Oggi 28 luglio è l’Earth Overshoot Day del 2022, un monito concreto sul fatto che ogni anno sfruttiamo più risorse di quanto la natura riesca a sostenere e il giorno preciso nel 2022 in cui abbiamo superato questa soglia è proprio oggi.
Un avviso chiaro, dunque, dell’effetto delle nostre azioni su noi e gli altri animali poiché quella di oggi non è una data simbolica, ma qualcosa di più. Questo giorno rappresenta le conseguenza dirette delle nostre azioni: l'umanità utilizza risorse pari a due volte quelle disponibili sul nostro Pianeta e che da domani già consumeremo quelle che avremmo dovuto “utilizzare” nel 2023.
Il calcolo dell'Overshoot Day
La data più o meno approssimata di ogni Overshoot day è calcolata dal Global Footprint Network, organizzazione internazionale fondata nel 2003 e istituita come ente di beneficenza senza scopo di lucro. Il suo obiettivo è quello di sviluppare e promuovere strumenti per misurare la sostenibilità, tra cui l'impronta ecologica e la biocapacità, strumenti matematici che hanno un valore molto concreto: mirano a portare i limiti ecologici al centro dell'attenzione dell'uomo.
Con impronta ecologica si indica quanti ettari di bosco, terreni da pascolo, terreni coltivabili e mari siano necessari per rinnovare le risorse utilizzate e assorbire i rifiuti generati e consente, dunque, di confrontare gli effetti del nostro consumo con le risorse disponibili sulla Terra.
Questo concetto insieme alla biocapacità permette di calcolare approssimativamente il nostro impatto sul Pianeta. La biocapacità, infatti, è la quantità di risorse naturali che la Terra è in grado di rendere disponibili in un anno intero e quando la domanda supera l'offerta, ovviamente, si entra in deficit e bisogna intensificare il sovrasfruttamento del Pianeta, chiaramente inquinando e impattando di più.
La biocapacità è un termine molto importante in quanto ci permette di decentrare il nostro punto di vista naturalmente antropocentrico. Definire che la Terra ha una soglia massima di risorse utilizzabili ci dovrebbe mettere nell'ottica di interrogarci su quali sono gli autori del consumo e a quali organismi l'uomo stia sottraendo le risorse.
Gli effetti del sovrasfruttamento, poi, sono estremamente evidenti: la perdita di biodiversità alla quale assistiamo oggi è influenzata da numerosi fattori, molti dei quali fanno capo proprio all'eccessivo utilizzo che facciamo delle risorse mondiali. Basti pensare all'eccessivo consumo dei combustibili fossili che ha provocato una delle crisi ambientali più importanti a livello mondiale: il cambiamento climatico.
La biocapacità dell'Italia
Anche l'Italia svolge un ruolo importante nella sottrazione delle risorse a livello mondiale essendo da alcune decadi ormai fra i Paesi "debitori". Il Global Footprint Network, infatti, ha stilato una lista di paesi con un surpluss di risorse, fra i quali spiccano la Guiana francese e il Suriname, e Paesi che consumano più risorse di quanto il proprio territorio produca.
In particolar modo quest'anno l'Overshoot Day per l'Italia è accaduto il 15 maggio, ma il nostro debito con la Terra risale a ben prima. Erano gli anni 70, infatti, quando un solo pianeta e le sue risorse hanno iniziato a non bastarci più e da quel momento è andata sempre peggio, fatta eccezione per il 2020 l'anno in cui è esplosa la pandemia.
Da allora quasi ogni anno questa data arriva sempre più in anticipo, poiché continuiamo a consumare sempre più suolo, ad abbattere sempre più foreste, ad alterare il clima e a richiedere sempre più acqua e risorse. Il risultato è che a oggi avremmo bisogno di 1,75 Terre per sodisfare il nostro attuale stile di vita.
Le possibili azioni per il miglioramento
Nonostante la situazione non sia delle più rosee c'è ancora molto che si può fare prima di arrendersi. Lo stesso Global Footprint Network offre numerose piccole e grandi azioni che ognuno di noi può fare per impattare di meno sugli ecosistemi che ci circondano.
I cambiamenti possono essere più radicali come lo smettere di utilizzare qualsiasi oggetto fatto di plastica monouso, passando per la partecipazione diretta o indiretta a piantumazioni di alberi, fino al sostegno della biodiversità nel giardino o area verde vicino alla propria abitazione tramite piccoli accorgimenti come evitare di piantare fiori di una sola specie e lasciare incolti in campi per il periodo giusto che serve agli impollinatori per sopravvivere.
Siamo noi i primi a dover agire in quanto l’essere umano è l’unica specie al mondo in grado di consumare massicciamente le risorse dell’intero pianeta sottraendole a tutti gli altri organismi e come un effetto domino inarrestabile tutto ricade inevitabilmente sulle nostre spalle e su quelle degli altri animali. Dobbiamo comprendere che ogni nostra azione, anche la più piccola, ha un effetto e dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, anche di poco, ma dobbiamo farlo in fretta.