Il Tar conferma il no alla preapertura della caccia in Campania. Dopo la prima pronuncia il Tribunale amministrativo è intervenuto con un nuovo decreto con il quale ha respinto la richiesta di revoca della Regione Campania.
«Si tratta dell’ennesimo atto che dimostra quanto fosse corretto e indispensabile approfondire le questioni legate alla tutela faunistica e ambientale, invece di procedere con una forzatura mirata esclusivamente ad assecondare le richieste dei cacciatori per un'apertura anticipata della stagione venatoria», ha dichiarato la consigliera regionale di Demos-Europa Verde Roberta Gaeta.
La preapertura della stagione venatoria voluta dalla Regione Campania era stata oggetto di un ricorso proposto dalle maggiori associazioni nazionale di tutela ambientale e animal: Lipu, Enpa, Wwf Italia, Lndc Animal Protection, Lav, Ets.
«Il decreto del Tar ragionale – aggiunge Gaeta – boccia la richiesta di ottenere la revoca della sospensione della caccia al colombaccio e conferma la sospensione delle modifiche al calendario venatorio nella parte in cui consentiva la caccia nelle cosiddette aree "Natura 2000", confinanti con le aree naturali protette regionali».
Coesi, gli attivisti hanno chiesto di bocciare la decisione regionale sull'apertura anticipata, ottenendo ragione da parte dei giudici e mettendo un punto a un'abitudine ormai consolidata in molte regioni: l'apertura in anticipo sul consueto calendario venatorio. Una pratica che rischia di danneggiare seriamente gli uccelli migratori che in queste settimane stanno ancora transitando in Italia, e anche i nidificanti.
«La caccia è un'attività ludico-sportiva e, pertanto, non può prevalere sull’interesse della protezione della fauna selvatica, principio ulteriormente rafforzato dalla riforma costituzionale del 2022», conclude la consigliera che nelle scorse settimane si era opposta all'approvazione del Piano faunistico venatorio sia in Commissione Agricoltura, dove si era astenuta dal voto, che in Consiglio regionale.
Il Piano, nonostante i rilievi negativi dell'Ispra, è stato approvato dalla stragrande maggioranza dei consiglieri sia di maggioranza che di minoranza, e resterà in vigore fino al 2029.