essere stata una grande emozione per i ricercatori.
Osservando e, soprattutto, ascoltando il ritmo di questi animali, quello che gli studiosi hanno scoperto è che ci sono delle differenze individuali nella struttura acustica del tamburellamento. In particolare, sono riusciti a discriminare dei modelli diversi in sette scimpanzé maschi durante gli spostamenti e nella loro permanenza nel gruppo sociale. Ogni scimpanzé, dunque, possedeva una propria "firma ritmica" che, una volta appreso lo schema, poteva permettere agli studiosi e agli altri individui del gruppo di riconoscere il percussionista del momento.
Un'altra cosa affascinante è che non tutti i tambureggiamenti sono “firmati” e quattro individui del gruppo hanno mostrato uno stile e un ritmo senza un particolare schema. Gli scimpanzé hanno dunque il pieno controllo sull’opportunità di rivelare la propria identità e posizione agli altri. Se ti stai esibendo a un gruppo intorno a te, ad esempio, potresti non voler necessariamente che il grande maschio alfa che è dietro l’angolo sappia chi sei.
Oltre a essere uno spaccato evolutivo sull'origine e le funzioni che il ritmo ha assunto nel corso dei millenni nel mondo animale, questa ricerca offre una spiegazione a un mistero che fra i primatologi circola da tempo: come mai gli scimpanzé si riconoscono ma molto raramente si salutano? La soluzione, dunque, potrebbe risiedere proprio in questa raffinata comunicazione. Gli individui, in realtà, non sono mai veramente ignari della posizione e dell'identità degli altri e sono pienamente consapevoli anche degli esemplari presenti a chilometri di distanza. Queste, però, sono solo supposizioni e sarà necessario ascoltare molti altri "concerti" per poter verificare l'ipotesi.