Almeno 50 incendi hanno devastato diverse aree naturali della Sicilia nel pomeriggio e nella notte di domenica 27 agosto 2023. Colpita anche la Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano, nel Trapanese con centinaia gli ettari di macchia mediterranea andati in fumo, nonostante Vigili del Fuoco e operatori del corpo forestale abbiano cercato di spegnere i roghi per ore, sotto il caldo vento di scirocco che ha reso molto più difficile le operazioni.
Un bilancio che poteva essere molto più grave, visto che le fiamme proprio su Monte Cofano hanno minacciato decine di bagnanti che sono rimasti bloccati con le auto alle pendici della montagna sul versante di San Vito Lo Capo. L'area ha infatti una grande importanza turistica, anche a seguito del successo della serie tv "Makari" che ha visto nel corso degli ultimi anni aumentare notevolmente il numero di visitatori.
I danni al patrimonio naturalistico regionale sono notevoli. Dopo infatti le perdita dello scorso luglio delle foreste basse mediterranee che coprivano le montagne del palermitano, ora l'incendio che ha colpito Monte Cofano ha messo in ginocchio un'altra area importante dell'isola. La riserva che ne tutelava i versanti infatti presentava alcune delle specie floristiche e animali più importanti della Sicilia occidentale e racchiudeva differenti tipologie di ecosistemi mediterranei come la prateria ad ampelodesma, la gariga costiera a palma nana e ad euforbia arborea, mentre i residui degli antichi boschi di leccio (Quercus ilex) e roverella (Quercus pubescens) erano presenti solo all'interno dei brecciai.
Gli endemismi della riserva non finivano di certo qui, visto che l'area era nota per il cavolo di roccia (Brassica drepanensis) e lo sparviere del Monte Cofano (Hieracium cophanense), per il cavolo di Bivona (Brassica bivoniana), il fiordaliso delle scogliere (Centaurea ucriae), la speronella smarginata (Delphinium emarginatum) e diverse orchidee selvatiche.
Tra i mammiferi erano inoltre segnalati la volpe (Vulpes vulpes), il coniglio (Oryctolagus cuniculus),la donnola (Mustela nivalis), l'istrice (Hystrix cristata), come alcuni piccoli roditori come l'arvicola di Savi (Microtus savii) e il quercino (Eliomys quercinus). Tra gli uccelli la riserva era inoltre un luogo di ritrovo per diverse specie di rapaci, come il falco pellegrino (Falco peregrinus), il gheppio (Falco tinnunculus), la poiana (Buteo buteo), ed era l'habitat naturale per alcune colonie di corvo imperiale (Corvus corax), colombo selvatico(Columba livia) e gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus).
Gli esperti quindi temono che la perdita degli ettari di vegetazione avrà un forte impatto per tutte le specie animali che saranno costrette a rifugiarsi lontano da Monte Cofano.
Gli incendi hanno anche colpito l'aeroporto di Birgi, chiuso per alcune ore, e hanno minacciato diversi altri comuni del trapanese, dell'agrigentino e del palermitano come Campofelice di Roccella, Villabate, Belmonte Mezzagno, Scopello (dove le fiamme hanno attaccato la vecchia tonnara), Alcamo, Partinico, Trappeto, Contessa Entellina, Monreale, Santa Cristina Gela, Santa Ninfa, Castellammare del Golfo, Erice, Marsala, Salemi e Custonaci.
Feroci le critiche che si sono sollevate anche sui social, da parte dei politici e degli stessi cittadini siciliani nei confronti dei piromani. Anche perché in alcune aree i pompieri hanno trovato nuove tracce di inneschi. «Anche questa volta la nostra terra è stata messa a dura prova da mano criminali che si stanno macchiando di efferate condotte – ha dichiarato il presidente della regione siciliana, Renato Schifani – Il sistema sta però reggendo. La situazione come mi informano in tempo reale dalle due sale operative, è in miglioramento su tutti i fronti, grazie soprattutto al massiccio intervento di uomini e mezzi che stanno operando perché gli incendi non prendano nuovo vigore. Restano criticità, invece, nel Messinese, dove sono stati inviati i canadair».
Al momento sono sei i canadair inviati in Sicilia dalla Protezione Civile Nazionale, oltre a due elicotteri, mentre in totale in provincia di Trapani nell'arco di 12 ore sono stati registrati circa 800 ettari bruciati.