Anno nuovo, nuovi monitoraggi invernali. Negli scorsi giorni sono state completate le sessioni di monitoraggio dei nibbi reali svernanti nella regione Campania.
Il nibbio reale (Milvus milvus) è un rapace diurno dal piumaggio rossastro molto appariscente, con la testa grigio chiara. Per la sua forma slanciata è evocativo di spazi aperti ed un abilissimo veleggiatore, difatti in inglese il suo nome comune "kite" è utilizzato anche per gli aquiloni e le vele di sport acquatici.
Come le altre specie di nibbi tra cui il nibbio bruno (Milvus migrans), il rapace più diffuso al mondo, è facilmente riconoscibile in volo per la caratteristica forma "a delta" della coda. Il suo habitat ideale è costituito da boschi e foreste di latifoglie di zone pianeggianti e collinari da 0 a 800 metri di altitudine, anche se a volte può essere osservato nei pressi delle discariche o sui bordi delle strade ai confini dei centri urbani.
Vola alla ricerca di prede su spazi aperti erbosi, terreni coltivati, pascoli e in genere zone di bassa vegetazione. La sua dieta principale è costituita da piccoli mammiferi, uccelli, rettili, ma anche pesci, ma quando capita non disdegna nutrirsi anche di qualche carogna.
Durante la stagione invernale molti nibbi reali, provenienti dalle latitudini più settentrionali si stabiliscono nelle regioni europee meridionali dove, durante le ore notturne, formano dei dormitori o "roost" composti da un numero variabile di individui.
A partire dal 2011 si svolge ogni anno su scala europea un censimento dei nibbi reali svernanti, nell’ambito del progetto di conservazione europeo Eurokite. Anche l’Italia partecipa alle attività con il coinvolgimento degli ornitologi delle regioni dove è registrata la presenza di dormitori; per la Campania l’attività di monitoraggio è curata dall’associazione ARDEA che porta avanti un progetto dedicato a questa specie. Anche nel 2022, nel mese di gennaio, sono stati rinvenuti due dormitori uno dei quali in provincia di Salerno e l’altro in provincia di Avellino, per un totale di 79 individui censiti; non è stato invece confermato il dormitorio cilentano, di oltre 20 individui, trovato lo scorso anno.
L’attività di censimento dei dormitori invernali di nibbio reale, dichiara il coordinatore per la Campania Marcello Giannotti, ornitologo dell’associazione ARDEA, «assume particolare rilievo in quanto consente di verificare la presenza e il trend di una specie che risulta sempre più rara, classificata dall’IUCN come Near Threatened, che risente in modo sostanziale di alcune attività antropiche e, in particolare, della diffusione a macchia d’olio degli impianti eolici che, in molti casi, si vanno a sovrapporre alle aree di presenza dei nibbi e contro i quali si verificano impatti durante il volo».
I problemi legati alla sempre maggiore espansione degli impianti eolici non riguardano, purtroppo, solamente le specie ornitiche: in passato vi avevamo addirittura raccontato del loro impatto negativo su animali inaspettati come i calamari.
Il progetto LIFE – Eurokite prevede, tra l'altro, anche l'installazione di trasmittenti su nibbi al nido. «È proprio seguendo gli individui tracciati che siamo riusciti ad individuare il dormitorio di Ariano Irpino e di San Gregorio Magno. L'anno scorso invece un terzo roost, ricadente nel comune di Bellosguardo nel sud della Campania, fu trovato da altri due naturalisti, Valerio Russo e Lorenzo Papaleo che erano in campo per il monitoraggio di altre specie animali. Purtroppo quando non hai individui con trasmittente è difficile trovarli: avviene quasi per caso o grazie a testimonianze di persone che abitano o frequentano zone dove si registrano roost».
Il 2022 ha confermato la presenza della specie in due dormitori con un totale di 79 nibbi reali, censiti grazie all’impegno dei soci dell'associazione ARDEA Arnaldo Iudici, Roberta Teti, Nicola Campomorto, Massimo Garufi, Mauro Ciociano, Aurora Civilla, Tullia Guardia, Giorgia e Conchita Riccio, Florian e Larsen Miinea.
«La sensazione purtroppo è quella di un calo nella popolazione di nibbi sia svernanti che nidificanti. Infatti anche se sono stati trovati nuovi dormitori prima d'ora sconosciuti, ragionando su quelli storici questi sono spariti tutti. Le cause possono essere varie ma l'eolico e forse le difficoltà a reperire cibo sono tra le principali. In pratica si stanno concentrando nei luoghi in cui sopravvive ancora un po' di agricoltura e allevamento tradizionale. Per quanto riguarda il roost cilentano dell'anno scorso che quest'anno non è stato trovato, non c'è da preoccuparsi più di tanto: gli individui potrebbero essersi spostati anche di poco. Discorso diverso sarebbe nel caso ci fossero state modifiche ambientali in zona, e lì si potrebbe iniziare un ragionamento. Ricordiamo che il nibbio reale è una specie comunque filopatrica (abitudinaria, che frequenta sempre gli stessi luoghi) e quindi gli spostamenti sono sempre motivati». Ma, come ricorda Marcello Giannotti «naturalmente anche nei prossimi anni continueremo a monitorare e tutelare questa meravigliosa e vulnerabile specie».