Una diffida a procedere oltre con i lavori, e una riunione urgente con i rappresentanti del Comune e della Asl 1 di Roma per gestire la difficile situazione che si è venuta a creare lo scorso 2 agosto, dopo la distruzione, avvenuta per errore, delle casette che ospitavano le colonie feline del Fosso delle Campanelle, il canale che alimenta un’area verde di circa 33 ettari in cui sono presenti orti urbani, tra Torrevecchia e il vecchio complesso di Santa Maria della Pietà.
Le richieste arrivano dalle associazioni animaliste che, il giorno stesso dell’inizio dei lavori di riqualificazione che hanno portato alla distruzione della casette, si sono precipitate sul posto per verificare le condizioni dei gatti. Una cinquantina quelli presenti all’interno dell’area, e due mancano ancora all’appello, e il timore è che possano essere rimasti feriti mentre le ruspe entravano in azione per abbattere le strutture: «In occasione dei lavori di riqualificazione ambientale e di valorizzazione naturalistica di una parte del Fosso delle Campanelle a Roma, la ditta incaricata dei lavori ha demolito alcuni manufatti dove trovavano riparo le colonie feline e ciò ha comportato di fatto il mancato rispetto degli accordi presi, a seguito di specifici sopralluoghi, tra il Dipartimento tutela animali del Comune di Roma e la Città Metropolitana – sottolinea Emanuela Bignami, presidente della sezione di Ostia di Lndc Animal Protection – Lndc, Lav, Enpa e Am.An.T Odv diffidano la Città Metropolitana di Roma Capitale e il Municipio XIV a proseguire i lavori finché non saranno messi in sicurezza i gatti delle sette colonie feline della zona».
Le colonie feline ospitate nell’area, tutte regolamento censite, sono sette. Le ruspe hanno abbattuto le strutture che facevano da casa a tre, radendole al suolo e lasciandosi dietro un cumulo di macerie: «Abbiamo tentato in tutti i modi di recuperare i gatti dispersi – prosegue Bignami – Molti, fortunatamente, sono salvi, ma altri mancano ancora all’appello e noi non ci diamo di certo per vinti. La ditta in questione ha operato senza specifica autorizzazione e in assenza di personale qualificato che potesse mettere in sicurezza gli animali. Il Dipartimento tutela animali del Comune di Roma, con la nota del 31 luglio 2023, aveva specificato che non vi era la necessità di provvedere allo spostamento dei gatti poiché situati in area non interessata dai lavori di demolizione. Invece, le casette che offrivano riparo e protezione alle colonie sono state completamente rase al suolo senza alcun rispetto per i diritti di questi animali».
Le colonie feline sono tutelate dalla legge (L. 281/1991 e L.R. 34/1997) e il Regolamento comunale sulla tutela degli animali del Comune di Roma, all’art. 41 c.3, stabilisce che «le colonie feline non possono essere spostate dal luogo dove abitualmente risiedono; eventuali trasferimenti potranno essere effettuati in collaborazione con il competente Servizio Veterinario Azienda Usl competente per territorio ed esclusivamente per comprovate e documentate esigenze sanitarie riguardanti persone o gli stessi animali o comprovate motivazioni di interesse pubblico». Da qui la richiesta di bloccare i lavori, nel timore che la prosecuzione delle attività possa mettere in pericolo i gatti delle altre quattro colonie presenti all’interno dell’aria.
La Città Metropolitana di Roma, cui fanno capo i lavori, è intanto intervenuta sulla questione ammettendo che le casette sono state distrutte per errore, «un’incomprensione tra uffici – ha detto la consigliera Delegata al Patrimonio della Città Metropolitana di Roma, Cristina Michetelli – Gli animali, che in quel momento erano fuori dall’area protetta, sono rimasti incolumi. Sono in corso sul posto le verifiche degli uffici per individuare la nuova area su cui ripristinare le due colonie». Poi la promessa di trovare una nuova sistemazione una volta terminati appunto i lavori, «nel frattempo individueremo luoghi temporanei non interessati dai cantieri, dove i referenti delle colonie potranno entrare autorizzati per accudire i gatti».