Il falco pescatore (Pandion haliaetus) è un rapace diurno della famiglia dei pandionidi, che comprende anche un'altra specie distribuita tra Australia e sud est asiatico, il falco pescatore orientale (Pandion cristatus). Il nome deriva dalla sua dieta prettamente a base di pesci, che è abilissimo ad afferrare con i lunghi artigli specializzati piombando in picchiata nell'acqua.
Il falco pescatore ha un areale vastissimo, che copre tutti i continenti a eccezione di Australia e Antartide, ed ha una popolazione globale stimata in 460.000 individui. Grazie a questi numeri, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) valuta la specie come a rischio minimo d'estinzione. Nonostante ciò, nel nostro Paese la situazione locale è ben diversa e il falco pescatore è considerato rarissimo. La specie si estinse in Italia tra gli anni 50 e 60, sia a causa della caccia agli adulti ed alla raccolta di uova dai nidi, sia per il devastante effetto nocivo di insetticidi come il DDT sulla sua riproduzione. Tale sostanza indeboliva infatti i gusci delle uova, interferendo con il metabolismo del calcio negli organismi. Ed è infatti anche grazie al bando del DDT in Europa all'inizio degli anni 70 che è stato possibile reintrodurre con successo la specie a partire dal 2002: furono prelevati 33 giovani pulli dalle popolazioni corse e liberati in alcune aree della Toscana.
Falco pescatore in Sardegna
Lo scorso fine settimana un team di ornitologi sardi, coordinato da Alberto Fozzi, Gabriele Pinna e Francesco Guillot del Gruppo Sardo Ricerca Falco pescatore e LIPU, ha effettuato un censimento invernale dei falchi pescatori che svernano sull'isola.
Il lavoro rientra in una più ampia collaborazione internazionale: contemporaneamente ornitologi francesi e spagnoli hanno monitorato dal canto loro le popolazioni corse e della penisola iberica. Al censimento hanno partecipato ben sessantasei esperti, tra appassionati birdwatcher, naturalisti e liberi professionisti e anche operatori regionali dell'Agenzia Fo.Re.S.T.A.S. con il supporto del Parco Nazionale dell'Asinara e dell'Area Marina Protetta del Sinis.
Il numero di uccelli stimato è stato di almeno 46 individui, record per gli ultimi cinque anni di monitoraggio. Per alcuni di questi animali è stato possibile ricostruirne gli spostamenti, grazie all'osservazione di anellini personali dotati di un codice alfanumerico: stiamo parlando dell'inanellamento a scopo scientifico, come vi abbiamo già raccontato per il progetto Ali Flegree. Durante una campagna di inanellamento vengono catturati temporaneamente alcuni individui grazie all'utilizzo di particolari reti elastiche che non danneggiano gli animali, vengono misurati e dotati di una "targa", un anellino numerato metallico che non reca disturbo. In particolare è stato osservato come molti falchi pescatori precedentemente studiati in Nord Europa scelgano la calda Sardegna per passare comodamente l'inverno.
Un segnale positivo confermato anche dagli altri team stranieri, che evidenzia ancora una volta le potenzialità naturali della Sardegna. Dal 2020 inoltre una coppia di falchi pescatori ha scelto proprio le falesie dell'isola come nido d'amore.