Oggi, 21 marzo 2023, si celebra la Giornata Internazionale delle Foreste, istituita per la prima volta dalle Nazioni Unite allo scopo di proteggere e salvaguardare questi ecosistemi preziosi per la biodiversità, e capaci di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Il tema scelto dall'Onu per l'edizione 2023 è "Foreste e salute", coerente con l'approccio One Health che punta a tutelare senza distinzione la salute umana, animale e dell'ambiente. «Questo 2023 invita a dare, non solo a prendere, perché foreste sane porteranno persone sane», spiegano dall'Onu.
L'importanza delle foreste per gli esseri viventi e viceversa
Ma cosa sono e perché sono così importanti? Le foreste sono l'ecosistema terrestre predominante della Terra. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) definisce una foresta come "Territorio che si estende per più di 0,5 ettari con alberi più alti di 5 metri e una copertura fogliare di oltre il 10%. Non include i terreni che sono prevalentemente ad uso agricolo o urbano".
Ma non tutte le foreste sono uguali: si possono distinguere quattro categorie di foreste distribuite in differenti zone terrestri. Per quanto riguarda le specie che ospitano, In generale, più dell'80% delle specie esistenti sul pianeta abitano questi ambienti, ma la biodiversità varia considerevolmente in base a fattori quali il tipo di foresta, la geografia, il clima e il suolo, oltre che all'uso umano.
Nelle nostre regioni temperate la maggior parte degli ecosistemi forestali supporta relativamente poche specie animali e vegetali che tendono però ad avere grandi distribuzioni geografiche. Pensate agli immensi areali dei cervidi, delle volpi, degli orsi bruni e dei lupi. Le aree con una densa popolazione umana e un uso intensivo del suolo agricolo, come l'Europa ed alcune zone dell'Asia e del Nord America, sono le meno intatte in termini di biodiversità. Ai tropici invece, zone come le foreste equatoriali dell'Africa, del Sud America, del sud-est asiatico hanno moltissime specie ma con piccole distribuzioni geografiche.
Ma non dimentichiamoci di essere anche noi elementi importanti di questi ecosistemi. Tra gli animali la cui sopravvivenza è legata alle foreste non possiamo non citare l'uomo: più di 1,6 miliardi di persone basano la propria sopravvivenza sulle risorse forestali, per cibo, energia, materiali, protezione del suolo ed acqua ed aria pulita. Tuttavia, questi servizi ecosistemici sono garantiti solo da ambienti in salute.
Ma il rapporto tra animali e piante è biunivoco. Il benessere delle foreste infatti non si raggiunge solo riducendo il tasso di deforestazione annuo, ancora comunque troppo alto in molte zone del pianeta, ma anche tutelando gli organismi che vi abitano. Molte volte vi abbiamo raccontato dell'effetto "domino" che può scaturire dalla scomparsa o dall'introduzione di un animale dal proprio ambiente, come nel caso dei lupi dello Yellowstone, che con il loro ritorno hanno permesso una ricrescita arborea di molte zone del parco depauperate dalla crescita incontrollata degli erbivori. D'altronde in un mondo sempre più caldo altri studi sottolineano invece l'importanza dei grandi erbivori nel prevenire gli incendi, una delle principali cause di perdita di suolo boschivo. Per non parlare poi dell'importanza fondamentale che anche insetti e invertebrati hanno nella rigenerazione del materiale vegetale, nella fertilizzazione del terreno e nell'impollinazione dei fiori, o degli uccelli nella dispersione dei semi.
La situazione delle foreste in Italia
Qual è invece la situazione delle foreste italiane e della loro fauna? Nel nostro Paese, il territorio forestale è sorprendentemente in crescita: il 38% del nostro territorio è coperto da boschi, con un aumento negli ultimi dieci anni di ben il 18%. Complici di questo successo sono sia lo spopolamento delle zone interne degli Appennini, sia la crescente cultura verde che piano piano sta radicando anche da noi, con un aumentato interesse per la biodiversità.
Il ritorno di specie chiave come lupi, sull'orlo dell'estinzione negli anni 70, cervi, daini, castori e lontre, o la tenace protezione dei nostri simboli come gli orsi marsicani, sono quindi sia causa che effetto del benessere delle nostre foreste.
Purtroppo non è il momento di abbassare la guardia: sempre più studi, come quest'articolo pubblicato su Science Direct, sottolineano il preoccupante impatto che i cambiamenti climatici possono produrre sui nostri boschi, come le estese faggete che ricoprono gran parte del Paese.